Blockchain

Il Plan B sta accelerando e Tether sbarca in città

A buon punto le trattative tra la criptovaluta e un privato per acquistare un edificio in centro, al fine di creare spazi per le startup e formare una comunità – Intanto Ibiza vuole «copiare» Lugano e chiede consulenza
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Federico Storni
09.09.2022 06:00

Il Plan B di Lugano è riuscito a fare una cosa rara per la politica recente: attirare i giovani. Tanto che i movimenti politici giovanili di Lugano (area progressista esclusa) che martedì hanno organizzato una serata informativa sul tema blockchain hanno dovuto fare l’upgrade della sala al PalaCongressi per farci stare tutti i circa trecento iscritti. E se formalmente l’occasione era quella di spiegare il mondo la blockchain e il quadro legale in Svizzera (relatori l’imprenditore crypto Luca Ambrosini e l’avvocato Gianni Cattaneo), è stato anche il momento di fare il punto su come stia andando l’implementazione del Plan B a sei mesi dalla firma della lettera d’intenti con Tether, il principale partner privato di questa operazione. Plan B, che, ricordiamo, si prefigge di fare di Lugano un polo di riferimento a livello globale per l’adozione del Bitcoin e della tecnologia blockchain.

Prima a Cipro

Innanzitutto, la blockchain farà viaggiare. A fine settembre rappresentanti della Città saranno a Cipro all’ottava conferenza internazionale sulle città intelligenti organizzata da IEEE. Lugano è fra i 15 finalisti per la creazione della blockchain cittadina 3Achain. Dopodiché, a ottobre, si volerà a Ibiza, in quanto anche la nota meta turistica spagnola sta valutando se dotarsi di un propria moneta virtuale su tecnologia blockchain, come i LVGA points. «Si è fatto vivo il vicesindaco e ci ha invitato a presentare il progetto», ci ha detto Foletti.

Il caffè e le tasse in bitcoin

Viaggi a parte, a breve partirà la sperimentazione per dare la possibilità a chi lo vorrà di pagare in criptovalute (Bitcoin, Tether e LVGA Points) i negozianti. Tether ha messo a disposizione tre milioni di franchi per favorire l’adozione cittadina e con questa sperimentazione si comincerà a farci capo. In sostanza verranno distribuiti i primi «POS» (gli apparecchi di pagamento) a commercianti selezionati per capire se la cosa possa funzionare per loro e per i clienti. C’è in particolare da capire come ridurre il più possibile le commissioni.

Altro tema finanziario, il pagamento delle tasse. Lugano intende proporlo illimitato, e sarebbe una prima. «Zugo ha un limite di 150.000 franchi e alcune realtà si lamentano che così devono pagare in parte in bitcoin, in parte in franchi», spiega Foletti. Ora si sta lavorando per implementare il sistema nei programmi informatici cittadini. «Ci sarà un sistema apposta per pagare con Bitcoin, Tether e LVGA Points. La Città poi convertirà subito la somma in franchi: non abbiamo intenzione di tenere una tesoreria in criptovalute».

La trattativa

C’è poi una questione immobiliare. Fra gli obiettivi del Plan B vi è quello di creare una comunità legata alla blockchain tramite la creazione di un hub, di una casa madre per le startup. Un posto, cioè, in cui gli addetti ai lavori si possano incontrare. Un posto fisico, in centro. Ebbene, la sua realizzazione sembra se non dietro l’angolo, quasi. Tether - che finanzierà l’operazione - è infatti in trattative che potremmo definire avanzate con un privato per l’acquisto di un edificio in centro a Lugano. Quale, esattamente, non ci è stato possibile appurarlo, ma se la trattativa andrà a buon fine non mancherà una comunicazione al riguardo. «Ci eravamo dati quattro anni di tempo per implementare il Plan B - dice Foletti - ma in questo mondo quattro anni sono un’eternità».

Ne varrà la pena?

Resta una domanda fondamentale. Ne verrà la pena? Chi prenderà parte a fine ottobre al Plan B forum - a cui parteciperà «la crème de la crème» del mondo Bitcoin, come è stato detto martedì - ne uscirà probabilmente convinto, dato che buona parte dei relatori si presenta come «evangelista» del Bitcoin. Per contro, i più scettici sulle criptovalute e sulla tecnologia blockchain («una soluzione in cerca di problemi», in una delle loro definizioni più generose) si stanno organizzando e hanno tenuto negli scorsi giorni a Londra il primo Crypto Policy Simposium, una conferenza «che incoraggi il discorso critico e la collaborazione multidisciplinare nell’analisi dell’ecosistema crypto». Nel concreto: Lugano è la prima economia avanzata a proporre un’adozione di Bitcoin di tale portata: il resto del mondo sta dormendo oppure la Città si sta prendendo un bel rischio? «Una componente di rischio c’è - afferma Foletti: - il mondo avanzato finora ha visto le crypto come un’opportunità fiscale e di creazione di posti di lavoro, ma non come un mezzo per fare i pagamenti. Penso a Dubai, dove la fiscalità è bassissima o inesistente ma il sistema bancario non permette di scambiare crypto. Rispetto al resto del mondo noi siamo partiti prima anche perché la Confederazione si è dotata di un quadro legale preciso e regolato, e non da pochi anni». Il recente crollo dei prezzi delle principali criptovalute e i fallimenti a catena di diverse piattaforme di scambio preoccupano? «Siamo all’alba di una tecnologia e sono da prevedere scossoni, come nel 1995 con l’internet 1.0 o la bolla delle dot-com a fine secolo. Come in tutti questi sviluppi tecnologici chi è sano e forte resisterà, mentre chi ha creato prodotti puramente speculativi rischia di saltare».