Federali

Il PLR chiude la porta al Centro: «La base ha parlato chiaramente»

Il presidente Alessandro Speziali spiega perché non ci sono i presupposti per una congiunzione di lista: «Esistono ancora dissidi e resistenze a livello locale difficili da ignorare» – Ma il partito è pronto a collaborare sui temi: «La nuova legislatura sarà l’occasione per rafforzare e verificare nuove alleanze con colleghi ideologicamente vicini»
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
19.04.2023 18:30

Una richiesta formale da parte del Centro per una congiunzione di lista con il PLR per le Federali di ottobre non c’è mai stata, se non indirettamente attraverso le dichiarazioni pubbliche del presidente Fiorenzo Dadò, il quale ieri - dalle colonne del Corriere - è tornato a ribadire il concetto: «Noi siamo aperti a tutto. Non chiudiamo le porte perché crediamo che sia la strada giusta. Da parte nostra abbiamo sempre portato avanti l’apertura nei confronti dei liberali radicali». Una spinta politica che poggia su un’opinione ferma: «Resto convinto che da soli, a medio termine, si può solo perdere».

Quattro anni fa, la congiunzione fu un discorso d’area, che permise all’allora PPD di salvare il secondo seggio al Nazionale, pagandolo tuttavia a caro prezzo con la disfatta storica agli Stati. Una vera e propria débâlcle elettorale, le cui scorie non sono ancora state smaltite e su cui il PLR oggi continua a misurare, cautamente, i propri passi.

«Nel 2021 abbiamo accolto volentieri l’invito per un incontro informale con i rappresentati del Centro; sui cocci delle Federali occorreva capire il futuro della collaborazione», spiega il presidente liberale radicale, Alessandro Speziali. Ad ogni modo, un chiarimento sarebbe arrivato di lì a pochi mesi con il risultato del questionario promosso dall’allora presidente Bixio Caprara all’indomani del risultato negativo delle Federali: «L’esito fu incontestabile. Dal questionario emerse che il problema principale era la congiunzione con l’allora PPD», ricorda Speziali. La base, insomma, aveva parlato. E oggi il PLR continua a mantenere fede a questa voce che risuona ancora, e che si muove neppure troppo sottotraccia. «Ancora recentemente, durante la campagna elettorale per le Cantonali, ho sentito ribadire la contrarietà verso un’alleanza di questo tipo. Anche perché sussistono ancora dissidi a livello locale, difficili da ignorare, osserva il presidente del PLR.

Troppo profondo, insomma, lo steccato ideologico scavato nel tempo da un retaggio politico e culturale. Alleanza contro natura, si disse allora. Ma non c’è unicamente la storia a dividere i due partiti, fa notare Speziali, il quale tuttavia tiene a precisare: «Non sono i vertici che parlano, ma la base». Base a cui il PLR ha voluto, in questi mesi di reiterate aperture azzurre, inviare un messaggio chiaro: «Siamo pronti a una collaborazione sui temi, ma non a una congiunzione di lista».

Del resto, oltre alla distanza storica – dicevamo – neppure sui temi la sintonia è tale da giustificare una congiunzione di lista per le Federali. «A livello di Gran Consiglio ci sono state buone collaborazioni, per esempio in materia di rinnovabili, che spero possano continuare», ammette Speziali. «Su due temi centrali per il PLR, ossia la scuola e il mercato del lavoro, le opinioni però talvolta divergono». Speziali non esita a parlare di «veri e propri ostacoli» della passata legislatura che mostrano, come una cartina tornasole, le differenze tra i due partiti. «Non possiamo ignorarli. Così come non li ignorerebbe l’elettorato». Il 2019 insegna che le alleanze si costruiscono nel tempo e non si improvvisano a cinque minuti dalle elezioni. Oggi, semplicemente non ci sono (ancora?) i presupposti.

Verso altre alleanze

Alle Federali – oramai è certo – il PLR dunque non correrà con il Centro. «Questo “no”, peraltro già espresso dal sottoscritto in maniera diretta, non deve tuttavia essere frainteso come un “no” isolazionista a priori, ma come il tentativo di comunicare in maniera chiara verso la base la posizione del partito. Perché questa oggi è la volontà della base, dopo quanto sperimentato nel 2019», ribadisce il presidente PLR. Insomma, non si vuole commettere un secondo errore. Le resistenze ci sono ancora, osserva Speziali: «Se forzassimo la mano, la congiunzione produrrebbe risultati contrari a quelli sperati». Il che non significa negare altre forme di collaborazione, tanto verso il Centro quanto verso gli altri partiti; sia a Berna, sia a Bellinzona dove per esempio il PLR ha avviato informalmente discussioni con i Verdi liberali. «La nuova legislatura sarà l’occasione per verificare e rafforzare collaborazioni con colleghi ideologicamente e pragmaticamente vicini», osserva Speziali. Dichiarazione di massima che si impone soprattutto in un emiciclo parlamentare diviso e frastagliato, come quello uscito dalla recente tornata elettorale che ha portato in Gran Consiglio 12 formazioni politiche. «A conferma della nostra piena disponibilità a costruire ponti con altre forze politiche rinnovo il mio invito a sedersi attorno a un tavolo». Speziali rilancia il patto di Paudo? «Sì. A breve mi farò promotore di un invito allargato. Vedremo chi vorrà parteciparvi e con quale volontà di collaborazione su temi concreti».

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