Influenza

Il sollievo degli ospedali: «Abbiamo superato il picco»

I reparti tornano alla normalità, dopo aver superato le difficili settimane natalizie – Lepori: «Il peggio è passato, i casi di influenza non dovrebbero più aumentare» - Simonetti: «In pediatria adesso meno di un terzo dei pazienti di prima»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
19.01.2023 06:00

Gli ospedali e i pronto soccorso ticinesi possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, dopo settimane complicate. «Il picco dell’influenza è stato superato», conferma il dottor Mattia Lepori, vice capo dell’area medica dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC). «Il momento più delicato è stato raggiunto due settimane fa, e ipotizzando che anche quest’anno l’influenza si comporti come in passato, il peggio dovremmo essercelo lasciato alle spalle». E le cifre lo confermano. «Secondo il bilancio fatto questa settimana - dice Lepori - i casi di contagio e di ricovero sono in diminuzione per la seconda settimana di fila. Se da inizio novembre a oggi abbiamo ricoverato globalmente in EOC a causa dell’influenza e delle sue complicazioni 280 pazienti con un picco di 72 durante l’ultima settimana di dicembre, questa settimana i ricoveri sono 13». La stessa cosa vale per il virus sinciziale (RSV), che ha creato non pochi grattacapi in pediatria. «Dalla scorsa settimana osserviamo un ulteriore miglioramento: i casi di ricovero per l’influenza nei bambini e l’RSV sono diminuiti in modo importante. La situazione appare quindi molto più stabile», spiega da parte sua il dottor Giacomo Simonetti, primario dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana. Nei momenti più concitati, i reparti di pediatria sono arrivati ad accogliere fino a 25-30 pazienti in contemporanea per problemi legati ai virus respiratori. «Oggi non arriviamo a dieci, meno di un terzo, quindi, rispetto ai numeri registrati appena un paio di settimane fa».

Anche meno pazienti COVID

In miglioramento appare anche la situazione pandemica. «Ma qui - sostiene Lepori - la valutazione è complicata dal fatto che con il nuovo regime di rimborso dei test molte persone rinunciano a farsi testare. Tuttavia, se osserviamo quanto sta avvenendo negli ospedali, notiamo un calo significativo dei pazienti ospedalizzati. Questa mattina (ieri per chi legge, ndr), ad esempio, nelle strutture dell’EOC contavamo 43 pazienti». Una tendenza confermata anche dai dati pubblicati dall’Ufficio del medico cantonale: nell’ultima settimana i casi accertati sono stati 124, mentre in totale risultano ricoverate in tutte le strutture del cantone 58 persone (-28%), 4 delle quali in terapia intensiva. «Dovremo monitorare la situazione nelle prossime settimane per capire se il picco è passato anche per il COVID, perché i numeri al ribasso potrebbero anche solo essere l’effetto delle due settimane di scuole chiuse e mezzi pubblici vuoti per via delle vacanze. Abbiamo imparato che con il coronavirus non si può mai sapere cosa accadrà: le varianti in circolazione sono note, e per quanto riguarda la nuova arrivata - la Kraken - per il momento sappiamo che circola già anche in Europa, ma non ne percepiamo gli effetti». Per contro, sia sul fronte dell’influenza che su quello dell’RSV la situazione appare «molto positiva» e, nonostante l’inverno sia ancora lungo, non dovrebbero esserci ‘‘ricadute’’. «Normalmente - spiega Lepori - l’epidemia di influenza dura dalle 8 alle 12-14 settimane, salvo poi esaurire i propri effetti. E, a meno di cambiamenti indotti dalla pandemia, il virus influenzale non dovrebbe ripresentarsi con nuovi picchi. Sarebbe davvero molto sorprendente osservare una risalita dei casi». Dello stesso avviso anche Simonetti, secondo il quale «i virus tipicamente invernali dovrebbero ormai aver fatto il proprio corso e non dovrebbero riapparire. Non si può però escludere che nei prossimi anni si ripresenti un numero così alto di casi, ma dobbiamo anche ricordarci che quanto avvenuto questa volta è stato assolutamente eccezionale».

Giorni tesi, interventi rimandati

Il momento peggiore, racconta Lepori, è stato vissuto durante il momento delle vacanze natalizie: «La presenza in contemporanea di virus sinciziale, COVID e influenza nei giorni in cui buona parte degli studi medici era chiusa ha messo a dura prova gli ospedali e i pronto soccorso, che hanno vissuto settimane intense». Ma la situazione più complicata è stata quella dei reparti di pediatria, come conferma Simonetti. «La settimana di Natale è stata la più dura - dice -, con strascichi anche nel periodo di Capodanno. In quelle due settimane abbiamo dovuto rimandare alcuni interventi elettivi, che ora stiamo già recuperando». Per contro, spiega Lepori, per quanto riguarda gli adulti «l’impatto sull’attività elettiva non è stato significativo. Talvolta sono stati necessari trasferimenti di pazienti da un ospedale all’altro, ma non è qualcosa di così inabituale. Per la pediatria la situazione è stata certamente più complicata, ma fortunatamente si è risolta».