La storia

Il laghetto di Muzzano e la lotta per la biodiversità

Le misure di rinaturazione dello specchio d’acqua di proprietà di Pro Natura stanno lentamente funzionando – La direttrice: «C’è chi mi ha chiamato perché aveva la cantina piena di rospi: non potevo essere più contenta»
©CDT/Archivio
Federico Storni
03.12.2022 06:00

Pro Natura è proprietaria del laghetto di Muzzano dal 1945. Lo acquistò per tutelare una varietà unica al mondo di castagna d’acqua, la Trapa natans var muzzanensis. Che però, malgrado gli sforzi, si è estinta a fine anni Sessanta. E anche una specie locale di ninfea è stata «evacuata» alle isole di Brissago e attende paziente - parliamo ancora di alcuni anni - di poter tornare a casa. Il problema, sostanzialmente, era dovuto all’inquinamento delle acque del laghetto a causa degli scarichi casalinghi e artigianali, come pure agli stramazzi delle fosse di liquame delle fattorie. La più grande moria di pesci si registrò nel 1994: oltre 16 tonnellate. Ma la situazione in questo secolo è costantemente migliorata e cominciano a vedersi i primi risultati: «In seguito ai diversi lavori di valorizzazione alcune persone che abitano nei pressi del laghetto mi hanno chiamato per dirmi che aveva no le cantine piene di rospi: non potevo essere più contenta», dice Serena Britos, direttrice di Pro Natura Ticino.

Ambiente fast food

Britos si occupa personalmente di Muzzano - affettuosamente lo definisce «il mio laghetto» - e in questo periodo sta seguendo l’iter per l’approvazione di nuove misure per aumentare la biodiversità nell’area (la domanda di costruzione era agli albi comunali di Muzzano e Sorengo in questi giorni): «Sono lavori studiati per i prossimi dieci anni. Cerchiamo di valorizzare pian pianino e per ora i risultati ci confermano che c’è stato un bell’aumento della biodiversità». Più libellule, più uccelli, il ritorno degli anfibi.

A dare la svolta è stato un piano di protezione cantonale, a cui sono seguite dieci misure a favore del laghetto e del suo bacino imbrifero frutto di una collaborazione fra Comuni limitrofi, Cantone e Pro Natura. Le più incisive per la qualità dell’acqua sono state quelle tese a identificare allacciamenti fuori norma e a impedire che le acque luride finissero nel lago in caso di forti piogge. Ma, a dimostrazione che i problemi «è più facile crearli che disfarli» ancora oggi il laghetto è ipertrofico. Semplificando, è come se chi lo abita fosse sottoposto a una dieta composta esclusivamente da cibo da fast food. Poi - la natura è varia - c’è chi in questo condizioni ci sguazza, che è il motivo per cui in estate il laghetto spesso si colora di un verde accesso: una fioritura algale.

Per questo problema bisognerà portare pazienza (la situazione è in miglioramento). Intanto uno fra gli interventi più decisivi è rappresentato da «un fiumiciattolo che sembra roba da niente». E «sembra» è la parola chiave. Perché, spiega Britos, il fiumiciattolo, che è stato riportato a cielo aperto, «ha creato connessioni importanti. In particolare ha permesso di ricreare un passaggio faunistico verso Cappella Agnuzzo e il bosco: un legame che il laghetto con l’urbanizzazione aveva perso». Ed è così che sono tornati i rospi nelle cantine.

Zone umide

Pro Natura, in collaborazione con ilCantone e appoggiandosi alla ditta specializzata in igegneria ambientale Oikos, sta poi lavorando nelle zone di confine del laghetto, e anche i lavori prospettati vanno in questo senso: «Creiamo delle zone umide che favoriscano la biodiversità in tanti punti d’acqua dissimulati tra i canneti: un sistema che abbiamo visto sta dando buoni risultati. Con i prossimi lavori intendiamo creare zona di riva più umide e inondabili per favorire le specie idrofile. Piantumeremo anche degli arbusti per fare sentire protetti gli animali, che evitano gli spazi aperti, e per aiutarli a spostarsi. Funziona anche per i pipistrelli».

Svago e didattica

In tutto questo il laghetto è molto gettonato per una passeggiata (e i problemi di convivenza tra natura e uomo - dice Britos - sono tutto sommato contenuti) e anche per imparare qualcosa. Pro Natura è proprietaria di un edificio detto Casetta del Pescatore o Aula sull’acqua, che ospita frequentemente scolaresche: «E quest’anno abbiamo aggiunto un piccolo apiario didattico».

«Riceviamo tante notifiche positive dalla popolazione - conclude Britos. - E i Comuni vicini collaborano affinché la qualità dell’acqua migliori. Sono felice di poter gestire una riserva così ben amata».

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