Il Litorale si è spiaggiato, a dicembre tutti fuori

«In questi spazi l’USI uscirà e incontrerà altre realtà: la società civile, il mondo dell’imprenditoria e quello culturale», aveva detto l’allora rettore Boas Erez nel 2019. Questi spazi - il Litorale, affacciato su piazza San Rocco in centro a Lugano - chiuderanno dopo soli quattro anni. L’USI ha infatti inviato le disdette agli utenti a partire dal 1. dicembre. Ne abbiamo parlato con l’ateneo stesso.
Quando è stata fatta questa scelta e quali sono le ragioni principali? L’USI continuerà a prendere in affitto lo spazio, o lo lascerà? Nel primo caso, per cosa lo utilizzerà?
«Il Litorale è stato fin dal principio un’iniziativa sperimentale, un progetto pilota a tempo determinato. Dopo quattro anni abbiamo deciso di concludere il progetto nel quadro di una razionalizzazione e riorganizzazione delle attività del cosiddetto terzo mandato, ovvero le attività finalizzate a concorrere allo sviluppo del territorio tramite trasferimento della conoscenza, innovazione e contributo al dibattito culturale e scientifico. Con un budget sostanzialmente immutato, l’ampliarsi delle attività di transfer e progetti come la Casa della sostenibilità ad Airolo, abbiamo dovuto fare delle scelte. La decisione di portare a conclusione l’esperienza del Litorale è stata presa formalmente nel novembre 2022, per poter andare ad effetto a partire dal 1° dicembre 2023, quando lasceremo definitivamente gli spazi. Il contratto con il locatore prevedeva infatti un termine di disdetta di 12 mesi; in virtù di tempi tecnici l’Università ha poi comunicato la disdetta agli utenti nel giugno di quest’anno, nei termini previsti dai contratti con gli stessi».
Il progetto del Litorale era nato per creare una connessione fra l’USI e la città (e i suoi cittadini) abbattendo quella barriera psicologica che esiste tuttora. L’obiettivo tuttavia non sembra essere stato raggiunto (il Litorale è stato soprattutto uno spazio per il coworking) anche perché i docenti dell’USI non hanno approfittato di questa opportunità «riempiendo» di contenuti il Litorale. Sono anche mancate quelle iniziative collaterali (conferenze, mostre, eccetera) che inizialmente erano previste per promuovere l’incontro con la cittadinanza. Come si può spiegare questo fatto?
«Iniziative da parte dei docenti e della comunità USI non sono mancate, ma è vero che non siamo riusciti a concretizzare appieno quanto avevamo immaginato. Al di là della pandemia, che non ha aiutato il consolidamento del progetto (inaugurato nell’aprile 2019), abbiamo sovrastimato l’effettiva disponibilità di tempo e risorse per coordinare, stimolare e “riempire” – riprendendo l’espressione – questa iniziativa che è andata ad aggiungersi alle attività di insegnamento e ricerca e alle attività culturali già in essere. Pensiamo che quello del Litorale sia stato comunque un contributo significativo e ringraziamo chi ha sostenuto il progetto. Durante il cammino abbiamo raccolto delle belle “conchiglie”, per restare nella metafora marinaresca. E abbiamo imparato cosa può funzionare e cosa meno. Fa parte dell’umana esperienza, non siamo infallibili».
L’idea di creare un ponte fra l’USI e Lugano e abbattere le barriere attuali rimane comunque valida per l’università? Se sì, con quali altri progetti o iniziative verrà attuata?
«Quella di una Lugano sempre più città universitaria è una visione in cui crediamo con convinzione. Continueremo a impegnarci per realizzarla, anche cercando di far “vivere” di più i nostri campus dopo la fine delle lezioni. Altre iniziative esistono già. L’Ideatorio dell’USI, che ha la sua sede espositiva a Cadro, propone molte e apprezzate attività di dialogo tra scienza e cittadinanza. Siamo in rete con Lugano Living Lab e nel novembre 2022, proprio con Lugano Living Lab e la Divisione della socialità della Città, è nato il “Punto digitale” a Pregassona: studenti volontari dell’USI si mettono al servizio della comunità offrendo assistenza a chi non ha dimestichezza con computer, smartphone e internet per questioni pratiche come acquistare online il biglietto del treno o pagare una bolletta per via elettronica, con la possibilità di ottenerne crediti formativi. Questi sono solo alcuni esempi, cui si aggiungono collaborazioni con associazioni, commissioni di quartiere, aziende. Senza dimenticare il progetto “Campus Matrix” sul sedime dell’ex Macello, che prevede una residenza per studenti e spazi per attività tese a consolidare i ponti tra cittadinanza e università, e a crearne di nuovi».