Politica

Il PLR riparte dall'autocritica

Durante il primo comitato cantonale dei liberali radicali convocato dopo le elezioni cantonali, le riflessioni e i rimproveri non sono mancati - Roberta Passardi: «Niente liste deboli»Fulvio Pelli: «Ci manca il profilo, non possiamo farci rubare il tema delle finanze del decreto Morisoli»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
11.05.2023 23:42

Critiche. Parecchie critiche. Per tutti i gusti e per tutte le sensibilità. Al primo comitato cantonale del PLR convocato dopo le elezioni cantonali, gli appunti e rimproveri nei confronti del partito (e dei suoi vertici) non sono mancati. Anzi. 

«Evidentemente - ha premesso il presidente Alessandro Speziali - dopo i risultati delle elezioni, in cui abbiamo mancato i nostri obiettivi, questo è il momento della radiografia, della diagnosi. E stiamo raccogliendo le critiche, gli spunti, gli incoraggiamenti». Nel suo discorso Speziali ha quindi parlato di «critiche preziose», che rappresentano lo specchio dei liberali radicali. E il presidente ha pure sottolineato la necessità di portare avanti politiche più tangibili, in grado di spiegare al cittadino «perché oggi il nostro partito rappresenta la risposta ai suoi bisogni». Ma soprattutto, il presidente ha dato la parola ai delegati del parlamentino liberale radicale che, come detto, non hanno risparmiato critiche e spunti di riflessione. 

A cominciare dalla granconsigliera Roberta Passardi, secondo cui l’autocritica sulle elezioni cantonali sarebbe dovuta arrivare prima, in maniera più approfondita. Ma non solo. Passardi ha pure evidenziato la necessità di presentare profili forti nelle liste in corsa per le elezioni: «Non si devono fare liste deboli. E non bisogna tenere conto solo dell’appartenenza territoriale, ma anche di tutte le sensibilità presenti nel partito». Passardi ha poi invitato tutto il Comitato cantonale ad essere più incisivo: «Come comitato abbiamo spesso una funzione un po’ liturgica. Ma questo dovrebbe essere il luogo in cui vengono decisi gli indirizzi strategici del partito». A questo proposito, ha aggiunto, «abbiamo tutti una colpa».

Il deputato Fabio Schellmann ha invece riflettuto sulla necessità di lavorare in maniera più incisiva soprattutto nelle varie sezioni: «Una delle cause della nostra perdita sono state le aggregazioni nei Comuni e quindi delle varie sezioni del partito. Durante la campagna mi sono accorto che la partecipazione agli eventi delle sezioni è diminuita rispetto agli scorsi anni. Dobbiamo tornare a lavorare alla base del partito, ossia nelle sezioni». In questo senso, ha rimarcato Schnellmann, «non darei tanto la colpa al vertice del partito. Ma rivolgo un invito alle sezioni a intensificare il lavoro». 

Parecchio applaudito, poco dopo, l’intervento dell’ex presidente cantonale e nazionale Fulvio Pelli. «Chi è stato presidente sa quanto sia difficile. Però, sono anche uno spettatore della politica. E seguendo la scorsa legislatura mi sono continuamente chiesto: che cosa ci manca per essere un partito attrattivo rispetto ad altri? Ci manca il profilo». Per Pelli, dunque, il partito deve profilarsi in maniera molto più decisa, soprattutto sui temi storici dei liberali radicali, come le finanze. «Non è possibile - ha rimarcato - che il PLR, che da 200 anni si batte per delle finanze sane, si faccia portare via dal decreto Morisoli il tema». Poi la sferzata: «Abbiamo un consigliere di Stato che non presenta riforme che dovrebbe presentare, come quella sulla fiscalità, e un gruppo in Gran Consiglio che non fa proposte. Non va bene. Dobbiamo essere presenti su questi temi, che sono i nostri». 

A rispondere, indirettamente, è stata la capogruppo Alessandra Gianella: «Fare campagna per il Consiglio di Stato è un grande impegno. E non c’è la fila per fare campagna per il Governo. Sarebbe bellissimo avere tutti i candidati più forti che il nostro partito può presentare, ma non c’è la fila». Il gruppo parlamentare? «Si è fatto il mazzo», ha risposto Gianella. «Non è una questione di non avere proposte. Di proposte ne abbiamo fatte tante. Ma è forse il modo di comunicare in cui dobbiamo migliorare». 

La deputata Natalia Ferrara ha invece insistito sulla necessità di parlare più spesso di lavoro, «un tema centrale in Ticino», mentre Giovanni Merlini ha invitato il partito a non avere paura di sé stesso: «Abbiamo un sacco di buone idee. E non dobbiamo avere paura del confronto interno. Dobbiamo solo riprendere coscienza del fatto che siamo nati come partito del progresso: abbiamo costruito questo cantone».