Il Tour de Suisse tra mondovisione e alberghi pieni

«Dopo che Ambrì aveva ospitato la tappa regina del Tour de Suisse nel 2006 diverse persone erano giunte a visitare la regione del Ritom grazie alle riprese della zona effettuate durante la diretta televisiva della corsa. E dopo l’arrivo di tappa di Carì nel 2016, ancora oggi molti ciclisti affrontano quella salita, che lì era stata definita l’Alpe d’Huez della Svizzera. Quindi, anche se è difficile quantificarlo, sono sicuro che un ritorno d’immagine c’è, e credo che tramite questo canale i luoghi coinvolti diventino progressivamente dei punti di riferimento, per gli amanti della bici ma non solo».
Lo afferma Fabrizio Cieslakiewicz - presidente del comitato di organizzazione dei due arrivi di tappa del Tour de Suisse previsti tra due settimane ad Ambrì - con cui abbiamo riflettuto su cosa comporta la preparazione di un evento simile, e con cui abbiamo voluto capire anche se le spesso citate ricadute a livello di immagine sono effettivamente palpabili, e se sono state misurate. Il Comune di Quinto ospita infatti per la sesta volta in vent’anni il Tour de Suisse, la quarta più importante corsa ciclistica a tappe del mondo. Lo farà con le partenze, nella zona del nuovo stadio biancoblù, della quinta e settima tappa: la prima giovedì 16 giugno alle 12.30 con arrivo a Novazzano (giorno festivo del Corpus Domini, le animazioni in Leventina inizieranno alle 10); la seconda sabato 18 giugno alle 11 (la festa inizierà già alle 9.30) quando dopo aver scalato il Lucomagno la carovana si dirigerà verso il Vallese con traguardo a Malbun. In mezzo ci sarà però ancora tanto Ticino, con la partenza della sesta frazione venerdì 17 alle 11.30 da Largo Zorzi a Locarno e capolinea ancora in Vallese, a Moosalp, dopo aver affrontato la Nufenen. Sia ad Ambrì che a Locarno per tre giorni ci saranno animazioni varie e la possibilità di mangiare e bere.
«Le prime volte c’era stress»
Quali sono le difficoltà principali che si incontrano nell’organizzazione di un evento simile?, abbiamo chiesto all’ex sindaco di Quinto. «Dipende dal luogo in cui si organizza la partenza o l’arrivo di tappa - risponde Cieslakiewicz - Per noi ad Ambrì la situazione è nettamente migliorata grazie alla presenza del nuovo stadio multifunzionale, che risolve parecchie questioni logistiche. In passato la situazione era decisamente più complessa, ad esempio occorreva garantire l’elettricità tramite un generatore, questione ora ovviamente risolta con la struttura a disposizione. Centrale è la sicurezza a cui il Tour de Suisse dà giustamente un’importanza enorme considerando la velocità di transito dei ciclisti».
Tra logistica e finanze
E qual è l’impegno richiesto alle persone coinvolte? «Nella maggior parte dei casi il lavoro parte un anno prima e impegna costantemente, con riunioni regolari che negli ultimi mesi diventano quasi settimanali - spiega ancora il presidente - Bisogna pensare a tutto, dal finanziamento alle toilette. Con l’esperienza che abbiamo maturato ora siamo decisamente più tranquilli, ma le assicuro che la prima volta lo stress era elevatissimo». Citava il finanziamento: qual è il budget di un evento simile? «La visibilità che l’evento fornisce è grande, il costo altrettanto. Per una partenza ci vogliono 30-40.000 franchi, mentre per un arrivo di tappa bisogna calcolarne di più: Carì nel 2014 ne aveva richiesti ben 150.000. Tutto viene coperto dagli sponsor tra cui Banca Stato (di cui Cieslakiewicz presiede la direzione generale ndr.) che ha sempre sostenuto la presenza del Tour in Ticino. Poi ovviamente sei facilitato dall’appoggio dei Comuni, nella fattispecie Quinto e i vicini, che risolvono parecchie questioni logistiche».
Gli effetti positivi immediati
Abbiamo citato il ritorno d’immagine. A cui si sommano le ricadute economiche più immediate: gli alberghi in quei giorni saranno pieni. Questo anche tra Bellinzonese e valli, benché qui l’offerta sia ancora debole come ricordato ancora di recente sul CdT dal direttore dell’Organizzazione turistica locale Juri Clericetti? «In effetti alcune squadre si spostano verso Lugano o Locarno, dove c’è maggiore disponibilità. Ma considerando anche staff, macchina organizzativa, apparato pubblicitario, motociclisti e giornalisti, il Tour muove centinaia di persone, quindi ce n’è anche per la nostra regione, dove tutte le strutture saranno occupate da ciò che alla fine costituisce la carovana
