Il caso

«Il Lux non merita di essere attaccato così»

Nonostante l'annullamento della discussa serata organizzata da HelvEthica la struttura massagnese continua a ricevere e-mail e richieste di spiegazioni, con tanto di minacce – Il direttore artistico Joel Fioroni non ci sta
© CdT/Chiara Zocchetti
Marcello Pelizzari
08.09.2023 14:45

Il Lux non ci sta. E, anche giustamente, alza la voce. E questo perché, ancora oggi, stanno piovendo richieste di spiegazioni in merito alla serata-conferenza organizzata da HelvEthica e Amici della Costituzione in agenda il prossimo 12 settembre. Una serata intitolata La distruzione della libertà in nome della libertà? Ideologia del gender: parliamone che, complice una lettera anonima circolata sui social e ripresa dai molinari, è balzata agli onori della cronaca. Fino, appunto, alla cancellazione dell’evento decisa proprio da HelvEthica, dopo che lo stesso Lux si era dissociato dai contenuti dell’evento e dai relatori presenti, Silvana De Mari e Gianfranco Amato.

Joel Fioroni, direttore artistico della struttura, fatica a comprendere un astio simile: «Continuano ad arrivarci e-mail e richieste, dai toni simil terrorismo mediatico. Abbiamo ricevuto e riceviamo insulti, anche minacce. Tutto ciò non ha senso, a maggior ragione se pensiamo che l’evento – e ci tengo a ribadirlo con forza – è stato annullato. Ed è stato annullato, fra l’altro, dopo che il Lux si è dissociato dai contenuti di quella serata. Siamo, insomma, il bersaglio sbagliato. Il che, si badi, non significa che non ci assumiamo la nostra parte di responsabilità».

La speranza, tuttavia, è che un simile polverone, ora, si plachi. «Di e-mail, ancora adesso, ne arrivano ogni due o tre minuti. Finora ho risposto sempre in maniera cordiale, anche ieri attraverso il comunicato diffuso agli organi di stampa. Sto informando chi ci scrive che, appunto, la conferenza è stata annullata. Il problema è che, così, non riusciamo a lavorare. Detto di questo evento, il Lux è operativo tutti gli altri giorni della settimana». Fioroni è deluso. Deluso perché, fino a questa vicenda, «il Lux aveva sempre ricevuto elogi e complimenti per la sua offerta culturale». Di più, «questo accanimento nei nostri confronti non ha più ragione di esistere. Potevo capirlo ieri, quando la lettera è stata pubblicata anche dai portali online, ma l’evento non si farà più. Quindi, davvero, basta».

Non possiamo essere il bersaglio di simili attacchi, dal momento che non abbiamo né organizzato questo evento né invitato direttamente i relatori. Con il senno di poi, lo riconosco, è tutto più semplice

Fioroni, a proposito di responsabilità, non si nasconde. Pur precisando, una volta di più, che il Lux «non ha mai operato censura su chi vuole affittare i nostri spazi per organizzare eventi». Il problema, nel caso specifico, «è che le informazioni dettagliate sull’evento di HelvEthica ci sono arrivate quando è stato pubblicato l’invito, quindi alcuni giorni fa. E quando abbiamo visto l’invito, beh, ci siamo resi conto che, viste anche le discussioni attorno all’agenda scolastica, la nostra struttura avrebbe ospitato un evento scomodo». Scomodo ma non illegale, mettiamola così. «E infatti noi abbiamo sempre garantito disponibilità a tutti, nel rispetto delle regole. Ma non possiamo essere il bersaglio di simili attacchi, dal momento che non abbiamo né organizzato questo evento né invitato direttamente i relatori. Con il senno di poi, lo riconosco, è tutto più semplice. Eppure, per certi versi non conta che io personalmente o il Lux come struttura siamo di quanto più lontano esista rispetto alle tematiche che la serata intendeva affrontare».

Il danno economico e d’immagine, intanto, è bello che fatto. «C’è chi intendeva organizzare eventi futuri e si è tirato indietro, mentre fra le e-mail di protesta ricevute c’è anche chi ha annunciato di non voler più venire a vedere i film da noi. Affronteremo tutto questo, sperando che la tempesta passi in fretta e che il Lux possa risollevarsi. Al momento, ahimè, siamo un po’ sotto assedio. Via social, via e-mail come detto, via telefono addirittura. Mi auguro, una volta per tutte, che queste mie parole facciano chiarezza».

Chiarezza anche rispetto ai temi, da sempre, cari alla struttura, fra cui l’inclusione. «Questi attacchi, direi, non sono del tutto meritati. Chi ha scritto quella lettera, alla fine, ha avuto una certa facilità nel far passare il messaggio. È stato fatto tutto in modo violento. E l’obiettivo è stato infine raggiunto a nostre spese. Non è facile tenere vive le sale cinematografiche come la nostra. L’impegno è tanto. E situazioni del genere non aiutano di certo».