“Il Ticino resta un cantone sicuro”

STRAGE SVENTATA - Le rassicurazioni di Governo e polizia nella serata organizzata dal CdT
Alan Del Don
18.05.2018 06:00

BELLINZONA - Rifacendoci alla mitologia greca dovremmo parlare della «matta bestialità» simboleggiata dal Minotauro, con il corpo da uomo e la testa da toro, proprio per indicare la parte più bruta e violenta della nostra mente. C'è chi sa porre freno a questi istinti e chi invece è pronto a soddisfarli nel modo più bieco possibile, gettando nella paura l'intera comunità. Come sembrerebbe essere nel caso del 19.enne che secondo gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore generale Antonio Perugini, voleva compiere una strage alla Scuola cantonale di Commercio (SCC) di Bellinzona. Durante la serata organizzata ieri dal Corriere del Ticino (un centinaio i presenti nella sala del Legislativo cittadino) e moderata dal direttore del quotidiano Fabio Pontiggia e dalla direttrice delle relazioni esterne del Gruppo CdT Prisca Dindo si è cercato di comprendere cosa può scatenarsi nella testa di un allievo brillante e che non aveva mai dato problemi al punto da portarlo ad un passo dal rendersi autore di una carneficina. Il nostro Cantone è ancora un luogo sicuro? «Il Ticino è più sicuro rispetto al passato. Purtroppo l'essere umano non è completamente prevedibile e fatti gravi possono accadere anche sul nostro territorio. Non dobbiamo chiederci se succederà, ma quando potrebbe avvenire. Oggi basta navigare in rete per radicalizzarsi. Occorre dunque avere dei sensori attivi nelle istituzioni e fornire risposte ai segnali di pericolo che giungono dai cittadini», ha rilevato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.

"Un intervento giustificato"

Il dibattito è partito giocoforza dall'allerta scattata mercoledì 9 maggio. L'istituto scolastico contatta la Polizia cantonale (PolCa). Seguono il monitoraggio del 19.enne e l'arresto, l'indomani. Le tempestive segnalazioni di alcuni studenti che hanno informato la direzione sulle intenzioni del ragazzo e l'intervento del Gruppo cantonale gestione persone minacciose e pericolose della PolCa evitano un possibile eccidio. La Commercio viene in seguito presidiata dagli agenti in divisa e in borghese; si predispone altresì un servizio psicologico per gli alunni. Lentamente si torna alla normalità. Un allarme giustificato, è stato chiesto in sala? Ha risposto il comandante della PolCa Matteo Cocchi:«Siamo intervenuti a seguito di elementi concreti, grazie a una precisa segnalazione. Ciò significa che la popolazione si fida della polizia. I nostri agenti sono formati per eventi di questo tipo». Gli ha fatto eco il ministro Norman Gobbi, il quale ha lodato il «senso civico e il coraggio di chi ha avvisato dell'imminente pericolo».Numerosi gli interventi del pubblico, che ha seguito in buon numero anche la diretta Facebook della serata offerta sulla pagina del Corriere del Ticino online. Il docente ed ex vicedirettore della Commercio Pier Franco De Maria ha preso la parola in difesa dell'istituto evidenziando che «nelle classi guardiamo negli occhi gli allievi. L'organizzazione alla SCC è umana, credetemi. Oggi (ieri per chi legge, ndr.) nei corridoi si sorrideva. Tutto è tornato come prima. Bisogna smetterla di prendersela con il mondo della scuola in senso lato». L'ex direttore del Dipartimento delle istituzioni (dal 1991 al 1999) ed oggi granconsigliere PPD Alex Pedrazzini ha posto dei quesiti interessanti: «Se io dicessi che voglio uccidere qualcuno, e non ho armi, la giustizia cosa può fare? Nulla. Quale sarà il futuro di questo ragazzo? Dovrà essere reinserito qualcuno che fino ad un minuto prima ritenevamo una bomba ad orologeria».

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