«Il mio sogno? Una nuova sala per il teatro di prosa al LAC»

Per ora è un’idea, una suggestione. Di più. Michel Gagnon, direttore fino al 31 agosto del LAC, (alla RSI) l’ha definito un sogno. Un sogno che se mai diventerà realtà - le incognite e gli ostacoli prima di vedere il progetto andare in porto potranno essere molti - potrà regalare ancora più successi al centro culturale ma anche al mondo del teatro di prosa e a quegli artisti locali, che hanno bisogno di luce e visibilità, nonché di un riconoscimento del loro valore. Tutto questo partendo da un assunto.
Nata dieci anni fa, la struttura nel corso del tempo si è dimostrata, per usare le parole espresse lo scorso 29 agosto dal presidente dell’Ente autonomo del LAC e vicesindaco di Lugano, Roberto Badaracco, un volano per tutta la rete culturale della regione e un motore di crescita sociale ed economica per la città. Parole che hanno fatto il paio con quelle di Gagnon.«Il LAC è un’istituzione matura - ha detto l’ex direttore, lasciando il testimone ad Andrea Amarante - con una programmazione dinamica e multidisciplinare, favorita da una direzione artistica forte e coesa e da una vivace attività di mediazione culturale».
I risultati raggiunti in dieci anni di attività sono stati insomma importanti. Ma alzare l’asticella si può sempre. Come sognare, del resto. Ecco perché sul tavolo del Consiglio direttivo c’è uno studio di fattibilità che ha come obiettivo quello di dare ancora più corpo e significato al centro culturale: la realizzazione di una nuova sala teatrale dal costo stimato tra i 10 e i 15 milioni di franchi. Composta da almeno 400 posti a sedere e immaginata nello spazio dove oggi c’è l’anfiteatro all’aperto, chiamato l’Agorà, che collega il secondo livello della hall al parco del centro culturale, la nuova sala permetterebbe di ospitare il teatro di prosa, ma anche gli artisti del territorio e regalare una sala di prova agli artisti del centro culturale.
«Il progetto è sul tavolo del Consiglio direttivo LAC - conferma Badaracco - lo stiamo analizzando ed è interessante».
«Oggi per il teatro di prosa – riferisce al CdT, Gagnon - dobbiamo ridurre la sala grande. Inoltre, siamo limitati nelle date e non possiamo permettere lo svolgimento di più di tre repliche. Con una nuova sala più piccola da realizzare nel perimetro del centro culturale andremmo insomma a completare il LAC, beneficiando dei vantaggi della struttura già esistente e rispettando così un’economia di scala».
Sognare non costa niente. Soprattutto per chi ha visto nascere e crescere il LAC e ha capito cosa servirebbe per renderlo ancora più speciale. «Credo molto in questo progetto», si lascia sfuggire l’ex direttore. Che quando parla appunto dell’idea della nuova sala si accende di entusiasmo. Del resto, il LAC nel corso di questi 10 anni ha sviluppato un progetto artistico e sociale che ha interessato tutto il territorio, ridisegnando il panorama culturale di Lugano e del Ticino e posizionando la Città nella mappa culturale nazionale e internazionale. Tutto questo, cercando di sfruttare tutti gli spazi accessibili, come la sala teatro, ovviamente, ma anche quelli pubblici, come Piazza Luini. Perché dunque non continuare a infondere impulsi positivi? Sognare non costa niente.