Mobilità

Il trasporto pubblico in viaggio verso la completa sostenibilità

Le principali aziende ticinesi, dopo i test su strada e gli studi effettuati negli scorsi anni, introdurranno i primi bus elettrici tra il 2024 e il 2026 – La decarbonizzazione dell’intera flotta, invece, dovrebbe avvenire tra il 2030 e il 2040
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
26.08.2023 06:00

Il trasporto pubblico, per sua natura, è portabandiera della mobilità sostenibile. Tuttavia, anch’esso non è privo di margini di miglioramento. Non a caso, in questi anni assistiamo sempre più spesso ad annunci sulle nuove tecnologie che saranno impiegate dalle aziende di trasporto pubblico ticinesi per rendere ancor più sostenibile il settore. Abbiamo contattato alcune di queste aziende per capire quale direzione sta prendendo il trasporto pubblico su gomma. Ne è emerso, in sostanza, che i primi bus elettrici inizieranno a viaggiare in Ticino tra il 2024 e il 2026, mentre per la decarbonizzazione totale occorrerà attendere un po’ di più, almeno fino al 2030.

Tra Viganello e Manno

Partiamo dalla Trasporti pubblici luganesi (TPL), la quale sin dal 2015 «ha identificato nell’elettrico la giusta soluzione per convertire la flotta». Tutto ciò, ovviamente, «al fine di proporre un servizio a zero emissioni, sfruttando le energie rinnovabili». Il primo importante progetto che l’azienda sta portando avanti riguarda l’elettrificazione della linea 5 che, passando per il centro città, si snoda da Viganello a Manno. Un progetto, definito dalla TPL «ambizioso e complesso», iniziato nel 2015 con una valutazione topografica del territorio e una simulazione su strada, effettuata nel 2021, quando per tre giorni in città è circolato un bus completamente elettrico. Una prova che, spiega TPL, «ha permesso di verificare e validare in pieno l’operatività e l’efficacia di un articolato a trazione elettrica su una linea urbana». Ecco perché, il progetto procede ora a grandi passi. E, conferma la TPL, quest’anno avverrà la gara d’appalto per selezionare il fornitore, mentre tra il 2024 e il 2025 è prevista la fornitura del materiale elettrico e, sempre nel 2025, ci sarà la messa in esercizio di otto bus elettrici alimentati da batterie, che verranno ricaricati sia tramite un punto di ricarica in linea sia in rimessa durante la notte. «L’elettrificazione della linea 5 – spiega ancora la TPL – rappresenta una scelta peculiare che sottolinea la precisa volontà di fare la differenza». E questo perché su questa particolare linea ogni autobus percorre giornalmente quasi 300 chilometri, con un dislivello di 117 metri. Si tratta, in soldoni, «di una delle linee più lunghe della TPL ed è inoltre la seconda linea a trasportare il maggior numero di passeggeri all’anno». Ecco perché, a conti fatti, «sul fronte ambientale, se consideriamo le emissioni totali che interessano la linea, siamo intorno alle 656 tonnellate di CO₂ all’anno», che verranno quindi completamente azzerate con l’introduzione dei veicoli elettrici. Guardando al futuro, la TPL non si sbilancia sul momento in cui si arriverà alla completa «elettrificazione» della flotta. Ad ogni modo, però, «è certamente un obiettivo chiaro e imprescindibile dell’azienda trovare le giuste soluzioni per garantire una mobilità sempre più sostenibile dal profilo ambientale». E «di fatto la strada per l’elettrificazione completa della flotta è spianata avendo convalidato la fattibilità tecnica operativa della linea 5».

Tra Castione e Camorino

Pure AutoPostale, proprio nella primavera del 2021, ha testato un bus elettrico lungo la linea 3 (tra Bellinzona e Sant’Antonino), ottenendo risultati positivi. «La popolazione e i conducenti – spiega da noi contattata l’azienda – hanno molto apprezzato questa iniziativa». Ecco perché, sulla base di questa esperienza «e conformemente alla strategia nazionale di AutoPostale, che prevede la messa in esercizio di almeno 100 bus non alimentati da combustibili fossili entro la fine del 2024, abbiamo sottoposto un primo progetto al Cantone e alla città di Bellinzona». E ora, «i committenti hanno approvato il progetto», permettendo ad AutoPostale di «ordinare sei bus elettrici che dovrebbero entrare in servizio sulla linea 1 (tra Castione e Camorino) nella seconda metà del 2024». Entro i prossimi 2-5 anni, il Gigante giallo prevede poi di «elettrificare tre linee regionali nel Luganese, continuare con l’elettrificazione delle linee urbane di Bellinzona ed elettrificare alcune linee regionali nel Mendrisiotto». Anche sul lungo termine e sul piano nazionale gli obiettivi sono chiari: «Entro il 2040 intendiamo rinunciare integralmente ai combustibili fossili per i circa 2.300 autopostali della nostra flotta».

