Il nuovo modo di vivere la scuola

In vista di lunedì, nelle scuole di ogni ordine e grado del cantone, ieri si stavano ancora affinando gli ultimi dettagli. Per farci raccontare dai diretti interessati come si sono svolti i lavori di preparazione siamo andati a visitare due istituti, uno a Mendrisio e uno Cadenazzo, dove abbiamo incontrato i rispettivi direttori.
Tanti dettagli da curare
A settantadue ore dall’inizio della scuola, troviamo già alcuni allievi nell’atrio del liceo di Mendrisio. Si tratta soprattutto di studenti che hanno appena concluso le Medie e, per comprensibile curiosità, sono venuti a dare un’occhiata ai fogli appesi all’entrata per conoscere i nomi dei loro futuri compagni di classe. Un appuntamento che si ripete ogni anno a pochi giorni dall’inizio della scuola, questa volta, però, con una ben visibile differenza rispetto al passato; tutti indossano la mascherina.
Studenti a parte, a guidarci tra le classi del liceo è il direttore Alberto Martinelli che, tra una riunione e l’altra, ci spiega come l’istituto si è organizzato per la ripartenza. A cominciare dai nastri posti un po’ ovunque per terra per indicare la direzione da seguire tra i corridoi e limitare così al minimo i contatti fra gli alunni. Anche le scale, per lo stesso motivo, sono ben divise; da una parte si sale, dall’altra si scende.
Visitiamo poi alcune classi che, ci spiega il direttore, hanno una metratura di 60 metri quadri. Visto lo spazio a disposizione, in molti casi gli studenti dovranno indossare la mascherina durante le lezioni. In alcune aule è stato possibile spostare o aggiungere dei banchi per far sì che gli studenti che dovranno indossarla siano solo quattro o cinque per classe: «Mi auguro non sempre gli stessi», aggiunge Martinelli. «Abbiamo fatto un gran lavoro per censire tutte le tipologie di aule e cercare il più possibile di mantenere la distanza richiesta tra uno studente e l’altro, ma non sempre è stato possibile», rimarca il direttore. Ad esempio, in alcune aule come quelle di scienze, i banchi sono inchiodati al terreno ed è quindi stato impossibile spostarli. Insomma, i dettagli da curare e i problemi pratici da affrontare sono stati parecchi per riorganizzare la scuola in queste ultime settimane: si passa dalla palestra e dagli spogliatoi (la cui entrata è separata dall’uscita), alla mensa (i cui posti a sedere sono diminuiti da circa 150 a una novantina). Un altro grande lavoro ha riguardato il passaggio dal concetto di «un’aula per ogni materia» a quello di «un’aula per ogni classe». Di principio, tranne per alcune eccezioni, saranno i docenti a spostarsi di classe in classe, mentre gli allievi resteranno il più possibile nella stessa aula: «Una rivoluzione nel modo di pensare l’organizzazione della scuola», spiega Martinelli. Altro aspetto da non sottovalutare; lo scambio di materiale tra studenti «da limitare il più possibile». Senza dimenticare, infine, la ricreazione, momento d’incontro per eccellenza: «I docenti cercheranno di organizzarsi per evitare che escano tutti allo stesso momento. Le pause tra un’ora e l’altra, ad esempio, non dovranno per forza avvenire esattamente al suono del campanello», precisa il direttore. Concludendo, Martinelli sottolinea poi un altro aspetto importante: «Qui da anni lavoriamo sul concetto di responsabilità, sia verso sé stessi, sia verso gli altri. Durante il benvenuto al corpo docenti fatto giovedì ho richiamato più volte questa idea. Perché se rispettiamo le regole, anche in caso di un contagio potremmo evitare di chiudere la scuola. Questo è un messaggio importante che ho chiesto ai docenti di far passare agli allievi».
L’accoglienza
Anche alle scuole comunali di Cadenazzo troviamo diverse persone intente a curare gli ultimi dettagli. Dai maestri che preparano il «benvenuto» agli allievi, all’operaio comunale «armato» di trapano.
E come previsto dai piani di protezione preparati dal DECS, e considerata l’età più giovane degli allievi, rispetto al liceo momò qui troviamo misure un po’ diverse. Più in generale, ci spiega la direttrice d’istituto Ulda Decristophoris, «non vogliamo una scuola fatta di barriere e recinzioni». Gioco forza, però, anche qui molti accorgimenti sono stati presi nelle ultime settimane: «L’entrata e l’uscita dei bambini sarà organizzata a scaglioni dalle insegnanti che accoglieranno all’esterno i propri alunni. E questo per evitare che entrino tutti insieme, ma anche per dare un senso d’accoglienza e quindi di normalità ai bambini», rimarca la direttrice. Lungo i corridoi (dove anche qui sono presenti i nastri sul pavimento), «abbiamo cercato di togliere tutto ciò che era superfluo per facilitare gli spostamenti e pure i lavori di pulizia che avverranno una volta al giorno», spiega Decristophoris. Ma la disinfezione, osserva, «non riguarderà solo i banchi e le sedie. Particolare attenzione sarà data anche al materiale che durante la giornata viene condiviso dagli allievi». Anche la mensa dell’istituto, dove si preparano circa 160 pasti al giorno, è già predisposta per accogliere i bambini e ogni posto a sedere ha il suo cartellino con il nome assegnato. Anche qui, inoltre, la ricreazione sarà un po’ diversa dal solito. La direttrice spiega infatti che il quarto d’ora di pausa avverrà in due momenti diversi per evitare che tutti escano allo stesso momento.
Infine, come previsto dalle direttive, a Cadenazzo è presente il locale separato per le persone che presentano sintomi. E in questo caso è un locale adiacente alla palestra ad essere «prenotato», anche perché si trova a pochi passi da un’uscita di sicurezza ben separata. La persone che presenta sintomi, in questo modo, uscendo non dovrebbe passare dai corridoi frequentati dagli altri allievi. Tanti dettagli, si diceva, per raggiungere un importante obiettivo: avvicinarsi il più possibile alla normalità, e quindi alla scuola in presenza così come la conoscono tutti. «Siamo molto contenti di poter tornare a fare scuola in presenza. Per chi fa questo mestiere è un aspetto imprescindibile», evidenzia Decristophoris. Ma se questo obiettivo è stato raggiunto, tiene infine a precisare la direttrice, «è grazie al grande lavoro di squadra fatto da tutti durante tutta l’estate; dai genitori che si sono dimostrati comprensivi e attenti, al Municipio, agli operai comunali e a tutto il personale impiegato nell’istituto, passando ovviamente anche dagli insegnanti».