La domenica del Corriere

Il sistema sanitario elvetico nello scontro destra-sinistra

Qualche idea dopo la stangata del premio per il 2024 - Pamini: «Impianto socialista, con l’imprenditoria che ci sguazza» - Morel: «Al momento nè pubblica, nè unica» - Fonio: «Berna doveva intervenire»
I cinque ospiti di Righinetti: Battaglia Richi, Pamini, Fonio, Morel e Savary. ©Chiara Zocchetti
Gianni Righinetti
01.10.2023 20:00

La politica sanitaria è uno dei grandi dossier della politica federale, che ha conosciuto una fiammata nel corso della settimana con la comunicazione della stangata sul premio di Cassa malati per il 2024 con un +10,5% in Ticino. Il mantra è sempre lo stesso: «Aumentano i costi e crescono i premi». Razionalmente sarà anche così, ma sta di fatto che la politica brancola nel buio.

E come la pensano cinque candidati in corsa per Berna? Gianni Righinetti a La domenica del Corriere andata in onda su Teleticino ha messo a confronto le tesi di Paolo Morel (PLR), Paolo Pamini (UDC), Giorgio Fonio (Il Centro), Josef «Beppe» Savary (Verdi-Forum Alternativo) ed Evelyne Battaglia Richi (Verdi liberali). Ne emerso un confronto vivace e frizzante, specie nella parte iniziata sull’asse Pamini-Savary.

«La combinazione peggiore»

Il candidato dell’UDC ha fatto presente che «la sanità è uno dei pochi esempi in Svizzera di socialismo compiuto dove ci sono delle sacche di socialismo che delegano il servizio al mercato e ai privati. Ma non si sono prezzi liberi, non c’è un’entrata libera nel mercato, non paga chi consuma la prestazione e c’è poco da stupirsi del medico che induce la domanda. È la combinazione peggiore: impianto socialista con l’imprenditoria che ci sguazza».

Righinetti ha poi rilanciato vista la partenza di Alain Berset e della politica stile western, con tutti a sparare sul pianista nel corso della settimana, da quanto sono stati ufficializzati i premi futuri: «Non è colpa del pianista, è colpa del piano – ha osservato senza troppi giri di parole Savary – anche Arturo Benedetti Michelangeli non avrebbe potuto fare meglio con un pianoforte rotto come il nostro sistema sanitario». E a Pamini cosa consiglia? ha chiesto il moderatore: «Di informarsi sul socialismo ad fonte, legga Marx e non i Chicago boys».

Il concreto e l’astratto

È stato poi rilanciato un tema tornato d’attualità, cassa malati pubblica, unica o nessuno delle due ipotesi? «Al momento non opto per nessuna delle due – ha osservato Morel – perché se ne parla ma se ne parla in maniera astratta e non abbiamo visto nulla che ci possa dire quali sarebbero i benefici. Sappiamo che i costi della sanità per quanto riguarda la sanità ammontano al 5%. Se fare una cassa malati unica significa agire si questa cifra… Certo sarebbe qualcosa di positivo, ma non la soluzione. Occorrerebbe andare un poco alla radice». Cosa che, al di là delle parole impiegate a Berna, non è stato fatto. E allora cosa fare? «Occorre agire su due livelli, – ha affermato Fonio – da una parte ci sono le riforme da mettere in atto per quanto concerne strettamente la cassa malati con l’introduzione immediata di riforme urgenti sul tavolo ormai da decenni, compreso il Tardoc. Ma il problema è che da gennaio i cittadini dovranno versare il 10,5% in più a fronte di altri rincari già annunciati. La prima misura urgente è che la Confederazione, in linea quanto previsto nella Legge sulla perequazione finanziaria, riconosca l’esistenza di un aggravio sociodemografico e qui l’elemento c’è, eccome se c’è con l’invecchiamento della popolazione».

La situazione in Ticino

Ci voleva un contributo straordinario in vista di quanto ci attende per l’anno che verrà? «Assolutamente sì, in Ticino gli over 65.enni sono il 23%, contro una media nazionale del 19%. Questo dato ci dice che la Confederazione deve intervenire in maniera responsabile». Dal canto suo Battaglia Richi «alla fine dei conti i pazienti consumatori si attendono risposte effettive e concrete, tutto ciò che fino ad oggi non è avvenuto. Occorrerebbe un sistema di finanziamento unico per monitorare i costi e procedere speditamente con la digitalizzazione e considerare molto di più i pazienti, cosa che oggi non avviene in nessun modo».

E, infine, Morel ha sottolineato che uno dei mezzi per monitorare e controllare meglio il sistema, le cure e abbattere gli sprechi e i doppioni è la cartella informatizzata del paziente. Un passo in avanti che, grazie alla tecnologia darebbe un grande aiuto ma che, ha aggiunto il candidato del PLR al Consiglio nazionale «non si capisce bene come mai non faccia passi avanti».