Il nucleo di Prada messo a nudo

Conclusi i lavori di esbosco tra i diroccati del villaggio medievale - Per il recupero dei primi edifici occorrono 1,2 milioni di franchi
Ci sono volute sei settimane di lavoro per liberare i diroccati di Parda dalla fitta vegetazione che li stava letteralmente fagocitando.
Red. Online
10.05.2017 17:10

BELLINZONA - Presto che è tardi. Prendiamo a prestito il titolo di un libro del comico, attore e conduttore TV Ezio Greggio per sintetizzare le parole espresse dal presidente della Fondazione Prada Alberto Marietta al riguardo della necessità di intervenire al più presto possibile per recuperare e valorizzare il villaggio medievale sito sulla collina di Bellinzona-Ravecchia.

Le delicate opere di esbosco seguite passo passo dall'Ufficio forestale del IX Circondario e portate a termine in questi giorni dopo circa sei settimane di lavoro per liberare i diroccati dalla fitta vegetazione che li stava fagocitando hanno da un lato mostrato la maestosità degli edifici che nel periodo di maggior espansione del villaggio, nella seconda metà del XVI secolo, ospitavano due centinaia di persone. Dall'altro, come evidenziato dal vice presidente della Fondazione Pierluigi Piccaluga, hanno però messo ancor più in risalto l'impietosa azione del tempo e degli elementi atmosferici che sta compromettendo seriamente la stabilità di quel che rimane dell'antico nucleo di Prada.

«O si interviene adesso, oppure si corre il rischio di perdere queste importanti testimonianze storiche» ha ribadito l'ingegnere forestale Andrea Demarta al quale la Fondazione Prada ha affidato il mandato di allestire la prima fase del progetto di recupero e di valorizzazione del villaggio medievale. Intervenire subito, dunque. Ma prima occorre reperire i fondi: il preventivo fa stato di 1,2 milioni di franchi per gli interventi necessari in particolare a ricostruire fedelmente a fini storici, didattici, paesaggistici e turistici quattro stabili dei circa cinquanta che formano il nucleo medievale di Prada.

Il progetto è stato inviato alla Piattaforma paesaggio, l'organismo di coordinamento che riunisce i diversi servizi del Cantone che erogano contributi a favore di progetti di valorizzazione del paesaggio, e al Fondo svizzero per il paesaggio. Sulla scorta dei contributi che questi due enti saranno disposti ad accordare, la Fondazione si attiverà per reperire il resto dei fondi necessari per condurre in porto la prima fase del progetto ad altri enti pubblici e privati, così come a fondazioni che hanno a cuore il recupero e la valorizzazione di importanti testimonianze del passato.

Già sin d'ora, comunque, sono bene accette donazioni da parte di privati cittadini, i quali possono sostenere il progetto di recupero versando un contributo libero sul conto 80-2-2 UBS Switzerland AG a favore di Fondazione Prada, c/o Patriziato di Ravecchia, via Ravecchia 44, 6500 Bellinzona, IBAN CH890023423411636101Z.

Tutti gli interventi saranno accompagnati da uno storico o da un archeologo, al fine di garantire il massimo rispetto delle opere e di reperire importanti informazioni sulla storia dei due nuclei, che possano aiutare a far luce sulla loro organizzazione, sulla loro genesi e sulla causa del loro abbandono. E saranno documentati sul sito www.fondazione-prada.ch curato da Ivo Bomio e Luca Rimediotti e online da ieri.