Il Pedibus è sempre più gettonato, anche con la pademia

Ogni famiglia, grande o piccola, ha vissuto uno sconvolgimento a causa della pandemia. Tra queste in particolare quelle con bambini in età scolastica, con istituti dapprima chiusi, con l’insegnamento a distanza poi, e infine con la necessità di mandare a scuola gli alunni rispettando norme di igiene e distanze sociali imposte dalla diffusione del virus. «La pandemia, come per molti, ha preso alla sprovvista anche noi», ci racconta Caterina Bassoli per il Coordinamento Pedibus in Ticino, creato dall’ATA, l’Associazione Traffico e Ambiente; il servizio che, lo ricordiamo, permette a bambini tra i 4 e gli 8 anni circa di recarsi a scuola a piedi sotto la supervisione di un adulto. «Con la chiusura delle scuole lo scorso anno i servizi di Pedibus sono stati ovviamente sospesi per un certo periodo» dice. «Oggi ancora non si è risolto tutto, ma portando avanti i nostri valori, siamo riusciti a chiudere l’anno in modo veramente positivo: innanzitutto si è visto che il Pedibus è riuscito concretamente a ridurre gli assembramenti di adulti, cioè quelli più pericolosi, davanti alle sedi scolastiche. Questo perché il Pedibus ha evitato che vi fosse un adulto per ogni bambino, visto che c’era un accompagnatore per un gruppo di bambini», spiega Bassoli che osserva inoltre che il servizio «è stato utile anche per mantenere i rapporti sociali, che ancora oggi sono messi a dura prova dalla pandemia».
Proprio la particolare situazione legata all’emergenza sanitaria, pare aver rinforzato i legami tra le famiglie che gestiscono le reti locali di Pedibus nel nostro cantone: «Le famiglie sono rimaste unite e in contatto, per aiutarsi e sostenersi fra di loro nonostante le difficoltà evidenti dovute alla pandemia», spiega Bassoli.
Cifre in crescita
A livello di cifre, indica poi Bassoli, «le linee sono leggermente aumentate rispetto allo scorso anno, così come le adesioni». Nel 2020 in Ticino sono state create 12 nuove linee e oggi sul territorio si contano ben 110 linee attive. A percorrerle sono stati in totale 1.430 bambini (nel 2019 erano 1.360), accompagnati da 367 adulti (316 nel 2019), per la maggior parte volontari (i dati congiunti di Svizzera romanda e Ticino parlano invece di 3.433 bambini e 1.984 accompagnatori nel 2020). In media, i Pedibus effettuano 6 tragitti a settimana, di una lunghezza di 970 metri. Il risparmio in termini ambientali è notevole: il Pedibus, si apprende dai dati diffusi negli scorsi giorni, ha permesso di evitare l’emissione di 140 tonnellate di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera nel corso del 2020.
«Il periodo per dare il vita a nuove iniziative o trovarsi tra famiglie per iniziare un progetto nuovo non è proprio dei migliori - commenta Bassoli -, ma la voglia di attivarsi per portare i bambini a scuola a piedi non è mancata. Anche il forte risveglio della natura che abbiamo scoperto nel periodo del lockdown ha contribuito a motivare le famiglie per fare qualcosa di concreto anche per l’ambiente».
Difficile tuttavia dire se la necessità di molti adulti di praticare lo smart working abbia influito sulle adesioni di ai singoli progetti locali: «Non possiamo stabilirlo con precisione e non lo abbiamo percepito in modo diretto», afferma la nostra interlocutrice, dichiarando anche che forse «le entrate scaglionate a scuola, praticate spesso alle Elementari proprio per ridurre gli assembramenti, hanno posto difficoltà logistiche che in qualche modo hanno compensato una maggior disponibilità da parte dei genitori. Rispetto al 2019 sono comunque aumentati anche gli accompagnatori. Non è stato l’aumento esponenziale e molto evidente degli anni precedenti, ma seppur meno incisivo, c’è stato e vista la situazione lo riteniamo positivo».
Un sostegno al di là del tragitto
I progetti di Pedibus e l’accompagnamento dei bambini creano comunque dei legami che vanno oltre il semplice tragitto casa-scuola: «Spesso nasce una forma di solidarietà fra le famiglie di uno stesso quartiere. È un aspetto molto bello del progetto e in questi mesi è emerso in modo molto evidente», sottolinea Bassoli. «Si inizia con uno scambio, accompagnando il bambino a scuola la mattina, e si continua magari tenendolo a pranzo oppure a merenda o aiutandosi su altri aspetti concreti fra famiglie dello stesso quartiere», spiega. «Lo abbiamo constatato anche con persone appena arrivate o che si sono da poco trasferite - conclude - l’accoglienza ricevuta grazie al Pedibus è un vantaggio che ci viene segnalato da tante persone».