Il sacrificio dei Volontari luganesi, 221 anni fa

LUGANO - Ricorre oggi il 221.mo anniversario dei Moti di Lugano, con i quali nel 1798 i Volontari luganesi respinsero i Cisalpini dando il via al percorso che portò l’integrazione, cinque anni dopo, del Ticino nella Confederazione. Per l’occasione il corpo dei Volontari poserà una corona d’alloro sotto l’iscrizione bronzea all’inizio di via Canova, che ricorda l’estremo sacrificio del volontario Giovanni Taglioretti. La manifestazione, aperta ai cittadini, inizierà alle 19 con lo schieramento dei Volontari davanti al Municipio. Seguirà poi la sfilata fino in via Canova.

Sul sito dei Volontari luganesi (www.corpovolontariluganesi.ch), da cui citiamo, è riportato l’attacco dei Cisalpini così come raccontato da un contemporaneo, il Landfogto Traxler.
«Il 14 gennaio alle 4 di notte corse improvvisamente la voce che i Cisalpini erano in marcia contro Lugano, e che realmente si erano vedute fiaccole a Campione, questo Corpo dei Volontari si pose, il meglio possibile, in condizioni di difesa. Ma non prestò piena fede alla cosa: ciò nonostante si mandarono fuori degli esploratori, che poi tornarono con la notizia che così era veramente; ed infatti i Cisalpini sbarcarono prima del far del giorno, tra le 5 e le 6. Si fece suonare immediatamente la generale e si ordinò di suonare a stormo in tutte le chiese, come pure qui in Castello.
I Cisalpini si avanzarono sin verso il Grande Albergo, dove si trovavano i signori Rappresentanti, misero un posto in quel vicolo contro “Le Corps de garde” e fecero fuoco sulle guardie, che risposero con energia, cercando di impedire con un distaccamento l’ingresso dell’albergo, però troppo tardi.

Mentre giravano dietro l’angolo, cadde un colpo sul distaccamento, che uccise sul posto il giovane Taglioretti (...) In seguito tutto il Corpo dei Volontari accorse, ed i Cisalpini furono obbligati a deporre le armi come prigionieri nel quartiere dei Rappresentanti, cosa che ebbe luogo alla condizione di lasciarli partire liberamente, il che subito avvenne. Nel frattempo furono disposte ovunque delle scolte. Si sono trovati qua e là 25 fucili, con 2 bandiere tricolori, che furono portate alla guardia principale; dopo di che, per prevenire altri avvenimenti, si rizzò sulla piazza l’albero di libertà svizzero».