Il caso

Il governo italiano perde un amico del Ticino: «Escluso a sorpresa dalla Lega»

Da candidato sindaco a Varese a «epurato», la strana storia di Matteo Bianchi: «Non mi aspettavo questa scelta, ma continuerò a mantenere i rapporti con la Confederazione»
Mattia Sacchi
31.08.2022 14:45

Tutte le strade portano a Roma. Tranne quelle che passano per Varese. Lo ha scoperto, suo malgrado, Matteo Luigi Bianchi, al centro di una vicenda politica ai limiti del surreale. Eletto brillantemente nel Parlamento italiano nell'ultima legislatura, Bianchi infatti era stato convinto a mollare Montecitorio per dare una mano alla Lega nella difficile tornata per le elezioni comunali dello scorso anno, correndo come candidato sindaco a Varese. Con tanto di ringraziamenti pubblici dello stesso Matteo Salvini, che lo aveva definito «l'uomo migliore che Varese potesse mai avere». Nonostante le urne cittadine avessero poi riconfermato il sindaco uscente Davide Galimberti, per Bianchi il risultato era stato comunque positivo, soprattutto se paragonato agli impietosi risultati leghisti nelle altre città.

Eppure, al momento di comporre le liste per le elezioni del 25 settembre, anziché raccogliere i frutti dei suoi sacrifici l'ex sindaco di Morazzone ha rimediato una brusca doccia fredda: la Lega lo ha infatti relegato in terza posizione nel listino proporzionale per la Camera, rendendo pressoché impossibile la sua rielezione. «Una scelta inaspettata, che accolgo con un certo rammarico – racconta Bianchi al Corriere del Ticino –. Mi sono sempre definito un amministratore locale prestato alla politica nazionale, che ha affrontato ogni sfida con il massimo entusiasmo e con tutto il mio impegno, sin da quando lavoravo per un piccolo comune. Comunque il mio impegno per la gente non finisce certo oggi, è solo un peccato non poterlo fare con un incarico attivo che mi permetterebbe di essere più incisivo».

Una Lega «ladrona»?

Uno degli slogan della Lega è «Roma ladrona». Tuttavia, sembrerebbe che anche il partito fondato da Umberto Bossi ormai non disprezzi più di tanto le dinamiche della politica romana... «Ma no – ribatte l'ormai ex deputato –, la Lega ha sempre messo al centro le comunità locali e la rappresentanza che parte dal basso. La nostra forza è ancora quella di essere un partito che interpreta i bisogni della gente e così faremo finché sopravvivremo. Come diceva Bossi, la politica romana è una palude da cui si fa fatica ad uscire se non si continua a muoversi a favore delle persone».

Sarà anche una palude, ma è stato proprio il Senatur in un certo senso a scalzare Bianchi dalla corsa al Parlamento, essendo il fondatore della Lega il capolista a Varese: «Ho cominciato la mia avventura politica a 16 anni, ascoltando i comizi di Bossi. Ho la massima riconoscenza nei confronti di un uomo che ha fatto la storia politica dell'Italia. Non mi permetterei mai di ritenerlo il responsabile della mia esclusione: a pesare sono state altre scelte, come il taglio dei parlamentari tanto voluto dal Movimento 5 Stelle, che si è dimostrato essere solo fumo negli occhi». 

Ho cominciato la mia avventura politica a 16 anni, ascoltando i comizi di Bossi. Ho la massima riconoscenza nei confronti di un uomo che ha fatto la storia politica dell'Italia
Matteo Bianchi

Che cosa cambia per il Ticino?

Di certo la Svizzera perde un referente che conosceva bene la realtà ticinese: «Sono legato al Ticino da tante amicizie e dalla passione per l'hockey – commenta Bianchi –. Vivere in un zona di confine mi ha aiutato a sviluppare rapporti con la Confederazione e conoscere le sensibilità ticinesi, che non possono essere trascurate quando si parla di certi temi». A partire dalla ratifica dell'accordo fiscale tra Italia e Svizzera, che continua a essere posticipata, tra comunicati e smentite che rasentano il grottesco: «E ho paura che la situazione sia destinata a peggiorare, tra governi che continuano a durare poco più di un anno e che quindi non riescono a tappare tutte le falle dei dossier aperti. Purtroppo a Roma ho constatato che i miei colleghi hanno davvero scarsa conoscenza della situazione che si vive nella zona di confine tra Italia e Svizzera, rendendo la posizione italiana ancora più deficitaria». 

La prossima legislatura italiana, stando ai sondaggi, dovrebbe essere guidata dal centro-destra, l'area politica di Matteo Bianchi. Quali le speranze di arrivare a una conclusione della vicenda, nonostante l'esponente leghista sia fuori dai giochi? «Sappiamo già che, sin dal giorno dopo le elezioni, ci sarà qualcuno pronto a far cadere il governo – avvisa Bianchi –. Sarà necessario che chi di dovere prenda subito in mano, in modo serio e responsabile, la situazione. Sarà difficile, ma necessario anche per mantenere i rapporti di buon vicinato con i nostri amici svizzeri».

Mentre l'intervista si sta per concludere, facciamo notare che non è mai stato fatto il nome di Matteo Salvini. Dopo l'esclusione Bianchi e Salvini si sono più sentiti? «Mi ha scritto ribadendo la sua stima per la mia storia politica e personale. Oggi comunque lo vedrò a Busto Arsizio, dove è di passaggio per la campagna elettorale. Al di là delle delusioni, vado comunque avanti per la mia gente. Come diceva Churchill, il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni».