Politica

«Imparare la musica è un diritto di tutti»

Le principali associazioni del mondo della musica ticinese hanno lanciato un'iniziativa popolare per migliorare l'accesso dei giovani alle scuole di musica: «Il Ticino è fanalino di coda»
Paolo Gianinazzi
19.01.2023 18:15

«Musica è mettersi in relazione. Musica è saper ascoltare. Musica è liberare la creativita». Ma soprattutto, «imparare la musica è un diritto di tutti». È ispirandosi a questi concetti che il mondo della musica ticinese (e le principali associazioni che lo rappresentano) ha deciso di lanciare un’iniziativa popolare legislativa a favore di un maggior sostegno economico, in particolare da parte del Cantone, alle scuole di musica riconosciute sul territorio. Un’iniziativa, chiamata «100 giorni per la musica», che mira perlomeno ad allineare la situazione della formazione musicale in Ticino a quella del resto del Paese. Già, perché come affermato dal presidente della Federazione delle scuole di musica ticinesi, Matteo Piazza, «il Ticino è fanalino di coda» nel sostegno alle scuole di musica e «poter mandare il proprio figlio a studiare musica è diventato un privilegio riservato alle famiglie del ceto medio-alto e alto. E ciò non è accettabile».

Disparità e porte chiuse

Ma partiamo da un dato concreto, illustrato in conferenza stampa da Luca Medici, direttore della Scuola di musica del Conservatorio della Svizzera italiana: «In media in Svizzera le famiglie si prendono carico del 32% dei costi della formazione musicale dei propri figli. In Ticino questa percentuale è addirittura intorno al 75%/80%». Un dato che, ovviamente, preoccupa da diverso tempo le associazioni ticinesi che ora, appunto, vogliono un cambiamento portando il popolo alle urne. Una necessità – quella di rivolgersi direttamente al popolo – dettata dal fatto che le autorità politiche hanno disatteso le richieste delle associazioni. «Questa iniziativa non è nata in tempi recenti», ha chiarito Piazza. «È nata all’indomani dell’entrata in vigore del regolamento di applicazione della legge sulla cultura, nel 2015. Un regolamento da noi subito identificato come critico». Ecco perché «abbiamo tentato in tutti i modi di trovare soluzioni costruttive con il Governo e con il DECS. Ma purtroppo abbiamo sempre trovato la porta chiusa, se non sbattuta in faccia». Insomma, ha sottolineato Piazza, «lanciare l’iniziativa non è stata una decisione semplice, ma sofferta e figlia di una delusione, cioè quella di non trovare soluzioni presso l’autorità politica».

In questo senso, è stato ricordato che già nel lontano 2012 il popolo svizzero ha approvato in votazione (con il 72,7% dei sì) il decreto federale sulla promozione della formazione musicale dei giovani. «Si trattava di un chiaro mandato costituzionale per la Confederazione e per i Cantoni (e non per le famiglie o per i Comuni) per promuovere la formazione musicale, in particolare tra i giovani». Un mandato che però «è stato disatteso». E anche per questo motivo, più di recente, tramite un’interrogazione del capogruppo del Centro/PPD Maurizio Agustoni (nel 2021) e un’interrogazione del deputato socialista Raoul Ghisletta (nel 2022), la politica aveva chiesto spiegazioni al Consiglio di Stato. Spiegazioni che non hanno soddisfatto per nulla le associazioni attive in Ticino. «Ci è stato detto, ad esempio, che lo Stato fa già la sua parte perché garantisce l’insegnamento della musica alla scuola dell’obbligo», ha rimarcato il presidente della FESMUT. «Ma ciò non corrisponde a formazione musicale di qualità. D’altronde, mica togliamo i contributi al mondo dello Sport solo perché a scuola si insegna ginnastica».

100 giorni per 7mila firme

E ora, concretamente, i promotori avranno 100 giorni di tempo per raccogliere le 7.000 firme necessarie per portare il popolo alle urne. Il testo dell’iniziativa – illustrato in conferenza stampa da Agustoni – prevede l’introduzione di una nuova «Legge sulla promozione delle formazione musicale», con lo scopo di «assicurare a giovani e giovani adulti l’accesso a una formazione musicale all’interno delle scuole di musica riconosciute dal Cantone». Dal punto di vista finanziario, l’iniziativa prevede che il Cantone eroghi alle scuole di musica riconosciute un contributo pari al 50% dei costi. Infine, è pure prevista la creazione di una commissione per la formazione musicale, la quale è incaricata di verificare i criteri quantitativi e qualitativi per il riconoscimento delle scuole di musica.