Il mega puzzle dei terreni a Breggia a cui si lavora da un decennio

Prendiamola alla lontana. In seguito al decesso del geometra Luigi Biasca, nel 1954 la Schweizerische Zeitschrift Für Vermessung, Kulturtechnik und Photogrammetrie lo ricordava così: «Non possiamo tacere la nostra ammirazione per la straordinaria attività di questo uomo che nei trent’anni trascorsi dal 1923 ha progettato e diretto, fra altro, col suo personale, 57 degli 85 raggruppamenti realizzati nel Cantone. Sono pochi certamente gli uffici tecnici della Svizzera che possono vantare un tale certificato di attività, specie nel campo così difficile dei raggruppamenti dei terreni. Chi conosce infatti le difficoltà intrinseche di questi lavori, non tanto quelle tecniche, ma quelle psicologiche dovute all’ambiente speciale che si crea fra i proprietari, sa quanta pazienza e serenità occorrono per trattare e per convincere ognuno di essi». Quello del raggruppamento terreni oggi in Ticino non è praticamente più un tema, proprio perché il grosso lavoro è stato fatto da tempo. Non è così a Breggia, dove a questa procedura - che coinvolge 1’158 proprietari e 3’273 particelle tra Bruzella, Cabbio e Muggio - si sta lavorando ormai da un decennio. Si tratta dell’ultima grande ricomposizione particellare del Cantone. Abbiamo voluto capire come sta andando.
Stanziato un milione e mezzo
A occuparsi della procedura è il Comune, che all’uopo ha stanziato quasi un milione e mezzo nel 2014. Comune che però è anche parte in causa, ragion per cui concretamente la cosa è stata in mano all’ingegnere geometra incaricato, che ha sia allestito il progetto di nuovo riparto, sia intrattenuto i rapporto con i proprietari interessati, raccogliendo le osservazioni di ognuno di loro. Come ci è stato spiegato dalla capodicastero Economia pubblica di Breggia Cristina Cattaneo e dall’Ufficio tecnico, il lavoro per il Comune inizialmente è stato soprattutto capire come porsi rispetto ai propri terreni interessati dalla procedura. Il picco di lavoro è stato a fine estate 2020, al momento della pubblicazione del nuovo riparto. Questa è avvenuta in piena pandemia, con necessità di distanziamento, e anche per tale motivo è stato deciso di esporre i piani nella palestra di Lattecaldo, adibita allo scopo. Palestra in cui per un mese è passata una fiumana pressoché ininterrotta di persone a prendere visione dei lavori. Al di fuori di questo picco, l’argomento non ha invece totalizzato il discorso pubblico in Comune, anche perché il lavoro, benché le particelle toccate coprono più della metà del territorio comunale, riguarda in gran parte boschi privati e terreni patriziali.
Qualche numero
Da questa prima pubblicazione sono emersi 116 ricorsi, evasi negli anni successivi da una Commissione apposita statuita dal Consiglio di Stato. A oggi il nuovo riparto è quasi cresciuto in giudicato: resta da risolvere una decina di ricorsi in seconda istanza (toccherà farlo al Tribunale amministrativo cantonale). Ricorsi che, ci viene riferito dal Comune, in ogni caso non muteranno in modo significativo il riordino particellare. Dieci anni fa l’obiettivo era passare da 3.273 particelle a 1.737. Alla fine se ne conteranno esattamente 1.741.
I prossimi passi
L’esercizio è stato fatto allo scopo di rivedere la struttura fondiaria in modo da ottenere delle particelle conformi e di dimensioni tali da permettere una migliore utilizzazione del suolo in generale e di quello edificabile in particolare. Il principio prevede che i proprietari abbiano diritto all’equivalente in natura del loro terreno prima della ricomposizione particellare (quindi non per forza della stessa grandezza). Ciò nel concreto non è mai possibile al centesimo e pertanto sono previsti, se del caso, dei conguagli. Cresciuto il giudicato il nuovo riparto, il Cantone procederà alla Misurazione ufficiale che fungerà da base per allestire il Registro fondiario definitivo. Quello in vigore è provvisorio: più questo strumento è preciso meno grattacapi ci sono ad esempio in caso di compravendita. La proprietà privata, in altre parole, sarà maggiormente tutelata.
Gli «scomparsi»
L’eccessivo frazionamento dei terreni a Breggia, come altrove, è dovuto anche alle pratiche ereditarie e successorie del passato secondo il diritto romano. Ciò ha pure comportato un’oggettiva difficoltà, in un numero non trascurabile di casi, nel capire di chi fosse questo o quel terreno. Il Comune ci ha riferito che si sono fatti sforzi anche oltre al minimo previsto dalla Legge per venirne a capo, ad esempio interrogando chi vive sul posto da molti anni e ricostruendo alberi genealogici. C’è quindi chi si è riscoperto proprietario di terreni, e c’è anche chi della cosa non è stato necessariamente entusiasta, dato che parliamo soprattutto di appezzamenti boschivi e non edificabili. Per un certo numero di terreni è poi stato impossibile a oggi risalire ai proprietari. In questi casi sono stati assegnati al Comune, che su di essi ha diritto di prelazione. Quelli giudicati non interessanti verranno invece battuti all’asta. Al contempo sarà costituito un accantonamento finanziario qualora nei prossimi anni si dovessero palesare dei proprietari a oggi ignoti.
Ancora alcuni anni
Per arrivare al nuovo riparto nel 2014 si stimava un quinquennio di lavoro. Complice la pandemia, i tempi si sono dilatati. Ora per completare la Misurazione ufficiale si stima servirà un altro triennio, e poi un altro anno ancora per stilare il Registro fondiario definitivo.