Mobilità

«Il limite a 30 non rallenta gli autobus: ecco tutti vantaggi»

Secondo uno studio, abbassare il limite sulle strade col 50 all'ora non penalizza i mezzi pubblici: ne parliamo con Bruno Storni, presidente dell'Associazione traffico e ambiente Sezione della Svizzera Italiana
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Michele Montanari
03.02.2023 09:30

I 30 km/h fanno discutere, specialmente se di mezzo ci sono i trasporti pubblici. Dal primo gennaio di quest’anno, in Svizzera, è diventato più facile per i Comuni abbassare il limite di velocità per i veicoli, in quanto non è più necessario fare un’analisi tecnica per creare una Zona 30. Un misura, questa, che permette di risparmiare tempo e denaro. Ovviamente, su alcuni tragitti col 30 passano anche i mezzi pubblici e questo ha suscitato parecchi dubbi sulla possibilità di abbassare il limite anche nelle strade principali - con il limite a 50 - in quanto bus e tram verrebbero eccessivamente rallentati. Ma è davvero così? Secondo un recente studio commissionato dall’Associazione traffico e ambiente (ATA) alla Metron Verkehrsplanung AG, il limite a 30 km/h ha sì degli effetti sui tempi di percorrenza dei trasporti pubblici, ma si tratta di un effetto ridotto, che può essere minimizzato o evitato con misure adeguate. Ne abbiamo parlato con il consigliere nazionale socialista Bruno Storni, presidente dell’ATA Sezione della Svizzera Italiana.

«Velocità media già inferiore ai 50 km/h»

Bruno Storni spiega: «Oggi ci sono 4 milioni di svizzeri che abitano in una Zona 30. Queste zone funzionano, ne sono state fatte migliaia in tutta la Svizzera. In Ticino centinaia. Con lo studio Metron, abbiamo preso in considerazione le strade di scorrimento, dove il limite è di 50 km/h. Su queste, per abbassare il limite, bisogna fare una perizia, perché la legge prevede che si possa passare ai 30 km/h. Uno degli argomenti contro i 30 km/h sulle strade "più veloci" è che ostacolerebbe il trasporto pubblico. Abbiamo dunque cercato di valutare il problema. Risultato? È risolvibile e i rallentamenti che si ipotizzavano per il trasporto pubblico, di fatto, a parte in determinati orari, non ci sono». Il consigliere nazionale aggiunge: «Lo studio dimostra che a livello di tempi di percorrenza già oggi, con gli attuali limiti, non si raggiungono i 50 km/h come velocità media. I bus su queste strade accelerano, decelerano, frenano, ripartono. La velocità media dei mezzi pubblici è bassa, specialmente negli agglomerati densamente urbanizzati in cui è presente molto traffico, e negli orari di punta. Nelle ore in cui c'è poca circolazione, la velocità media in effetti aumenta. In questi casi bisognerebbe adeguare gli orari e aumentare il numero delle corse». Dallo studio emerge che «per gli autobus, con l'introduzione dei 30 km/h, si può ipotizzare un aumento del tempo di percorrenza di 1,5 secondi per 100 metri (15 secondi per chilometro). Al contempo, però, i trasporti pubblici beneficiano della fluidificazione del traffico che si riscontra passando da 50 km/h a 30 km/h».

Secondo il presidente dell’ATA Ruedi Blumer: «Per i passeggeri questi irrisori aumenti del tempo di percorrenza non rappresentano alcun problema, a condizione che siano adeguati gli orari e che siano garantite le coincidenze. Gli utenti poi approfittano degli effetti positivi della riqualifica spaziale che accompagna l’attuazione delle Zone 30. Siccome il limite dei 30 km/h vale per tutti i mezzi di trasporto non è nemmeno da attendersi un trasferimento dal trasporto pubblico a quello privato motorizzato». ATA sottolinea che il leggero incremento dei tempi di percorrenza può essere compensato o ridotto al minimo con misure adeguate, come «corsie preferenziali, semafori che danno la precedenza ai trasporti pubblici o con un’adeguata progettazione delle fermate».

Meno incidenti, meno rumore, meno inquinamento

Con l'abbassamento del limite di velocità sulle strade principali nelle aree urbanizzate ci sarebbero diversi vantaggi. Secondo Bruno Storni: «Buona parte della popolazione svizzera - più di un milione di persone - vive su strade troppo rumorose, con emissioni superiori alla legge. Una misura per ridurre il rumore è proprio quella di abbassare la velocità, in questo modo si può rientrare nei parametri di legge per quanto riguarda l’inquinamento acustico. Chiaramente, riducendo la velocità, aumenta la qualità di vita, il traffico diventa più fluido, perché scorre in maniera più lineare. Ci sono meno emissioni di inquinanti, perché si usa meno combustibile. Senza contare la maggiore sicurezza stradale, specialmente per pedoni e ciclisti». Il presidente dell’ATA Sezione della Svizzera Italiana fornisce qualche dato: «Sulle strade svizzere con limite a 50 km/h ci sono 9 mila incidenti all’anno, che causano circa 80 decessi tra pedoni, ciclisti e motociclisti. Queste strade, nonostante la situazione sia migliorata negli anni, sono ancora abbastanza pericolose, per questo ATA cerca di ridurre la velocità negli abitati sulle strade principali». 

In Ticino c'è chi chiede il limite a 30 

E il Ticino? Come si sta muovendo? Bruno Storni spiega: «Il nostro Cantone, nell’ambito del progetto di risanamento fonico, è in ritardo. Il progetto doveva esser completato entro il 2018 a livello svizzero. Il Ticino sta facendo in fretta e furia, con cantieri dappertutto, per posare asfalto fonoassorbente, ma ci sono molti Comuni che hanno chiesto di introdurre il limite a 30 km/h. Qualche esempio? Minusio, Vezia o Balerna hanno chiesto il limite a 30 km/h sui tratti di Strada cantonale. Sono zone urbane, dove la gente vive: non ha senso mettere il fonoassorbente quando spendendo meno si ottiene di più, anche in termini di qualità di vita». Il consigliere nazionale conclude: «Sarebbe più facile muoversi a piedi e in bicicletta. E anche l’uso dei mezzi a due ruote aiuta a ridurre il traffico».