Il granito ora viaggia online

La pietra della Riviera è arrivata anche sul tetto di Europa, raggiungendo i 3.454 metri d’altitudine dello Jungfraujoch tra le Alpi Bernesi e Vallesane. La si trova in tutte le città svizzere grazie soprattutto alla costruzione della ferrovia del San Gottardo a fine Ottocento, ma anche fuori dai confini nazionali come, ad esempio, ad Astana, capitale del Kazakistan, o ancora negli Stati Uniti, nei Paesi Bassi, in Germania ed in Italia. Insomma, granito e gneiss della Riviera hanno conquistato il mondo quale materiale impiegato nella costruzione di edifici pubblici e monumenti. Ma pochi, anche rimanendo entro i confini nazionali, conoscono i luoghi dove da oltre un secolo questo materiale viene estratto e lavorato. Ora, però, per tutti coloro che volessero avvicinarsi alla storia, al territorio e all’industria della pietra hanno a disposizione uno strumento formidabile: il sito Internet www.viadellapietra.ch realizzato dall’omonima Associazione in collaborazione con l’Istituto Scienze della Terra della SUPSI. «Sito che, insieme ad una cartina geoturistica, segna la conclusione della prima tappa del progetto avviato all’inizio del nuovo millennio su iniziativa di Massimo Ferrari e Stefano Zerbi e con l’intento di valorizzare l’industria locale del granito ed il territorio nel quale è insediata» ha rammentato Tarcisio Bullo, presidente dell’Associazione Via della pietra durante un incontro con la stampa tenutosi ieri al castello di Sasso Corbaro.
Se il progetto si chiama, appunto, Via della Pietra, i percorsi riportati nel sito Internet e nella cartina geoturistica sono in realtà tre. Partendo da Bellinzona giungono fino a Giornico, in Leventina, e al castello di Serravalle, in valle di Blenio, mettendo in risalto la pietra naturale in tutte le sue forme e lo stretto legame che ha con il territorio. Percorrendo il primo percorso si potranno scoprire i vari aspetti della natura della pietra, la sua importanza nella modellazione del paesaggio, le sue interazioni con gli organismi viventi e con l’uomo. Il secondo conduce invece attraverso le mille sfaccettature della lavorazione della pietra, le opere realizzate con questo materiale naturale e come l’uomo è riuscito a plasmarlo e a sfruttarlo. I testimoni silenziosi delle modifiche territoriali e delle società che si sono succedute nel tempo tra Bellinzona e le Tre Valli ambrosiane sono invece parte integrante del terzo percorso tematico dedicato al vivere con la pietra. Tre percorsi, ha fatto rilevare Bullo, che valorizzano il territorio a nord della Città di Bellinzona consentendo di scoprire, o riscoprire, un territorio tutto sommato intatto e in gran parte nascosto.
Come mostrato da Cristian Scapozza dell’Istituto Scienze della Terra della SUPSI, il sito contiene duecento punti di interesse indicati sulla cartina digitale. Cliccandoli si accede a schede descrittive ed approfondimenti con una miriade di informazioni a carattere naturalistico, storico, culturale e sociologico. Monumenti, fontane, edifici religiosi, storici e rurali, ponti, iscrizioni e, ovviamente, anche tutte le cave che formano il principale bacino estrattivo di pietra naturale della Svizzera trovano spazio nel sito con materiale fotografico e documentale inedito. Un vero e proprio patrimonio a portata di mouse o anche solo di dito, visto che il sito è approntato anche per essere consultato con tablet o smartphone. E al quale la cartina geoturistica è collegata grazie ai codici QR.
Il progetto della via della Pietra non si ferma con la messa in rete del sito e la pubblicazione della cartina geoturistica. La sua seconda fase prevede infatti la posa di 18 pannelli didattici lungo i tre percorsi tematici ed altre azioni di promozione (volantini e un video professionale) per un investimento stimato in 70.000 franchi che va ad aggiungersi a quelli già stanziati per la prima fase del progetto. Per l’anno prossimo è poi in preparazione un secondo Simposio sulla pietra dopo quello tenutosi nel 2008. Per il 2021 l’idea è infine quella di implementare sul territorio anche un’ attività di animazione dentro e fuori le cave per dare sostanza e visibilità al progetto. Sempre in quest’ottica, l’Associazione studierà anche la questione della posa delle porte di granito che dovrebbero dare un segno tangibile della presenza sul territorio della Via della pietra segnandone in confini in entrata ed in uscita.