Centro culturale

Il LAC di Lugano cambia menù

Finisce l’era Gabbani nella gestione del food & beverage del centro culturale - Ad aggiudicarsi il concorso una ditta con sede a Mezzovico
(Archivio CdT)
Chiara Nacaroglu
17.06.2019 15:18

LUGANO - Il menù del LAC cambia: dopo un quadriennio si chiude il sipario sull’esperienza di Gabbani nella gestione dei servizi food & beverage al centro culturale. La ditta luganese - che in città gestisce dall’anno scorso anche il Lido Riva Caccia - non si è aggiudicata il mandato messo a concorso per il periodo 2020-2026: ad avere la meglio è stata la Easydiet Sagl. La decisione è stata ratificata venerdì dal Consiglio direttivo del LAC e le aziende sono state informate oggi, lunedì. Non si è trattato certo di un concorso affollato dato che, oltre alle due aziende sopracitate, solo un’altra ditta vi ha partecipato. Si tratta della EBYS Management SA, la società che ha già in gestione il bar Palace Cafè in Piazza Luini (arrivata seconda in graduatoria). Soddisfatto il presidente dell’Ente autonomo del LAC Roberto Badaracco. «Ci aspettiamo tanto entusiasmo da questa nuova gestione, un vero e proprio rilancio del settore food & beverage - afferma - I tempi sono maturi per un salto di qualità». Il Consiglio direttivo del Lugano Arte e Cultura, d’altronde, in occasione del lancio del concorso aveva illustrato come «il servizio di ristorazione viene considerato parte integrante dell’esperienza LAC e contribuisce a trasformare gli spati pubblici del centro culturale in un luogo d’incontro».

La Easydiet Sagl, con sede a Mezzovico, dovrebbe occupare i tre spazi del centro culturale adibiti alla ristorazione a partire da gennaio 2020, ma sembra che il cambio gestionale possa arrivare anche prima, con l’inizio della nuova stagione a settembre. Aperta nel 2012, la società a garanzia limitata è gestita dall’avvocato locarnese Gabriele Gilardi, balzato agli onori della cronaca per il suo ruolo (insieme al padre Stefano) alla guida del FC Locarno fino al 2014, anno in cui ha lasciato il club - poi fallito nel 2018 - nelle mani di Michele Nicora. Di lui si era parlato anche per due intricate vicende di calciomercato internazionale, una delle quali aveva come protagonista l’attaccante argentino Gonzalo Higuain. Easydiet, si legge sul suo sito Internet, offre un servizio di «dieta a domicilio», fornendo giornalmente pasti completi direttamente a casa del cliente. Con Easyscene la società si occupa di catering su tutto il territorio ticinese, mentre con Easyeat della ristorazione aziendale.

Una corsa per pochi

Quando è stato pubblicato il bando di concorso – un malloppone da 35 pagine – il consiglio direttivo del LAC aveva annunciato alcuni cambiamenti per rilanciare i tre spazi adibiti alla ristorazione (al pian terreno, al mezzanino della Hall e in Piazza Luini). In programma c’è infatti il loro abbellimento, ingrandimento e un prolungamento degli orari d’apertura, oltre all’installazione di opere d’arte. Il tutto per ovviare a quello che è sempre stato definito il «peccato originale» del centro culturale, ovvero l’assenza di un vero ristorante. Le premesse, quindi, c’erano tutte. Perché allora solo in tre hanno partecipato al concorso? Troppo severi i requisiti richiesti? Troppo elevati i rischi imprenditoriali? È probabile che questi fattori abbiano contribuito a far desistere altre ditte attive sul territorio. Abbiamo chiesto un parere a Renzo Notari, responsabile di Chronoparty, ditta di ristorazione e catering che gestisce, tra le altre cose, la mensa del campus USI di Lugano. «Veniva richiesto un investimento importante a condizioni da noi ritenute svantaggiose», spiega. «Abbiamo analizzato il capitolato e i requisiti erano severi: in pratica il privato si deve assumere i rischi imprenditoriali ed effettuare un grosso investimento senza però avere un concreto potere decisionale. Per questo ci siamo chiamati fuori», conclude Notari.

Paura di esporsi

«Devo ammettere che siamo rimasti un po’ delusi dalla scarsa partecipazione, – spiega ancora Badaracco – pensavamo che si presentasse un numero maggiore di aziende. In molti ci hanno spiegato di aver rinunciato anche per la paura di sovraesporsi».

E chi non ricorda la polemica che si era creata intorno al LAC dopo che la Città, nel 2015, diede in mano la gestione food & beverage a Gabbani tramite mandato diretto? Fu detto di tutto dimenticandosi, forse, che non ci furono alternative. Al concorso indetto nel 2012 si presentarono in due, ma nessuno rispettava i requisiti richiesti. Si fece quindi un sondaggio tra gli esercenti luganesi, per capire chi fosse interessato. E ancora, nessuno si fece avanti. Finché, nel 2014, la famiglia Gabbani si disse pronta ad assumersi il rischio di gestire il servizio. Il contratto fu siglato nel marzo 2015, sei mesi prima dell’inaugurazione del centro culturale il cui futuro, a quel tempo, era un’incognita. E se ad oggi il ruolo del LAC si è consolidato, poco è cambiato dato che solo due nuovi attori si sono presentati sulla scena.

COSA CAMBIA?

AFFITTO

Con il nuovo mandato cambia il sistema d’incasso degli affitti, che non si baserà più solamente sulla cifra d’affari registrata dai ristoratori. L’affitto base è stato fissato a 40 mila franchi l’anno fino al raggiungimento di una cifra d’affari di 500 mila franchi (nella prima fase, il contratto con Gabbani prevedeva invece il versamento di 20 mila franchi solo nel caso in cui la cifra d’affari dei gestori avesse raggiunto i 2 milioni). Se si supererà il mezzo milione, verrà ceduta una percentuale al LAC come commissione.

CATERING

Cambia anche la politica del servizio di catering. La Easydiet Sagl sarà partner principale del Lugano Arte e Cultura e dovrà sborsare una commissione del 10% sugli eventi ma, a differenza di quanto accadeva con Gabbani, non verrà imposta una commissione più alta ad eventuali altri esercenti incaricati di occuparsi del catering all’interno del centro culturale.