Riva San Vitale

Il fuoco è stato acceso, le Fornaci sono rinate

Una volta era il fulcro della realizzazione di coppi e mattoni, da domani sarà un centro d’eccellenza dedicato alla ceramica e alla terracotta - La direttrice del DECS: «Un vero e proprio investimento a lungo termine sul piano sociale, educativo e civile»
©Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
07.09.2025 23:59

Terra, fuoco e acqua. Sono gli elementi che ha evocato oggi nel comparto delle Fornaci di Riva San Vitale il capodicastero edilizia pubblica Sergio Bedulli. Quelli, per intenderci, che si intrecciano con le creazioni che restituisce la lavorazione dell’argilla. Nel Comune affacciato sul Ceresio l’argilla, fino agli anni ‘60 del secolo scorso, ha permesso a numerose famiglie di vivere. Dal prelevamento della materia prima al confine del paese, al suo trasporto con carri trainati da buoi. Poi la cottura nei forni e, infine, il trasporto a bordo di chiatte sul Ceresio. Oggi, invece, l’argilla permetterà agli artisti (e a chi vorrà intraprendere questa strada) di creare. Di lasciare il segno. Nel fine settimana appena trascorso si sono infatti tenuti due giorni di festeggiamenti per la rinascita delle Fornaci. Un progetto partito da lontano e che oggi - senza dimenticare il passato, anzi - è diventato un centro culturale d’eccellenza dedicato alla ceramica e alla terracotta. Nella mattina di oggi si è tenuto il momento ufficiale dei festeggiamenti, di fronte a un folto pubblico. E anche le autorità federali (i consiglieri nazionali Greta Gysin e Simone Gianni), cantonali e ovviamente comunali hanno voluto omaggiare il traguardo raggiunto. Già, perché - come ricordato dal sindaco Antonio Guidali durante il suo intervento - si è partiti nel lontano 2008. Allora il comparto fornaci era composto da edifici in uno stato di conservazione davvero precario. «La spinta definitiva al progetto - ha rammentato i sindaco - è arrivata nel 2012, con l’inserimento del nostro progetto negli obiettivi programmatici dell’Ente regionale di sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio». In seguito è arrivato anche il sostegno del Cantone: nel 2022 il Gran Consiglio ha infatti approvato un messaggio del Consiglio di Stato che proponeva un contributo a fondo perso di circa un milione di franchi per le Fornaci. Il resto abbiamo avuto modo di raccontarlo, anche su queste colonne, a più riprese. Sotto la guida dell’architetto Enrico Sassi e dell’ingegner Giorgio Galfetti quelle che erano delle strutture in stato precario sono state oggetto di un restauro conservativo volto, appunto, a creare il centro culturale per la ceramica. Si è lavorato «per recuperare la cultura della lavorazione dell’argilla in chiave moderna» ha sottolineato il sindaco Antonio Guidali il quale, con orgoglio, ha menzionato «i due nuovi forni a gas unici in Svizzera» che potranno essere utilizzati dagli artisti per realizzare opere anche di grandi dimensioni».

Le Fornaci? Un esempio

Le congratulazioni per quanto fatto sono state formulate anche dalla consigliera di Stato, di rettrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti. Durante il suo intervento ha ricordato quanto l’Esecutivo cantonale fosse «convinto della bontà dell’iniziativa», capace anche di portare «ricadute positive sulla regione». Un progetto che «ha certamente saputo dare soddisfazione alla fiducia accordata». Quanto avvenuto alle Fornaci - ha in seguito commentato la consigliera di Stato - può fungere da «esempio per tanti altri progetti di preservazione di manufatti del nostro Cantone». È stato definito «un vero e proprio investimento a lungo termine sul piano sociale, educativo e civile. Non si tratta semplicemente di salvaguardare dei luoghi o dei monumenti, ma di renderli comprensibili, fruibili e accessibili». Senza dimenticare la volontà di «avvicinare la cittadinanza, le nuove generazioni, a ciò che ci ha preceduti. Offrendo strumenti per leggere il passato, interpretare il presente e immaginare il futuro».

Un discorso, quello della direttrice del DECS, che abbraccia un pensiero generale: «Ritengo fondamentale garantire alla cultura, in senso lato, un sostegno solido e duraturo. Come Cantone è quello che vogliamo fare».

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