La sorpresa

Il Ticino è «Ammaliato»: Avanti quinta forza politica

Il movimento, nato soltanto pochi mesi fa dopo l’addio di Amalia Mirante al PS, ha ottenuto il 5% dei voti di lista e si appresta a entrare in Gran Consiglio – «Parliamo a chi ogni giorno deve fare i conti con problematiche concrete»
© Ti-Press
Martina Salvini
02.04.2023 20:45

Che il movimento Avanti con Ticino & Lavoro avrebbe riservato sorprese lo si è capito immediatamente, al primo Comune scrutinato. Poco prima delle 15, quando è arrivato il risultato di Grancia, il movimento fondato da Amalia Mirante aveva ottenuto addirittura l’8% dei voti di lista. Poi, man mano che si sono aggiunti gli altri centri del cantone, la percentuale si è assestata attorno al 5%. A spoglio ultimato, Avanti con Ticino & Lavoro ha chiuso con il 3,19% delle schede e il 5,08% dei voti di lista, posizionandosi alle spalle dei partiti storici, quale quinta forza politica nel canton Ticino. «Non male per un movimento nato appena qualche mese fa. Se ci avessero detto che avremmo raggiunto il 5%, ci avremmo messo la firma», commentano i due fondatori, Amalia Mirante ed Evaristo Roncelli, al termine della lunga giornata elettorale. «È una bella sorpresa, un risultato che non ci aspettavamo», prosegue Mirante, secondo la quale a premiare il movimento è stato proprio il fatto di essere lontano dalle logiche dei partiti tradizionali: «Quando ci siamo proposti agli elettori, abbiamo deciso di affrontare temi molto più vicini alle esigenze dei cittadini comuni, tornando a parlare la lingua di chi ogni giorno deve fare i conti con problematiche molto concrete, che toccano il lavoro e il salario». La politica cantonale - prosegue la leader di Avanti - «non ha gli strumenti per incidere sui grandi temi, mentre invece può fare molto per i problemi pratici delle persone».

Da sola, oltre 22 mila voti

Eroina della giornata è stata proprio lei, Amalia Mirante. Da sola, ha raccolto oltre 22.500 voti, trainando il movimento. Arrivata attorno alle 17 a Sant’Antonino, dove si erano riuniti i simpatizzanti di Avanti, Mirante è stata accolta dagli applausi e dal caloroso abbraccio di Roncelli. «Quanto ha contato quanto accaduto con il PS? Credo si sia innestato un sentimento di solidarietà nei miei confronti. Inoltre, anche la voglia di interrompere certe logiche legate alle solite grande famiglie e ai grandi partiti ha permesso di portare oltre 90 persone a candidarsi nella nostra lista». Insomma, l’effetto-Mirante è indubbio. «Ma per il risultato - dice lei - hanno contato molto anche le capacità e le storie personali dei nostri candidati».

A conti fatti, comunque, appare evidente che la strategia del PS di non mettere in lista per il Consiglio di Stato due «nomi forti» (Carobbio e Mirante, appunto) abbia penalizzato la sinistra, a vantaggio del neonato movimento Avanti, fondato da Mirante e Roncelli dopo l’addio ai socialisti. Ma il travaso di voti ha probabilmente interessato anche altri partiti storici, che hanno perso parte del consenso a favore della nuova forza politica, in grado di incassare complessivamente oltre 45 mila voti di lista. «Starà agli altri partiti fare le proprie analisi sul voto», premette Mirante. «Certamente noi abbiamo trovato il sostegno di una parte dei cittadini. Il nostro elettorato è formato da chi, quotidianamente, deve fare i conti con un figlio che non riesce a trovare lavoro. O, ancora, da chi fatica ad arrivare a fine mese perché la pensione non è sufficiente».

Un percorso con gli altri partiti

Forte del consenso ottenuto, il movimento attende ora l’esito del voto per il Gran Consiglio. Se dovesse replicare il successo di oggi, Avanti con Ticino & Lavoro potrebbe fare il proprio ingresso in Parlamento con 4 o 5 rappresentanti. Addirittura, se venissero eletti in 5, Mirante e colleghi acquisirebbero il diritto di partecipare alle Commissioni. «Ci affidiamo agli elettori, ma nella sostanza per noi cambierebbe poco», dice da parte sua Roncelli. «In tutti i casi, il nostro obiettivo rimane quello di intavolare una discussione seria con gli altri partiti sui temi che più ci stanno a cuore». E in quest’ottica, ribadisce Roncelli, il movimento intende prestare ascolto a tutte le proposte, indipendentemente dal fatto che arrivino da destra o da sinistra: «Il nostro focus è il mercato del lavoro. Vogliamo tentare di trovare soluzioni insieme agli altri partiti. Senza imporre nulla, ma piuttosto dialogando per avviare un percorso comune».

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