Lugano

Il nuovo autosilo di Biogno non convince gli abitanti

Vi sono ricorsi contro il progetto per mettere mano al parcheggio esistente: chi vive nello storico nucleo e nei dintorni considera l’opera di riqualificazione promossa dalla Città troppo impattante e preferirebbe una soluzione completamente interrata - La comunità si sente ignorata
Il timore: sarà troppo ingombrante nel suo rapporto spaziale con il nucleo. © CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
27.11.2023 06:00

Lugano intende spendere quasi nove milioni per opere di miglioria per il piccolo nucleo storico di Biogno, già frazione di Breganzona. L’investimento è già stato approvato in Consiglio comunale e in questi giorni sono apparsi all’albo comunale il progetto stradale che mira a far transitare le auto fuori dal nucleo tramite una piccola circonvallazione, e la domanda di costruzione per realizzare un autosilo da 42 posti in sostituzione dello sterrato usato già oggi come parcheggio. Autosilo su cui, come si vede nella foto, si affaccerà il nucleo storico. A seguire (il progetto definitivo non c’è ancora) verrà inoltre posata pavimentazione pregiata nel nucleo. Il problema è che quest’opera non fa l’unanimità e in particolare la soluzione scelta per l’autosilo è invisa a numerose persone che nel nucleo di Biogno abitano. Tant’è che sono partiti i primi ricorsi per impedirne la realizzazione. Il principale timore di chi risiede lì è che l’opera sarà un pugno nell’occhio nel contesto pregiato del nucleo, che è peraltro inserito nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS). Alcuni ne contestano addirittura l’utilità: allo stato attuale non vi sarebbe carenza di parcheggi.

Effetto isola di calore?

A preoccupare in particolare, ci ha spiegato una delegazione di cittadini di Biogno, è però soprattutto l’impatto visivo: il timore è che l’autosilo, così come prospettato, possa svilire il nucleo storico, in quanto giudicato fuori scala. Il progetto prevede una costruzione interamente fuori terra su due piani sfruttando la leggera pendenza del terreno. Quello superiore oltre che come parcheggio fungerà anche da luogo d’incontro e infatti la Città intende dotare la struttura di una piccola cucina e di servizi igienici. Il parco giochi presente verrà invece spostato un po’ più in su.

Un altro timore è poi quello dell’effetto isola di calore, dato che al piano «esposto» dell’autosilo non è prevista copertura e il sole rifletterà incontrastato sulla pavimentazione e sulle lamiere delle auto in sosta, mentre ora un certo grado d’ombreggiamento è dato.

La controproposta: interratelo

Sebbene fra chi abita nel nucleo vi sia qualche dubbio anche sulla nuova strada di circonvallazione e sulla pavimentazione, è sull’autosilo che l’opposizione è più forte. Non si tratta nemmeno, ci è stato detto, di una questione di principio. Un autosilo nell’area è benvenuto, ma interrato, con una copertura a verde. Va da sé, si tratterebbe di un’opzione più dispendiosa, mentre il progetto contestato si caratterizza anche nel limitare lo scavo il più possibile proprio per limitare i costi di realizzazione, che infatti si prospettano sensibilmente inferiori rispetto a una prima valutazione.

La Città, invece, ritiene quanto proposto una miglioria dell’area. «L’obiettivo – si legge nella documentazione – è quello di offrire uno spazio urbano confacente alla situazione e valorizzare il pregiato nucleo». La situazione attuale è in questo senso definita «non integrata in un disegno qualificato complessivo che permetta di valorizzare le preesistenze retrostanti». Cioè l’imponente fronte del nucleo, che l’inventario ISOS descrive «come una cittadella cinta da muri».

Popolazione non coinvolta

Vi è poi un altro motivo d’insoddisfazione, che può essere riassunto in questa frase della documentazione: sulla nuova terrazza «la comunità potrà organizzare la famosa festa autunnale molto sentita a Breganzona». Frase che ha fatto alzare diverse sopracciglia: sono infatti alcuni anni che la festa della Pro Biogno non si tiene più, e non per mancanza di spazi. Chi abita lì, in altre parole, non si sente ascoltato e tenuto in considerazione. «La Commissione di quartiere di Breganzona – ci dice il suo presidente Franco Panora – come anche altre da tempo si lamenta perché viene a sapere di opere importanti nel quartiere dai media e non è mai interpellata prima dal Municipio. Eppure esprimere il proprio parere su progetti di questo tipo è sancito fra i compiti assegnati proprio dalla Città alle Commissioni». In altre parole: «Il Comune non si informa presso chi vive sul territorio e che potrebbe dare dei validi suggerimenti, anche se con tutti i limiti di persone non professioniste. Poi finisce che con questo atteggiamento si ritrova a dover affrontare opposizioni in parte evitabili». In questo caso, ad esempio, sarebbe rimasta lettera morta una missiva inviata nel 2021 al Municipio e alla Commissione pianificazione sottoscritta da un’ottantina di persone che sollevava le stesse obiezioni ora oggetto di ricorso.

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