Pignora

Il piccolo valico che apre solo due volte l’anno (una per San Giuseppe)

È discosto e pedonale, il suo cancello è quasi sempre sbarrato - Ma la dogana tra Novazzano e Uggiate Trevano congiunge come poche altre le comunità di qua e di là dal confine - Di solito apre due volte l’anno, una per San Giuseppe
© CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
19.03.2021 19:55

Unisce Novazzano e Uggiate Trevano, non molto distante dal valico di Brusata. È discosto ed esclusivamente pedonale. Anzi era, perché è chiuso da circa 40 anni. Salvo in rare eccezioni: due volte l’anno riapre i suoi cancelli (dal 2011, quando per celebrare l’evento fu organizzata una grande festa). È il valico di Somazzo, detto della Pignora.

Fedeli senza confini

Entrambe le aperture combaciano con feste religiose, non a caso la piccola dogana è anche nota come «valico dei fedeli». A testimonianza di come la fede unisca storicamente comunità della regione, seppur divise dal confine. Una di queste eccezioni cade - ma non da due anni a causa del coronavirus - in questi giorni, in concomitanza con la festa di San Giuseppe, patrono di Uggiate Trevano, a cui è dedicato il vicinissimo santuario.

I cancelli del valico della Pignora sono stati chiusi il 23 febbraio 1983 ma da un decennio vengono riaperti per San Giuseppe e per la ricorrenza della Madonna Addolorata. Durante tutto il resto dell’anno restano chiusi, almeno quelli sul lato italiano del confine, perché dal lato elvetico valgono gli accordi sulla libera circolazione di Schengen, come spiega Nadia Passalacqua, portavoce dell’Amministrazione federale delle dogane.

La richiesta di riaprire il varco era stata fatta a fine 2010 dal sindaco di Uggiate Trevano «con l’intento di valorizzare un’area di interesse socio-ambientale e ristabilire i contatti tra le due comunità confinanti», aggiunge da noi contattata l’Agenzia delle dogane e dei monopoli italiana. La richiesta era per una riapertura «dal mese di marzo (festività di San Giuseppe) al mese di settembre (festività dell’Addolorata)». Il Comando provinciale della Guardia di finanza «in considerazione della necessità di assicurare una sia pur temporanea tutela fiscale, rispose di poter garantire la necessaria attività di vigilanza, ma limitata a due periodi ben specifici, che furono indicati in un arco di non più di quattro settimane» in concomitanza con le due festività. La richiesta è poi stata ripresentata ogni anno.

Il valico nel Mendrisiotto è piuttosto conosciuto, soprattutto da chi ha sulle spalle un certo numero di primavere. Questo perché si trovava su una strada percorsa in occasione di alcune tradizioni religiose, come quella a cui davano vita i fedeli di Riva San Vitale che si recavano (anzi, si recano) in processione fino a Uggiate in tempi di siccità (vedi box a lato) o quelle che portavano a frequentare il santuario di Somazzo, che si trova su una collina detta «dei morti» e in cui i fedeli si recano per invocare e chiedere sostegno ai propri avi defunti.

Il richiamo della sagra

Ma la religione non è il solo motivo per cui il valico è conosciuto. C’è anche una ragione più profana, seppur legata alla festività di San Giuseppe: la fiera a margine della festa patronale. Una sagra a cui tutti nel Mendrisiotto (o quasi) hanno partecipato almeno una volta. Le numerose bancarelle, l’esposizione di animali, le giostre e le specialità culinarie che le danno vita attirano infatti tantissimi visitatori anche da oltre confine. Molti dei quali si recano a Uggiate a piedi, sfruttando il valico della Pignora, strategico anche per evitare lunghi giri alla ricerca di un parcheggio. Le allegre processioni di ragazzi che camminano nella natura per raggiungere Uggiate Trevano sono spesso protagoniste di molte storie raccontate dai nonni ai nipoti. Ma non solo.

In marzo il valico resta aperto per circa una settimana, le celebrazioni religioni sul colle di Somazzo, dove si trova l’omonimo santuario, si protraggono infatti per più giorni. La fiera si tiene invece la domenica più vicina al 19 marzo.

Un mese intero in settembre

È il santuario di Somazzo ad accogliere anche le celebrazioni per la ricorrenza della Madonna Addolorata, in settembre. In quel periodo il valico pedonale resta aperto per tutto il mese. Diversi sono infatti i fedeli che lo raggiungono a piedi dalla Svizzera.

Le storie legate al piccolo valico sono molte, dicevamo. Alcune riguardano anche attività illecite tipiche delle zone di confine. Altre ricordi d’infanzia. A raccontarci alcuni aneddoti è il sindaco di Novazzano Sergio Bernasconi: «La caserma accanto al valico un tempo era presidiata, le guardie lì vivevano anche, con le loro famiglie. I bambini frequentavano la scuola che un tempo esisteva nel nucleo di Brusata. Anche io l’ho frequentata da bambino, per 3 anni, e in classe con me c’erano i figli di queste guardie»

La leggenda: le vergini murate e l’acqua promessa

Una leggenda narra che tre donne erano state murate vive nel santuario di Somazzo per preservare la loro fedeltà agli sposi. Dei carrettieri di Riva San Vitale di passaggio sono riusciti a dissetarle usando i loro cappelli e utilizzando dei bastoni per raggiungere finestrelle dietro a cui erano segregate. Le tre donne per ringraziare hanno promesso che a quelli di Riva non sarebbe mai mancata l’acqua. Da quel giorno i rivensi si recano al santuario in processione nei periodi di siccità.