Un progetto in comune

La transizione, anche nel Mendrisiotto e nel Locarnese è partita nel 2021. L’Autolinea mendrisiense (AMSA) e le Ferrovie autolinee regionali ticinesi (FART), infatti, nel giugno di due anni fa insieme alla SUPSIe alla ditta Protoscar hanno sottoposto all’Ufficio federale dei trasporti il progetto «PVxTutt’Elettrico», allo scopo di ottenere un finanziamento. Lo studio, concretamente, mirava a offrire a FART e AMSA una guida pratica che definisse la strategia di transizione per l’elettrificazione delle linee di autobus urbane. L’approvazione e il finanziamento per il progetto sono arrivati nel settembre dello stesso anno e ora, come comunicato dalle due aziende lo scorso maggio, «il Cantone ha appena deliberato l’approvazione preliminare della richiesta di finanziamento dei costi d’esercizio supplementari derivanti dall’acquisto di 12 bus urbani da 11 e 12 metri per AMSA e di 5 bus articolati per FART». Un passo avanti decisivo che permetterà «di dare ufficialmente avvio alla procedura per l’acquisto degli E-bus».

Nel dettaglio, i 12 veicoli che viaggeranno nel Mendrisiotto sostituiranno quattro linee urbane e una regionale: la linea urbana 3 (dalle Cantine di Mendrisio fino a Morbio Inferiore), la linea 4 (Cantine-Chiasso), la linea 7 (tra il Crocione di Chiasso e il Serfontana, attraversando il centro città), la linea 8 (dal Serfontana al centro di Chiasso passando da Morbio Inferiore) e infine la linea regionale 502 (Cantine-Chiasso). Tutto ciò, per un investimento stimato in oltre 9 milioni, a cui andranno ad aggiungersi oltre 700 mila franchi per gli apparecchi di ricarica notturna. Dopodiché, per giungere alla decarbonizzazione completa della flotta (composta da 26 veicoli) AMSA ha già previsto di acquistare altri 11 veicoli nel 2029 e infine altri tre veicoli nel 2032.

Nel Locarnese, invece, i cinque E-bus articolati viaggeranno sulla linea 1, tra Losone e Gordola, passando per Ascona, Locarno e Tenero. Nel caso delle FART, l’obiettivo della completa decarbonizzazione è stato posto al 2030, con la sostituzione integrale della flotta attuale che è stata completamente rinnovata solo alcuni anni fa (2018-2020).

Non solo motori

Prima ancora della vera e propria elettrificazione dei veicoli, il viaggio verso la sostenibilità ambientale delle principali aziende di trasporto pubblico è iniziato negli scorsi anni con la sostituzione dei vecchi veicoli con motori sempre a combustione, ma meno inquinanti. Ad esempio, la TPL «ad oggi ha sostituito i veicoli più vecchi con i recenti Euro 6 e alcuni a motore ibrido». Anche l’Autolinea mendrisiense (AMSA), per citare un altro esempio, non ha più veicoli con motori inferiori alla categoria Euro 5, mentre la maggior parte della flotta FART è costituita da autobus Euro 6 con tecnologia «mild hybrid», sistema che permette una riduzione delle emissioni grazie al risparmio di carburante.

Detto ciò, anche il processo di elettrificazione porterà con sé una nuova sfida: ricaricare questi mezzi elettrici con energia la più pulita possibile.

Non a caso, la TPL fa sapere che il sistema di pannelli fotovoltaici installato sulla rimessa di Pregassona (realizzato nel 2014 e ampliato una prima volta nel 2017) è pronto per essere nuovamente ampliato proprio quest’anno, «portando la produzione complessiva di energia pari a quella necessaria a coprire il fabbisogno di ben 61 economie domestiche di media grandezza». Pure AMSA fa sapere che è «in fase di studio la posa di pannelli fotovoltaici sulle coperture della sede di Balerna dell’officina AMSA». Interessante notare che – come sottolineato già lo scorso maggio dalle AMSA via comunicato –, «in base agli studi condotti è emerso che la ricarica notturna presso il deposito sarà sufficiente e non sarà quindi necessario prevedere delle stazioni di ricarica lungo la rete o ai capolinea». In questo senso, nel medesimo comunicato pure le Ferrovie autolinee regionali ticinesi (FART) avevano evidenziato che «anche nel nostro caso la ricarica sarà effettuata solo nelle ore notturne presso il deposito di Riazzino che sarà dotato di pannelli fotovoltaici».