Il Parlamento dà una mano alle profughe afghane

A larga maggioranza, ma non all'unanimità, perché la Lega ha votato contro. La risoluzione urgente che chiedeva a Governo e Segreteria di Stato della Migrazione il riesame della domanda d'asilo di mamma e figlia, profughe afghane ospitate in Verzasca, è stata approvata in Gran Consiglio con 54 voti favorevoli, 16 contrari e quattro astensioni. Una risoluzione, a dire il vero, anticipata dagli eventi poiché la Sezione della popolazione, dunque il Consiglio di Stato, ha già scritto una missiva a Berna affinché prendesse in considerazione il caso umanitario delle due donne, in fuga da cinque anni dall'Afghanistan e approdate in Verzasca. Valle che s'è stretta attorno a loro, raccogliendo oltre 2.700 firme per evitare che venissero rispedite, per la seconda volta, in Slovenia, primo paese dell'area Schengen dove erano state registrate come rifugiate. «Questa è una storia di sofferenza e grandissima determinazione di una mamma che non si piega, resiste, va avanti. E della determinazione di una comunità che accoglie lei e sua figlia con calore, rispetto e umanità», ha detto ad esempio Fabrizio Sirica (PS) primo firmatario della risoluzione. Per Oscar Balli, capogruppo della Lega, invece, sottolineando innanzitutto come il Consiglio di Stato aveva già ottemperato alla risoluzione, ha ribadito che «non è giusto che la politica faccia pressione sul potere giudiziario». Ma mentre il resto del Parlamento ha sostenuto la risoluzione, la destra non è stata compatta nel dire no. Sergio Morisoli (UDC), ad esempio, ha approvato la sollecitazione di Governo e SEM: «Voto sì perché sono due essere umani e sono pronto a votarne anche altri quando verranno presentati in questo modo».