«Il piccolo nucleo di Gaggio deve tornare a essere un luogo vivo»


Le cose belle capita che accadano per caso. Nel caso dell’architetto Reto Burri, contitolare di Freefox architecture studio, tutto è partito da una telefonata di un vicino di casa nel 2021: «Mi ha detto di aver visto un annuncio su Facebook per la vendita di un nucleo abbandonato e ha insistito per andare a vederlo. All’inizio ho pensato: "cosa vuoi che sarà", ma poi in effetti lo abbiamo trovato su una radura nel bosco ed è stata una cosa fantastica. Imboccando la stradina sterrata siamo passati in un attimo dal marasma di edifici e garage di Grancia sotto l’autostrada a un mondo completamente staccato dal territorio». È così che Burri ha messo gli occhi per la prima volta sul piccolo nucleo di Gaggio in territorio di Pazzallo: una manciata di edifici, il più antico risalente almeno al 1730: un tuffo nel passato a un tiro di schioppo dal cuore industriale e commerciale del Luganese. Per Burri è stata la prima di molte visite nel nucleo, perché poi il vicino ne acquisterà una parte e con gli altri proprietari ha dato allo Studio Freefox il mandato di riqualificare l’area. O, meglio, di salvarlo dall’incuria: «Il nucleo è solo parzialmente abitato e in gran parte diroccato, con i tetti crollati. È quasi una rovina».

Anche tre nuovi edifici
L’attenzione dei committenti non si limita poi al nucleo, ma anche al terreno agricolo intorno, che si estende per circa cinque ettari: «L’intenzione è di tornare a lavorarlo. Per questo ci siamo rivolti all’azienda agricola Bianchi che se ne potrebbe occupare preparando anche una strategia per le piantumazioni». L’idea è infatti di creare un frutteto. L’azienda ha inoltre già posato quasi una trentina di arnie.

A livello architettonico, invece, l’intervento prevede una commistione di conservazione e nuove realizzazioni. Una possibilità, quest’ultima, peraltro prevista dal Piano regolatore. «Il nucleo esistente sarà riqualificato in maniera conservativa – spiega Burri – e verranno costruiti tre edifici nuovi: uno abitativo, uno quale rimessa per le auto (dislocata dal nucleo in modo da salvaguardare il cortile) e il terzo quale rimessa dedicata ai mezzi agricoli con lo spazio per una piccola officina. Il tutto con una lingua architettonica comune che leghi gli edifici». Un esempio, tratto dalla relazione tecnica allegata alla domanda di costruzione preliminare in pubblicazione in questi giorni: «La proposta progettuale prevede interventi volumetrici semplici secondo una logica insediativa desunta dall’analisi storica ed evolutiva del nucleo di Gaggio, che ne ha messo in luce i principi additivi. Il progetto prevede la realizzazione di nuove facciate utilizzando filtri in mattoni paramano (mandolato), ispirati alla tradizione rurale. Questa scelta richiama l’opera dell’architetto Rino Tami presso l’Azienda Agricola Frieden a Novazzano e quella di Alberto Camenzind nella Fattoria San Grà a Carona. Inoltre, si considera come riferimento recente il restauro e l’ampliamento della Masseria Cuntitt a Castel San Pietro, progettato dall’architetto Edy Quaglia».

Riferimenti chiari, dunque, e soprattutto in un caso vicini al cuore. «Il restauro della Masseria Cuntitt è stata una guida per noi. Ci andavo spesso quando ero uno studente all’Accademia dell’architettura. Allora era ancora in rovina e sognavo di ristrutturarla e riportarla in vita, salvandola dall’abbandono totale. Per fortuna l’ha fatto Quaglia». Ora Burri spero di fare lo stesso a Gaggio: «Oggi il nucleo è per tre quarti disabitato, vogliamo che torni a essere un luogo vivo».
Una preziosa Commissione
Ormai è qualche anno che Burri e il suo studio lavorano al futuro del nucleo di Gaggio. Anche perché sono incappati anche in una lungaggine tecnica non prevista: la decisione di Lugano di tramutare la Commissione nucleo in Commissione urbanistica; un passaggio di competenze e consegne che ha causato attese un po’ più lunghe del previsto. Ma il bilancio per l’architetto resta saldamente positivo: «La nuova Commissione ci ha dato diverse dritte sugli interventi e un altro sguardo sul progetto, che così secondo me è migliorato tantissimo: questo scambio è stato per noi un grande vantaggio».
