Malcantone

Il problematico futuro delle scuole elementari di Cademario

Bisognerà metterci mano a breve in maniera importante, se non ricostruirle, e l’investimento è ingente qualsiasi strada si scelga – I Comuni consorziati si domandano come agire, palleggiando al contempo scenari aggregativi e dettami cantonali – L’auspicio: decidere entro fine anno
©Gabriele Putzu
Federico Storni
07.11.2024 06:00

Otto virgola quattro milioni per un risanamento conservativo, tredici virgola sei per ampliarlo e abbattere le aule provvisorie, sedici virgola nove per tirarlo giù tutto e ricostruirlo. Con un margine d’errore del 25%. Tanto costerà mettere mano all’edificio che ospita le Elementari a Cademario, giunto quasi a fine vita. Cifre importanti, che preoccupano i Comuni consorziati nell’istituto scolastico Alto Malcantone: Alto Malcantone, Aranno, Bioggio (per il paese di Iseo) e Cademario. Il primo in particolare ne sta già discutendo pubblicamente. Lo scorso settembre è stata organizzata una serata sul tema, il Municipio ha già risposto a due interpellanze in merito e ha promesso a breve - appena avrà raccolto tutte le informazioni necessarie - una seduta ad hoc del Consiglio Comunale per discutere la vicenda.

Aspettative di utilizzo superate

Il problema è che l’edificio, costruito nel 1976 ha ormai «ampiamente superato le aspettative di utilizzo» e deve essere ristrutturato in maniera importante: «Dalle perizie emerse, i risultati indicano la struttura statica in cemento armato ancora in buono stato e utilizzabile per 20-30 anni, mentre tutto il resto ha necessità di essere revisionato oppure sostituito». Interventi che si riveleranno piuttosto cari nella migliore delle ipotesi e particolarmente impattanti per i conti dei Comuni coinvolti, non propriamente noti per la loro forza finanziaria.

La grande domanda è quindi cosa fare. Un quesito banale che nasconde risposte complesse, su cui s’attagliano altri temi, quali future aggregazioni e politiche scolastiche cantonali. Un esempio: ad Alto Malcantone il Centro sembra battersi per prendersi in casa le scuole, ma il Comune guardando agli standard cantonali - che chiedono istituti scolastici grandi per ottimizzare i costi e i servizi - non ha nemmeno lontanamente i numeri per soddisfare i requisiti minimi di frequenza (i ragazzi che oggi frequentano le Elementari sono una cinquantina). La strada sarebbe dunque percorribile solo tramite un nuovo consorziamento con altre realtà, che dovrebbero a loro volta accettare di creare una nuova sede distaccata. L’ipotesi di consorziarsi senza nuove costruzioni sarebbe invece forse più appetibile finanziariamente, ma allontanerebbe ulteriormente gli alunni dal loro Comune.

Termini di divorzio

C’è poi la questione aggregativa, perché Aranno sta lavorando a una fusione con Bioggio: se andasse in porto, i due Comuni rimarrebbero nel Consorzio scolastico Alto Malcantone? Se la risposta sarà no la bolletta per il risanamento dell’istituto se la dovranno sorbire solo Alto Malcantone e Cademario. E ancora: la spesa che si prospetta, seppur ingente, giustifica lasciare un Consorzio di cui si è fruito con soddisfazione per decenni? Detto poi che la procedura di divorzio non è delle più semplici: «Per lo scioglimento - recita lo statuto del Consorzio - occorre una decisione a maggioranza assoluta dei Comuni consorziati e dei voti del Consiglio consortile. In caso di scioglimento, la Delegazione istituisce una commissione di liquidazione ad hoc incaricata di allestire un rapporto di assegnazione dei beni immobili e di riparto conguaglio delle spese finali. Il rapporto deve essere sottoposto per osservazioni ai Municipi dei Comuni consorziati ed è approvato dalla maggioranza assoluta del Consiglio consortile, riservata la ratifica finale del Consiglio di Stato».

I prossimi passi

Insomma, di carne al fuoco per il prossimo futuro ce n’è parecchia, e il primo passo sarà discutere come procedere innanzitutto all’interno del Consorzio scolastico stesso. Di date scolpite nella pietra non ve ne sono, ma l’auspicio almeno di Alto Malcantone è che questa discussione venga fatta entro fine anno, così da sapere da che parte girarsi, se necessario.