Manno

Il Vedeggio si riprenderà i suoi spazi

In via Violino verranno demoliti tredici edifici che formavano una piccola area edile e artigianale - Al loro posto una zona che permetterà al fiume di alluvionare durante le piene, e a disposizione dei cittadini
(foto Zocchetti)
Federico Storni
03.04.2019 06:00

MANNO - In via Violino, a Manno, da qualche anno la strada è sbarrata. Porta a tredici edifici (o meglio, depositi) abbandonati all’incirca dal 2016. Abbandonati non per scelta, ma per esproprio. Per essere demoliti per permettere al fiume Vedeggio di alluvionare. Demolizione che, salvo intoppi, avverrà già nel corso dell’estate. Il progetto fa parte della rinaturazione del fiume, iniziata almeno un ventennio fa. Anzi, ne è pressappoco la sua conclusione, e dove fino a qualche anno fa si trovava una piccola zona industriale e artigianale presto ne sorgerà una naturale e restituita alla popolazione.

Il progetto, illustratoci dall’ingegnere Michel Tricarico, della Luigi Tunesi Ingegneria (coordinatrice per il committente, il Consorzio sistemazione fiume Vedeggio da Camignolo alla foce Contrada Nuova), prevede che la zona - oltre 25.000 metri quadrati - funga da grande area di espansione del fiume in caso di piene. Che sia alluvionabile, in altre parole. Ma non servirà solo a contenere le piene del fiume (che in un passato anche recente hanno causato danni): «Vi sarà anche un miglioramento dal punto di vista ambientale ed ecologico, ed è stato considerato anche l’aspetto della fruibilità da parte della popolazione». La mente in questo senso va ai progetti di rinaturazione del Cassarate, per restare nel Luganese: anche lì il fiume è stato (e sarà) restituito ai cittadini, con zone d’accesso e spazi privilegiati. Sarà così anche in fondo a via Violino, ovviamente solo quando il fiume non sarà in piena. Per la sua natura alluvionale, nella zona non si potranno installare infrastrutture, ma al di fuori di portate straordinarie sarà accessibile a mo’ di spiaggia verde. Per contenere le esondazioni sono invece previsti argini esterni.

Non è vero che i lavori sono fermi

Lunedì dei portali online si sono occupati di quanto (non) sta accadendo in via Violino, sottolineando fra le altre cose un immobilismo decennale, mancati indennizzi a chi ha subito espropriazioni e uno stato generale di degrado dell’area, parlando di «città fantasma». «Non è vero che i lavori sono fermi – ha detto il presidente del Consorzio, ingegnere Tullio Martinenghi, da noi contattato. – Ci è solo voluto un po’ più del previsto perché in questa zona si sono resi necessari ulteriori approfondimenti legati alle zone di protezione. Gli espropri sono stati fatti in due fasi, e le ultime ditte hanno lasciato l’area due o tre anni fa. Una volta vuota abbiamo messo in sicurezza la zona, con anche un cancello che blocca l’ingresso, anche per evitare un ulteriore degrado. Che era già presente quando ne siamo entrati in possesso. Quanto agli indennizzi, noi come i vecchi proprietari siamo in attesa di una decisione in proposito dal Tribunale degli espropri».

I lavori, dicevamo, sono quasi pronti a partire. Nelle scorse settimane sono stati pubblicati due bandi di concorsi. Uno per la demolizione dei tredici edifici, che occupano 6.200 metri cubi. La ditta vincitrice dovrà smaltire 700 metri quadrati di eternit e 400 metri quadrati di amianto. Il secondo bando è per la lavorazione di circa 930.000 tonnellate di materiale. Il Consorzio intende in altre parole far installare e gestire un impianto per il riciclaggio del materiale di scavo. Impianto che dovrà produrre materiali inerti di differenti qualità e granulometria che verranno in gran parte riutilizzati per le opere di rinaturazione. Le offerte sono rientrate nei giorni scorsi. Il Consorzio conta di partire con i lavori durante l’estate.