Iniziativa

Il Mendrisiotto sale sul palco e si trasforma in opera lirica

Una leggenda intrinsecamente momò, una donna coraggiosa, due romanzi storici e altrettante formazioni musicali, tre amici e cinque cantanti, ma anche tanto lavoro, hanno portato alla nascita dello spettacolo «Maddalena»
Sullo sfondo: la leggenda del Mago di Cantone. © Ti-Press/Alessandro Crinari
Lidia Travaini
23.05.2023 22:30

Ci sono molteplici vie per omaggiare un territorio, la sua storia e la sua cultura. Il progetto presentato nella suggestiva e altrettanto legata al territorio cornice del Museo Vincenzo Vela di Ligornetto è sicuramente una via orginale e «coraggiosa», come è stato sottolineato subito in conferenza stampa. Un’opera lirica che rappresenta il Ticino, e in particolare il Mendrisiotto. Dietro questa iniziativa c’è un trio. Un trio che da anni sogna (e pianifica) di completare una trilogia: Carlo Balmelli, Rodolfo Bernasconi e Renato Bullani. Su loro iniziativa nel 2003 e nel 2007, in piazzale alla Valle e nel parco di Villa Argentina, furono messi in scena «Sacra terra del Ticino» e «Guglielmo Tell». Il sogno, come anticipato, era di completare la trilogia. E di farlo con un’opera inedita e intrinsicamente legata al territorio.

Decisivo in questo processo sono state le pubblicazioni di due libri, i primi due romanzi di Carlo Silini «Il ladro di ragazze» e «Latte e sangue». «A quel momento ci siamo detti che forse avevamo trovato la storia intrigante che ci serviva», ha spiegato Bullani. A far da sottofondo ai libri la vicenda del Mago di Cantone, una sorta di mito fondante del Mendrisiotto.

«Forte e coraggiosa»

L’aver trovato la storia attorno a cui imbastire un’opera lirica non ha però fatto diventare meno tortuosa strada verso la concretizzazione del progetto. Gli ostacoli da superare sono stati molteplici. Primo tra tutti una certa reticenza iniziale da parte di Silini. Sentimento che ha ammesso lui stesso: «Trovavo difficile immaginare la trasposizione dei libri in un’opera lirica. Ma poi – ha ammesso – mi è stato teso un amichevole agguato attorno a un tavolo e di fronte una fondue chinoise e mi sono convinto». Una scelta, questa, di cui Silini non si pente nemmeno un po’.

Il risultato è un’opera dal titolo «Maddalena», donna che è anche la protagonista dei romanzi. Una donna che ha vissuto nel 1600 a Mendrisio. Ambientata a metà seicento tra il Ducato di Milano e i baliaggi svizzeri a sud delle Alpi, quella di Maddalena è una storia sensuale e violenta – riassumono i promotori del progetto costato quasi un milione di franchi – in cui magia bianca e magia nera si intrecciano alle vicende popolari e alle radici del Ticino, ispirata all’antica leggenda di un negromante svizzero e della sua giovane e bellissima nemesi. «Maddalena incarna la forza nascosta delle donne che hanno costituito la colonna vertebrale del nostro territorio. È un profilo forte e coraggioso», ha invece riassunto Silini.

«Maddalena» non è solo la prima opera ispirata al nostro territorio, ma anche la prima opera lirica composta per orchestra di soli fiati. La musica è stata affidata a Thomas Trachsel, l’interpretazione alla Civica Filarmonica di Mendrisio, che sarà diretta da Carlo Balmelli; le parti corali saranno invece affidate al Coro Lirico di Lugano diretto da Andrea Cupia. «Sarà anche l’occasione per avvicinare il grande pubblico alla lirica», ha detto Balmelli. «È stato un grande onore per me scrivere la musica su questa storia», ha invece sottolineato Trachsel, che ha ammesso di aver lavorato un anno e sei mesi per due ore di musica. Sul palco saliranno poi cinque cantanti lirici di fama internazionale: Stephanie Bühlmann, Camilla Antonini, Gianluca Zampieri, Julia Gertseva ed Eugene Villanueva.

Da Arzo a Lugano

L’opera sarà messa in scena il 3, 4 e 5 novembre al Palazzo dei Congressi di Lugano. «L’idea iniziale era di optare per le cave di Arzo, sia per creare ulteriore legame con il territorio, sia perché la storia è ambientata in gran parte sul San Giorgio», ha ammesso Bullani. Non è però stato possibile, troppi gli «impedimenti oggettivi» dovuti in particolare al fatto che il San Giorgio è protetto dal label UNESCO. Un esempio? «Avremmo dovuto garantire una distanza di 30 metri dalla parete di marmo, sacrificando 500 potenziali posti a sedere».

Per poter concretizzare l’intero progetto è stata costituita un’apposita associazione. Si chiama Maddalena, non a caso, e ne fanno parte Silini, Balmelli, Bernasconi, Bullani, ma anche Edo Bobbià, Giampiero Ceppi e Diego Bernasconi che sarà regista dell’opera. «Potrò consultarmi sia con l’autore dei testi, che con il compositore, un privilegio», ha commentato Bernasconi junior. Le scene sono frutto del lavoro di Tobia Botta.

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