Ascona

Il genio e la serialità di Andy Warhol

La Fondazione Majid ospita una sessantina di opere originali del celebre capofila della Pop Art - L’esposizione mette anche in risalto la mania compulsiva dell’artista
Andy Warhol riempie le sale della Fondazione Majid di Ascona. ©Fondazione Majid
Red. Locarno
09.09.2021 06:00

Il genio, la sregolatezza e anche la malattia di Andy Warhol, celeberrimo capofila statunitense della Pop Art che soffriva di un disturbo psichiatrico, chiamato disposofobia, in sostanza l’accumulo seriale di oggetti e cianfrusaglie. Consapevole di questa sua patologia, Warhol cercò di «ingabbiare» la malattia con un espediente: riporre in alcuni cartoni gli oggetti dai quali non riusciva a separarsi. E alla fine furono oltre 600 i contenitori, che lui definiva «capsule del tempo», riempiti durante la sua intensa vita artistica e gelosamente conservati negli archivi dell’Andy Warhol Museo di Pittsburgh.

È su questo aspetto inedito ma che tratteggia tutta la sensibilità, la debolezza ma anche la volontà di contrastare una malattia di cui era ben consapevole, che la Fondazione Majid di Ascona ha deciso di puntare i riflettori per dare risalto alla mostra su Andy Warhol che propone una sessantina di lavori originali del polivalente artista tutte di proprietà della Arts Events di Mario Mazzoleni. «La mostra non vuole essere un’ennesima vetrina delle grandi opere di Warhol, sottoponibili al vaglio estetico ed alla critica - ha spiegato lo psicoterapeuta Massimo Sacripante ieri alla presentazione dell’esposizione nella sede della Fondazione Majid in via Borgo 7 - ma una narrazione figurativa della breve, intensa storia, di uno dei protagonisti del nostro tempo. Oltre che sulle innumerevoli creazioni, dunque, l’esposizione di Ascona prende spunto per attirare l’attenzione sull’Andy Warhol «uomo», con la sua grandezza ma anche con la sua immensa fragilità», spiega sempre Sacripante.
Creatività rivoluzionaria

I tre piani degli spazi espositivi allestiti dalla Fondazione Majid dedicati a Wahrol sono comunque permeati della lettura originale del pittore che negli anni ‘60 rivoluzionò il concetto stesso di arte, arrivando a portare l’espressione creativa sugli scaffali di un supermercato con l’etichetta della celebre «Campbell soup». Quindi i ritratti più celebri, come la riproduzione del volto di Marylin Monroe declinato in decine di colori e sfumature, piuttosto che l’effige di Mao, anch’essa ripetuto all’infinito o la chitarra autografata dei Rolling Stone e le scarpe di Micheal Jackson «griffate» da Warhol.
L’esempio per i bambini

Le variegate opere, la storia travagliata e il riscatto attraverso lo stratagemma delle «capsule del tempo» del fondatore della Pop Art coinvolgeranno anche i bambini delle scuole comunali di Ascona che non potranno non apprezzare una mostra piena di colori e suggestioni emotive. «Andy Warhol potrebbe erigersi a paladino di tutti quegli allievi che, chi più chi meno, ogni mattina varcano il portone della scuola e manifestano dei disagi. Allievi che vivono giorno dopo giorno a fianco dei loro compagni con i quali il confrontarsi non è sempre facile, soprattutto quando il rapporto con l’altro può essere fonte di frustrazione e perdita di autostima», ha sottolineato Giorgio Gilardi, direttore delle Scuole comunali di Ascona.