Economia

Il Parco ticinese dell’innovazione promuove i droni ma perde un pezzo

Il centro di competenze Lifestyle tech non fa più parte dello Switzerland innovation park Ticino, che per ora ha concesso finanziamenti solo ai progetti legati ai velivoli senza pilota - Mauro Dell’Ambrogio: «Non hanno soddisfatto i requisiti» - Filippo Lombardi: «Amareggiati e delusi»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
12.08.2025 20:26

In Ticino il Parco dell’innovazione ha perso (perlomeno per il momento) un pezzo. Come comunicato dalla società che gestisce il Parco in una breve nota pubblicata sul suo sito web il 17 luglio, «l’associazione Lifestyle Tech Competence Center a partire dall’inizio di luglio 2025 non fa più parte dello Switzerland Innovation Park Ticino». Il centro di competenza sui rapporti tra moda e tecnologia, ricordiamo, era uno dei tre tasselli che componeva il Parco dell’innovazione ticinese, assieme a quello sui droni di Lodrino e quello sulle scienze della vita a Bellinzona.

Non si tratta, va detto, di un fulmine a ciel sereno. Lo scorso mese di marzo (si veda l'articolo qui), già si parlava di un «momento di crisi» fra le parti. Una crisi che – a questo punto è evidente – non si è risolta. Anzi, si è concretizzata nella già citata comunicazione del 17 luglio e dunque con l’esclusione del centro di competenze dal Parco. E ciò, da un punto di vista molto pratico, come anticipato oggi dalla RSI, significa che il Lifestyle Tech Competence Center non riceverà i finanziamenti che il Parco può erogare. Ma non è tutto: per il momento dei tre centri di competenza l’unico che potrà ricevere tali finanziamenti sarà quello dedicato ai droni. Anche il centro di competenza sulle scienze della vita, infatti, per il momento non ha soddisfatto i requisiti posti dal Parco dell’innovazione per accedere ai sussidi.

Tre situazioni differenti

Come ci spiega il presidente del CdA dello Switzerland Innovation Park Ticino, Mauro Dell’Ambrogio, «si tratta di tre situazioni molto differenti fra loro. Per il centro di competenza sui droni c’è un business plan da noi approvato, le attività sono in corso e in crescita». E dunque, concretamente, potrà ricevere i finanziamenti del Parco: parliamo di poco più di due milioni di franchi sull’arco di due anni, a cui se ne aggiungeranno altrettanti messi a disposizione da aziende. «Per quanto riguarda il centro di competenze sulle scienze della vita – prosegue Dell’Ambrogio –, c’è un laboratorio ma non sono ancora state definite con precisione le attività da svolgervi: c’era un’ipotesi ma non sufficienti imprese pronte a investire». Su questo fronte, però, non è escluso che possano arrivare novità in un futuro non troppo lontano. «Per quanto concerne il centro di competenza lifestyle tech, invece, non ha presentato un business plan confacente ai requisiti posti». Detto altrimenti: «Ha svolto e svolge attività anche benemerite, come la messa in rete di aziende o la formazione del personale, ma per fare parte del Parco dell’innovazione ciò non è stato sufficiente in base agli standard nazionali della rete Switzerland Innovation, di cui il Parco ticinese fa parte dal novembre dello scorso anno». In particolare, «alla base di tutto deve esserci una serie di progetti in collaborazione tra aziende e ricercatori universitari per giustificare il cofinanziamento di un centro di competenza». E l’esclusione comunicata il 17 luglio? Ancora Dell’Ambrogio: «È una conseguenza abbastanza automatica del mancato finanziamento: non avendo approvato il business plan e in assenza di elementi per poter trovare una soluzione con chi ha preparato il business plan, per il momento abbiamo voluto evitare di presentare come esistente qualcosa che non esiste».

Al netto di ciò, aggiunge poi il presidente del CdA, «non significa che stiamo abbandonando il settore del lifestyle tech o quello delle scienze della vita: non è escluso che al loro interno ci si possa riorientare, anche perché si tratta di due temi molto vasti». Come dire: la porta non è definitivamente chiusa.

La reazione

Dal canto suo, il presidente del CdA del Lifestyle Tech Competence Center, il municipale di Lugano Filippo Lombardi, da noi contattato commenta così la decisione: «Siamo molto amareggiati da questa scelta e delusi dalle modalità con cui ci si è arrivati». In ogni caso, aggiunge Lombardi, «abbiamo un’associazione che continua la sua attività, con partner aziendali importanti, dei progetti in corso e altri che stanno per arrivare, e anche per questo motivo riteniamo ingiustificata la decisione». Detto ciò, «noi continueremo la nostra attività, abbiamo le finanze in ordine per proseguire anche senza i sussidi del Parco. Avremo un’assemblea straordinaria nei prossimi mesi e la città ha già confermato il suo sostegno al nostro progetto». Concretamente, chiosa Lombardi, «non intendiamo polemizzare oltre misura sulla decisione, ma dimostrare nei fatti che di progetti ce n’erano, ce ne sono e ci saranno». Insomma, «il tempo sarà galantuomo e dimostreremo che ci meritiamo questo riconoscimento».