Il villaggio Reka è pronto a rinascere

Reka da Albonago è partita e in Albonago continua a credere. La cooperativa svizzerotedesca che si dedica al turismo sociale dal 1939 aveva inaugurato nel 1964 il suo primo villaggio turistico alle pendici del Bré. Villaggio che ha chiuso i battenti un anno fa e che - si stima il prossimo giugno - riaprirà le porte presentandosi completamente rinnovato. Tutto questo per un investimento di 36 milioni di franchi. Ne abbiamo parlato con il direttore di Reka, Roger Seifritz.
Sette edifici, 50 appartamenti
«Quando abbiamo costruito il villaggio quasi sessant’anni fa la collina di Brè non era edificata, c’eravamo praticamente solo noi. Oggi invece siamo attorniati da case eleganti, tanto che ci siamo chiesti, al momento di decidere se e come rinnovare la struttura, se non fosse il caso di cambiare posto. Ma alla fine abbiamo deciso di rimanere lì, perché la vista è impagabile e nel portafoglio di Reka non c’è nulla di simile».
Dello storico villaggio si è deciso di fare tabula rasa. Ora sorgeranno sette nuovi edifici in legno che ospiteranno una cinquantina di appartamenti (dieci in più del passato), oltre a una casa comunitaria con spazio sociale e a un ristorante self-service da ottanta posti a sedere «in stile grotto». Per evocare la «ticinesità» verrà anche creata una piazza: «Per noi il Ticino è estremamente importante - dice Seifritz, - perché la clientela svizzero tedesca lo apprezza molto per il fatto che si trovi ancora in Svizzera e che al contempo si respiri aria di italianità».

La struttura sarà inoltre dotata di una piscina che, rispetto al passato, avrà un posto più centrale nel villaggio e che somiglierà a un’infinity pool con vista aperta sul lago. Vi sarà inoltre una Spa interna atta anche a invogliare il turismo fuori stagione. L’intenzione di Reka è infatti quella di tenere aperto il villaggio tutto l’anno e non più solo da Pasqua a ottobre. «Il nostro target principale sono le famiglie - spiega Seifritz - e per questo verrà offerto un servizio di accudimento e di attività per i più piccoli. Ma al di fuori delle vacanze scolastiche ci interessa essere una destinazione attrattiva anche per le coppie, anziane e giovani. Difatti il nuovo villaggio verrà dotato di una stazione per le biciclette e recherà il marchio Swiss Bike Hotels». I nuovi edifici saranno edificati nella parte bassa del terreno, mentre quella alta per ora verrà lasciata libera da costruzioni.
Svecchiamento e sostenibilità
La decisione di ripensare il villaggio non è figlia della pandemia, ma viene da più lontano. Reka ci sta lavorando almeno dal 2014: «Le strutture stavano invecchiando e abbiamo visto che questo incideva anche sui soggiorni. Prima del 2010 avevamo una media di 250 giorni di occupazione per appartamento, mentre nel 2019 eravamo scesi a 160 giorni».
Reka è inoltre votata da sempre al turismo sostenibile e ambisce alla neutralità in termini di CO2 e a divenire l’operatore di vacanze più sostenibile della Svizzera. Ambizione tradotta per esempio nella scelta di usare il legno - materiale riciclabile - nella costruzione e di approvvigionarsi energeticamente in proprio, tramite termopompe e pannelli solari. Inoltre il 94% dei contratti di costruzione sono stati conclusi con imprese ticinesi.

I ticinesi e la Reka
Reka gestisce anche altre quattro strutture in Ticino, fra cui il Parkhotel Brenscino a Brissago (per cui pure si sta pensando a una ristrutturazione sul medio periodo), oltre a diverse nel resto della Svizzera e all’estero. Ma ci sono ticinesi che fanno vacanze con Reka o il nostro cantone interessa piuttosto come luogo di villeggiatura? «I clienti ticinesi ci sono ma sono sottorappresentati - spiega Seifritz. - Non parliamo di un abisso, ma di un meno 20% sulla percentuale della popolazione rispetto alla Svizzera tedesca. Negli ultimi due anni ci siamo impegnati in particolare a trovare datori di lavoro e imprese che accettassero la valuta Reka».
C’è anche la valuta
Oltre che di vacanze, Reka si occupa infatti anche di denaro. Propone infatti una propria valuta con cambio legato al franco svizzero. Semplificando estremamente, tipicamente questa valuta è versata fortemente scontata quale prestazione extra salariale ai dipendenti da parte dei datori di lavori che aderiscono al circuito. Il lavoratore acquisisce così potere d’acquisto e potrà spendere la valuta Reka nei posti in cui questa è accettata. In Ticino la domanda e l’offerta sono ancora a macchia di leopardo, e Reka si è attivata per rendere la valuta più interessante anche alle nostre latitudini.