Il sentiero delle favole che non sono solo storie

Non capita spesso di camminare in un parco e di imbattersi nelle favole della propria infanzia, ancor più se si tratta di racconti con secoli di storia sulle spalle. Eppure, da oggi basterà una passeggiata nel parco di Casvegno per poter ritornare bambini.
Parliamo dell’iniziativa «Favole nel parco di Casvegno, il sentiero di Esopo», il progetto del club Soroptimist International in collaborazione con l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) che ha previsto l’installazione di un percorso ludico e didattico all’interno del parco mendrisiense. Si tratta di cinque leggii su ciascuno dei quali sarà possibile leggere una favola dello scrittore greco Esopo, con lo scopo di fornire «spunti di riflessione originali su valori essenziali come il rispetto, l’amicizia, la solidarietà e la non violenza», ha spiegato il direttore dell’OSC Daniele Intraina durante la cerimonia di inaugurazione che si è tenuta ieri all’interno del parco e ha visto il coinvolgimento dei pazienti dell’OSC e di SPAM nella lettura dei racconti.
A Casvegno, il confronto tra cittadini, studenti, bambini e pazienti dell’Organizzazione avviene spontaneamente: una testimonianza ne è il contesto in cui si è svolta la cerimonia di inaugurazione, tra il passaggio delle classi di scuola dell’infanzia e gli sguardi incuriositi degli utenti dell’OSC. «L’indirizzo che l’Organizzazione sociopsichiatrica ha attuato da tempo, e continua a rafforzare, è quello di aprirsi all’inclusione affinché il disagio psichico non resti confinato all’interno delle mura di una clinica – ha spiegato il Consigliere di Stato, Raffaele De Rosa, presente all’inaugurazione –. Attraverso questo progetto e il contesto del parco si favorisce l’incontro. L’altro è il nostro specchio e ci consente di crescere e conoscersi». La riflessione è dunque il cardine dell’iniziativa: le favole universali di Esopo, «forse addirittura ancora più attuali del contesto in cui sono nate» – ha commentato De Rosa –, si offrono non solo come un’attività didattica ma anche come un’opportunità per prendersi un momento di pausa dai ritmi frenetici e interrogarsi sui valori essenziali dell’uomo, di cui i racconti sono veicolo.
La Soroptmist International, promotrice del progetto, è un’organizzazione di donne professionalmente operative in diversi ambiti con sede a Mendrisio dal 1989.
Per la concretizzazione del progetto, il club ha deciso di affidarsi a tre giovani guidate dall’architetta Belen Alvares Pfister: una graphic designer laureata alla ECAL di Losanna, una web designer formatasi alla SUPSI e un’architetta formata all’Accademia di Mendrisio. Tutti i leggii sono stati costruiti in acciaio inox, «un materiale che non muta, come le favole di Esopo. Al contrario di ciò che si specchia dentro, che muta in base al tempo che scorre», spiega una delle tre ragazze. La forma di ogni leggio è legata alla favola che lo abita e al valore che vuole trasmettere. Così, ad esempio, quello dedicato alla storia de «Il leone e il topo» è una lastra distesa per terra che si alza alle due estremità in modo da creare due sedute frontali. La favola, posta al centro della lastra, deve essere letta da due spettatori che insceneranno rispettivamente la parte del leone e quella del topo. Lo scopo è quello di stimolare l’aiuto reciproco, uno dei valori che la favola vuole trasmettere. Il progetto è il primo del genere per la Soroptimst International, ma l’organizzazione pensa già al futuro. «Quella che abbiamo inaugurato è solo la prima serie di leggii del sentiero di Esopo – ha spiegato l’architetta Pfister –. La nostra visione è che l’iniziativa possa espandersi per proseguire Oltralpe in tutte le lingue nazionali e anche in altri paesi, perché teniamo a diffondere i valori universali trasmessi dalle favole di Esopo».