Mobilità

«Il semisvincolo di Bellinzona è da completare»

Tramite un’iniziativa interpartitica un gruppo di deputati propone di avviare il processo per poter ultimare l’infrastruttura, in particolare per sgravare dal traffico anche la parte a nord di Bellinzona – Claudio Isabella (Centro): «Serve parità di trattamento, la situazione del traffico è diventata ingestibile»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
30.07.2025 06:00

È un’opera che in Ticino, per svariati motivi, ha fatto discutere per decenni: dalla sua ideazione risalente agli anni Novanta, fino all’inaugurazione avvenuta a febbraio di quest’anno. Tutto ciò, passando dal canonico iter parlamentare, dalla votazione popolare del 2012, seguita da un ricorso per vie legali e da un nuovo tentativo di referendum. Il semisvincolo di Bellinzona, insomma, ha fatto tanto discutere e, con ogni probabilità, continuerà a farlo. Non sono pochi, infatti, a domandarsi per quale motivo l’infrastruttura sia stata concepita e realizzata «a metà». Un semisvincolo (da e verso sud), al posto di uno svincolo vero e proprio, collegato anche a nord.

Una domanda che si sono posti anche diversi deputati in Gran Consiglio che in queste ore hanno depositato un’iniziativa parlamentare (primo firmatario Claudio Isabella del Centro) per chiedere al Governo di avviare il processo per completare l’opera. Un atto parlamentare (sottoscritto anche da colleghi diPLR, Lega, UDC, Avanti con T&L e Più Donne) che chiede dunque di promuovere uno studio di fattibilità in tal senso e di inserire il completamento dello svincolo tra le priorità viarie cantonali.

Una scelta «invecchiata»

L’iniziativa parte da una semplice premessa: «La decisione di realizzare un semisvincolo, anziché uno svincolo completo, risale agli anni Novanta», quando «scelte tecniche, ambientali ed economiche portarono a privilegiare una soluzione di compromesso». Tuttavia, appunto, «a distanza di quasi trent’anni da quella scelta e alla luce dei cambiamenti intervenuti in termini di sviluppo territoriale, esigenze di mobilità, sostenibilità ambientale e sicurezza stradale, appare oggi doveroso procedere a una nuova valutazione tecnica e strategica per comprendere costi, benefici e implicazioni del completamento dello svincolo». E questo anche alla luce dell’impatto positivo mostrato sulla viabilità urbana a sud della capitale, dove Comuni come Camorino e Giubiasco sono stati alleviati da parte del traffico. Sì, perché se da una parte gli effetti positivi non sono mancati a sud della Città, dall’altra «l’attuale assetto viario per chi arriva da nord non risponde più né alla crescita urbanistica ed economica della regione, né ai principi di equità e accessibilità infrastrutturale che dovrebbero guidare la pianificazione». Nel dettaglio, si legge nell’iniziativa, «il semisvincolo obbliga infatti gli utenti delle Tre Valli, di Arbedo-Castione, Lumino, della Mesolcina e dei quartieri nord della città, diretti in città, ad attraversare zone densamente abitate, sovraccaricando le strade comunali e cantonali, generando di conseguenza traffico parassitario nelle zone residenziali che andrebbero invece protette». Addirittura, «alcuni automobilisti, per evitare il traffico cittadino sono costretti a prendere l’autostrada in direzione sud, uscire a Camorino e tornare a nord». E ciò, va da sé, dimostra «quanto l’attuale configurazione penalizzi anche l’accessibilità dei territori periferici, aggravando una disparità infrastrutturale a scapito di una parte significativa della popolazione». Per l’iniziativista Claudio Isabella, infatti, si tratta anche «di una questione di parità di trattamento». Nei confronti «di tutti gli abitanti che risiedono a nord di Bellinzona e nel centro città e che vivono costantemente in mezzo al traffico, con colonne sempre ferme e una situazione diventata ingestibile. Si pensi, ad esempio, che passando per la città si mettono in pericolo anche i cittadini, in particolare nella zona di Galbisio dove il passaggio è particolarmente pericoloso anche per i bambini». Ma anche nei confronti degli abitanti delle valli: «Se vogliamo evitare lo spopolamento di queste regioni occorre fare qualcosa. E il completamento del semisvincolo è una di quelle cose che la politica e lo Stato possono fare, concretamente, per rendere più attrattive le regioni periferiche e le valli».

Tutto ciò, infine, senza dimenticare l’aspetto delle tempistiche. «Ci sono voluti trent’anni per avere il semisvincolo», prosegue Isabella, «ed è dunque importante muoversi immediatamente per arrivare il prima possibile ad avere uno svincolo a tutti gli effetti». Come dire: prima si parte e meglio è.

Le richieste

Quattro, dunque, le richieste concrete contenute nell’iniziativa per cercare di cambiare la situazione: avviare un’interlocuzione formale con l’USTRA per inserire il completamento dello svincolo di Bellinzona Centro tra le priorità viarie cantonali; promuovere un approfondito studio di fattibilità tecnico, economico e ambientale, in collaborazione con l’USTRA e la Commissione regionale dei trasporti del bellinzonese; richiedere l’inserimento dell’opera nel prossimo aggiornamento del programma di sviluppo strategico delle strade nazionali o altri strumenti pianificatori della Confederazione; informare regolarmente il Gran Consiglio sullo stato di avanzamento delle trattative e degli studi in corso.

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