Il gruppo Kering dimezza in Ticino

L’industria della moda subisce un nuovo scossone. Il Gruppo Kering, che già in ottobre aveva avviato un parziale ridimensionamento in Ticino e che nelle scorse settimane ha dovuto affrontare e risolvere il pesante contenzioso fiscale con l’Italia, dimezzerà la sua presenza nel nostro cantone. Nel triennio 2020-2022 saranno soppressi 400 degli 800 posti di lavoro oggi presenti, come confermato da una fonte del «Corriere del Ticino». Gli impieghi saranno trasferiti in Italia, in un nuovo mega-stabilimento nei pressi di Novara. La decisione rientra in un piano complessivo di revisione del sistema logistico dell’intero gruppo nel mondo, che interessa anche gli Stati Uniti, Hong Kong e Dubai.
In Ticino il gruppo non dispone di un unico centro logistico, ma è organizzato in tre stabilimenti principali (Sant’Antonino, Bioggio e Cadempino) ai quali si affiancano magazzini minori, per un totale di una ventina di siti. La revisione decisa dal gruppo comporta lo smantellamento di gran parte del centro di Sant’Antonino (dove rimarranno poche attività non logistiche) e completamente di quello di Bioggio, nonché dei magazzini secondari. Il grosso dell’attività del gruppo Kering, quando il piano sarà a regime nel 2022, si concentrerà a Cadempino (servizi alla clientela, finanze, altre funzioni di supporto). Come detto, gli impieghi in Ticino saranno ridotti a 400 unità, cioè alla metà degli attuali effettivi. Ai dipendenti toccati dal cambiamento (in grande maggioranza frontalieri) verrà offerto il trasferimento nel nuovo mega-centro presso Novara. Il Gruppo Kering, essendo associato a Ticinomoda, è firmatario del contratto collettivo di lavoro del ramo.
Il ridimensionamento della presenza in Ticino avrà importanti ripercussioni sul piano del fatturato e degli utili tassati qui e pertanto anche sui gettiti fiscali (del Cantone e soprattutto dei Comuni interessati). Non sono disponibili cifre, ma è molto verosimile che la perdita di gettito fiscale sia milionaria a due cifre, sommando imposta cantonale e comunale. Sulla scelta dello spostamento in Italia dell’organizzazione logistica non sono evidentemente estranee le pressioni esercitate dalle autorità fiscali italiane e la pesante multa pagata recentemente dal gruppo oltre confine.
A questo si aggiunge la difficoltà di realizzare nel nostro cantone un centro logistico unico che risponda alle esigenze della nuova impostazione decisa dal gruppo. Secondo la nostra fonte, il forte sviluppo degli ultimi anni rende difficoltosa la gestione delle merci in entrata e in uscita nei diversi siti in Ticino (come detto, una ventina in totale). Il nuovo centro presso Novara occuperà un’area di ben 160mila metri quadrati (a Sant’Antonino, a titolo di paragone, il gruppo dispone di un’area di soli 20mila metri quadrati). Il nuovo modello di gestione dei flussi delle merci dovrebbe comportare un consistente aumento dei posti di lavoro in Italia.