Mendrisiotto

Il gran ballo d’aprile è vicino, sindaci tra progetti e dubbi

In molti paesi i sindaci in carica sono pronti a sciogliere le riserve: saranno ancora della partita? Dopo i «sì» di Cavadini e Arrigoni per i due poli abbiamo sondato il terreno a nord del Distretto – Ponti, Castelletti e Guidali hanno dato la loro disponibilità
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I motori sono già caldi. Le Elezioni comunali sono in agenda per la prossima primavera ma le riflessioni sono già cominciate. E, in alcuni casi, le riserve – soprattutto per quel che concerne i sindaci attualmente in carica – sono state già sciolte. Anche nel Mendrisiotto gli scenari in vista della prossima campagna elettorale si stanno delineando. Nei due poli – Mendrisio e Chiasso – questo esercizio è già stato fatto. Come raccontato nell’edizione del 14 settembre, i sindaci Samuele Cavadini e Bruno Arrigoni (entrambi del Partito Liberale radicale) hanno dato la loro disponibilità ad essere ancora della partita anche per la prossima legislatura. E i sindaci degli altri comuni del Distretto hanno già preso una decisione? Abbiamo fatto un primo giro d’orizzonte a nord del Mendrisiotto.

A Stabio il sindaco Simone Castelletti (PLR) ha tutta l’intenzione di ripresentarsi. Classe 1983 e in carica dal 2016, Castelletti ci conferma di aver già comunicato alla Sezione del partito la disponibilità per un ulteriore mandato. Sezione che lunedì prossimo tratterà il tema. Cos’ha spinto il sindaco a volersi ricandidare? «La volontà nel continuare a lavorare e impegnarmi per raggiungere quegli obiettivi che ritengo essere primari – ci risponde –. Ovvero il benessere e il miglioramento della qualità di vita all’interno del Comune». Per Castelletti una delle parole d’ordine è «progettualità». E dunque progetti. Quali sono particolarmente a cuore al sindaco? «Il primo riguarda il futuro centro sportivo: nel 2016 abbiamo acquisito i sedimi e il Consiglio comunale ha nel frattempo avallato la progettazione. Ora il Legislativo si esprimerà in merito alla realizzazione». Il secondo, invece, è quello del «rifacimento di diverse arterie principali sul nostro territorio e l’introduzione di una zona 30 km/h nel comparto residenziale allargato». Due esempi ma l’elenco è lungo: «Siamo un Comune che sta investendo tanto, diversi progetti sono stati approvati e adesso entreranno nella fase esecutiva. Nei prossimi tempi – evidenzia – il comune cambierà faccia».

Altrettanto motivato sembra essere un altro sindaco dell’alto Distretto. Siamo in Riva al Ceresio, dove abbiamo posto la domanda ad Antonio Guidali, alla sua prima legislatura (corta) da sindaco di Riva San Vitale. «Sono a disposizione per un nuovo mandato – ci dice senza troppo titubare – sono in carica da soli tre anni e ho ancora molti desideri da realizzare». Quali? Gli chiediamo allora: «I progetti in corso nel comune sono molti - spiega in questo caso senza sbilanciarsi troppo -. Non ho in ogni caso ancora parlato con il partito (Il Centro, ndr), quindi la mia candidatura deve ancora essere discussa e ufficializzata».

Restiamo sul lago, spostandoci a Brusino, comune politicamente luganese ma geograficamente momò. «Ci sto pensando, ma non ho ancora sciolto le riserve», ci confida la sindaca Elena Polli, del Gruppo Popolare Brusinese. Anche per lei quella in corso è la prima legislatura a capo dell’Esecutivo.

Tra i decisi ad «andare avanti» c’è anche la sindaca di Castel San Pietro Alessia Ponti (Il Centro), in carica dal 2014. «Sì, l’idea è quella di ripresentarmi» ci conferma. All’interno della Sezione il discorso è già stato trattato, seppur in modo non approfondito. Ponti ci spiega altresì che la prossima sarà in tutti i casi «l’ultima legislatura». Una delle maggiori motivazioni che ha spinto la sindaca a dare la propria disponibilità è legata al «portare a termine la revisione del Piano regolatore». Il tutto, ci spiega, è nato con il PAC, il Programma d’azione comunale per lo sviluppo insediativo centripeto di qualità. Tra gli obiettivi vi sarà «la riqualificazione del centro paese sulla base del concorso effettuato». Si punterà anche a «mantenere la maggior parte delle zone verdi», senza dimenticare «la qualità di vita che abbiamo oggi». Insomma, «uno sviluppo sostenibile».