«Il Ticino regge ma le sfide non mancano»

Luca Pedrotti, direttore di UBS Regione Ticino, focalizza i problemi attuali del settore bancario tra presente e sfide: la strategia dell'istituto di cui è responsabile, le prospettive per la nostra piazza finanziaria e per l'economia del cantone.
Come si articola l'attività di UBS in Ticino, qual è il peso rispettivo delle attività di credito tradizionali, della gestione di patrimoni, degli altri rami?
«Quale banca universale UBS è presente capillarmente in Ticino con circa 825 collaboratori in 19 filiali e leader nei settori di attività della Clientela Privata di base e individuale, Wealth Management domestico e International, Clientela Aziendale e Istituzionale nonché un settore dedicato agli intermediari finanziari. I collaboratori attivi in questi settori dedicati alla clientela rappresentano attualmente il 70% dei nostri organici nel cantone. Vi sono poi tutta una serie di servizi amministrativi che sono dedicati al supporto delle attività al fronte. Complessivamente UBS in Ticino detiene circa il 30% della quota di mercato».Ci sono state critiche alle grandi banche elvetiche sulla base della tesi di un insufficiente sostegno alle imprese, specie piccole. Qual è la vostra risposta?«In Svizzera, grosso modo 1/3 delle aziende intrattiene una relazione con UBS, e questo rapporto è ancora maggiore in Ticino. La nostra divisione clientela aziendale ha obiettivi ambiziosi di crescita sia in termini di quota di mercato che di volumi di credito. Nel 2015 abbiamo inoltre lanciato il credito/leasing online per piccole e medie Imprese (importo fino 300 mila franchi), offrendo un accesso rapido ed efficace al finanziamento. Non nascondo che notiamo un rallentamento negli investimenti aziendali, soprattutto perché molto spesso l'acquisto di macchinari avviene tramite la liquidità a disposizione dell'azienda. Il nostro obiettivo è comunque una relazione d'affari duratura tra banca e cliente, basata su trasparenza e fiducia reciproca. Vogliamo capire il modello di business del nostro cliente, il suo prodotto, il management dell'azienda e i rapporti di proprietà in modo da offrire un servizio completo, dal semplice traffico pagamenti fino alla più complessa consulenza di trasmissione aziendale».Attorno all'evoluzione del private banking in Ticino si sono sentiti pareri diversi. Ora, dopo la voluntary disclosure (VD) italiana, quali sono le prospettive per UBS e la piazza ticinese?«Per quanto concerne la VD, siamo molto soddisfatti perché i nostri clienti, in grande maggioranza, hanno confermato la scelta di mantenere i propri patrimoni dichiarati presso di noi, rinnovando di fatto la fiducia nella piazza finanziaria svizzera. Credo che lo stesso alto tasso di adesione si possa ritrovare nel resto degli istituti bancari ticinesi e svizzeri. È anche vero però che prima di trarre conclusioni definitive dobbiamo aspettare che tutti i clienti abbiano terminato il processo di regolarizzazione. Parlando di prospettive, è innegabile che la piazza finanziaria ticinese abbia davanti a sé sfide importanti nel futuro prossimo.