Locarno

Il Parco Robinson cambia pelle

Compie 50 anni e da luogo d’animazione all’aperto passa a riferimento sociale per bambini e ragazzi con disagi familiari
Giubileo per il Parco Robinson di Locarno. ©CdT/Archivio
Mauro Giacometti
13.02.2021 06:00

Alzi la mano chi, negli ultimi cinquant’anni, non ha giocato, accompagnato figli e nipoti o sorvegliato bambini e ragazzi scatenarsi in giochi e attività da «liberitutti» al Parco Robinson di Locarno? Pochi, molto pochi i locarnesi - e non solo - che, almeno una volta nella vita, soprattutto con la bella stagione, non hanno trascorso pomeriggi di giochi e spensieratezza all’ombra degli alberi della zona boschiva tra via Francesco Chiesa e il fiume Maggia. Che il Parco Robinson festeggi quest’anno il suo mezzo secolo «ufficioso» - ce lo ricorda Claudio Troise, scrittore ed archivista del Collegio Papio in pensione, che ci propone un suo lungo articolo pubblicato nel 2016 sul «Bollettino della Società Storica Locarnese».
Il villaggio in Largo Zorzi

Giubileo «ufficioso» perché nel 1971 in realtà il «progenitore» del Parco Robinson fu l’allora rivoluzionario «Cantiere della Gioventù» allestito per tre mesi nei giardini di Largo Zorzi, iniziativa culturale e ricreativa proposta da un insegnante in pensione e fatta propria da alcuni adolescenti e giovani locarnesi entusiasti e sensibili alla tematica del tempo libero organizzato ma «destrutturato». Dopo quell’esperienza senza dubbio positiva furono costituiti due gruppi di lavoro per la gestione delle attività giovanili in Città: il primo si occupò di dare sostanza al progetto di Centro del tempo libero (il futuro Centro Giovani) e il secondo appunto della creazione di uno spazio per giochi e attività all’aperto, il Parco Robinson appunto.
Il mitico Alfredo Salvisberg

Passarono una dozzina d’anni prima che si concretizzasse l’idea di uno spazio ricreativo all’aperto e attrezzato, individuato appunto nel bosco tra il fiume Maggia e la Morettina, a ridosso di Medie, Liceo e Scuole comunali dei Saleggi. Decisivo fu il concorso indetto dal Municipio per trovare un animatore e la scelta cadde su Alfredo Salvisberg, persona nota e apprezzata per la sua attività svolta nel mondo dello scoutismo. Salvisberg presentò il suo progetto di Parco Robinson e nel 1983 iniziarono i lavori di allestimento, costruendo i primi giochi all’aperto: due grandi torri di legno, un ponte di corde sospeso tra due alberi, una parete fatta di copertoni di auto e una prima filovia. Quindi seguirono altre strutture per i giochi e le attività delle colonie estive con adolescenti e giovani locarnesi che elessero il Parco Robinson a luogo di ritrovo «segreto» per godere di momenti di libertà dagli adulti e di divertimento, magari sotto le tende e le capanne di fortuna che negli anni vennero costruite a decine nel bosco.

La nuova proposta

Oggi la gestione del Parco Robinson è affidato a Valentina Rezzi (tel. 079/264.63.31), educatrice alle dipendenze della Città. La vetusta «casetta» e il bosco attrezzato sono aperti il mercoledì e il sabato pomeriggio e vi si svolgono attività di animazione in particolare per bambini dai 6 ai 12 anni. «Ma soprattutto - spiega - diamo una possibilità di svago e di ascolto ai tanti ragazzi con situazioni di disagio familiare che vivono in zona». E a questo proposito, dice l’educatrice, si sta preparando un progetto di rilancio del Parco Robinson in un’ottica più sociale che ricreativa.