Il team di Bellinzona Sport pensa già alla stagione estiva

Anche se le temperature di questi giorni sono decisamente elevate per la stagione, siamo ancora in inverno. L’ente autonomo Bellinzona Sport guarda però già avanti ed in questi giorni ha pubblicato il concorso per l’assunzione di bagnini ausiliari in servizio al bagno pubblico nel periodo compresso tra maggio e settembre. Il bando può anche essere letto come un segnale di fiducia per una stagione estiva contrassegnata da un allentamento delle misure sanitarie decise Confederazione e Cantone per contenere la pandemia di coronavirus. «I bagnini - premette Andrea Laffranchini, direttore di Bellinzona Sport - li cerchiamo indipendentemente dalla situazione sanitaria: dobbiamo prepararci per la stagione estiva e quindi abbiamo bisogno di figure professionali che si occupino della sorveglianza nelle diverse vasche del bagno pubblico».
Verso una certa normalità
Al di là del concorso per i bagnini, Laffranchini è fiducioso che si possa pian piano tornare a fruire delle infrastrutture sportive, beninteso sempre nel rispetto delle norme sanitarie che la situazione impone. «La situazione sta migliorando, come del resto era stato il caso la scorsa estate, e applicando le corrette disposizioni emanate dalle autorità credo non ci siano problemi ad aprire in sicurezza gli impianti sportivi all’aperto come deciso ieri dal Consiglio federale» aggiunge il direttore di Bellinzona Sport, il quale non si riferisce solo al bagno pubblico (l’apertura è prevista il 13 di maggio) ma anche, ad esempio, alla pista d’atletica, ai campi di calcio o al centro tennistico. La speranza è dunque quella di poter tornare ad una certa normalità, pur con tutte le misure sanitarie ancora in vigore. Anche perché l’inverno che ci stiamo lasciando alle spalle è stato difficile. «Dal momento in cui la nostra missione è quella di promuovere lo sport, non abbiamo evidentemente vissuto bene questa situazione nella quale si sono potute praticare solo parzialmente le diverse attività. Di
natura sono comunque ottimista e quindi il fatto di aver permesso ai ragazzi fino ai 16 anni di svolgere un’attività sportiva è già un successo».
Nessun caso di contagio
Per far questo Bellinzona Sport ha allestito degli specifici piani di protezione che si sono rivelati efficaci. «Non abbiamo avuto nessun caso di contagio e tutto si è svolto nella massima sicurezza a piena soddisfazione, ritengo, delle società sportive che hanno potuto usufruire delle infrastrutture». Infrastrutture che, malgrado siano chiuse al pubblico, ogni giorno sono occupate da società sportive e scuole per l’attività degli under 16. E dalla prossima settimana il limite d’età sarà innalzato ai 20 anni. «La superficie ghiacciata della pista di pattinaggio interna dev’essere pulita a scadenze regolari - spiega ancora Laffranchini - perché ci sono i giovani della società di pattinaggio e dei Giovani Discatori della Turrita che si allenano, così come gli allievi che svolgono le lezioni di educazione fisica. I campi di tennis li dobbiamo preparare tutte le mattine perché ci sono i corsi con i ragazzi. Idem per la piscina coperta dove si allenano i giovani della Turrita Nuoto. E anche i campi di calcio li dobbiamo mettere a disposizione delle varie società». Insomma, malgrado l’occupazione
ridotta, a livello operativo la stagione invernale per Bellinzona Sport non è stata molto dissimile a quelle che osiamo definire normali.
Voglia di identità
Sempre in ottica futura, nel rispondere ad una interrogazione del gruppo popolare democratico in Consiglio comunale, il Municipio ha riportato una considerazione del direttore dell’ente autonomo, secondo il quale al Centro sportivo manca una vera identità, un punto di incontro che riesca a catalizzare tutte le infrastrutture esistenti per renderlo più interattivo e attrattivo. «Effettivamente – puntualizza Laffranchini - questo è il mio pensiero. Abbiamo la fortuna di aver un centro sportivo che si è sviluppato in una zona vicina alla Città, ma comunque immerso nella natura. A mio avviso il suo difetto è di essersi sviluppato a pezzi. Non c’è un punto d’incontro che può renderlo ancor più attrattivo, far capire che si entra in un centro sportivo e non in una delle infrastrutture che lo compongono. Ecco, in ottica futura dovremo fare in modo, magari con nuovi interventi anche importanti, che il centro sportivo non sia tale solo di nome, ma anche di fatto».