Il caso

Imposta di circolazione, c'è un secondo reclamo al Governo

Dopo il Centro (PPD), anche PS e Verdi hanno deciso di contestare il libretto informativo - Questa volta, però, ad essere ritenuto «fuorviante» è proprio il testo degli iniziativisti - Nel frattempo, l’opuscolo è già stato stampato e ora si attendono le valutazioni del Governo
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
31.08.2022 18:16

È destinata a far discutere, e parecchio, la vicenda legata all’opuscolo informativo sull’iniziativa «per un’imposta di circolazione più giusta», in votazione il prossimo 30 ottobre. Come noto il Centro (PPD), promotore dell’iniziativa, ha inoltrato nei giorni scorsi un reclamo al Consiglio di Stato per chiedere di rettificare alcune cifre contenute nel libretto. Ora, però, a tutto ciò si è aggiunto anche un secondo reclamo, questa volta inoltrato dai promotori del controprogetto (ossia PS e Verdi), i quali contestano una tabella inserita dagli iniziativisti.

Dunque, per ricapitolare: da una parte ci sono gli iniziativisti (Il Centro/PPD) che contestano la versione del libretto fornita dal Governo; dall’altra ci sono i promotori del controprogetto (PS e Verdi) che contestano la versione del testo degli iniziativisti (Il Centro/PPD).

Questione di tabelle

Nel dettaglio, con un reclamo al Governo, i deputati Samantha Bourgoin (Verdi) e Ivo Durisch (PS) - relatori del rapporto di minoranza approvato dal Gran Consiglio come controprogetto all’iniziativa «Per un’imposta di circolazione più giusta» - chiedono che il testo dell’opuscolo scritto dagli iniziativisti sia modificato. Nello specifico il reclamo verte sulla tabella esemplificativa dei consumi, e dei relativi costi dell’imposta di circolazione, per le differenti categorie di autoveicolo (come le auto compatte, le utilitarie o le monovolumi». «Riteniamo che il modo in cui vengono presentati i dati sia incompleto e deliberatamente fuorviante nei confronti delle cittadine e dei cittadini che dovranno esprimersi nelle urne», viene spiegato dai due deputati in un comunicato congiunto. I due partiti precisano infatti che «la tabella lascia intendere che gli importi proposti siano rappresentativi della categoria a cui si riferiscono, senza però indicare il modello da cui si sono presi i consumi». «Da nostri controlli effettuati sui modelli più venduti del 2021 per le differenti categorie, le cifre riportate non sono assolutamente rappresentative della categoria indicata, ma sono di molto inferiori alla media della categoria stessa e sembrano piuttosto rappresentare l’imposta minima della stessa categoria», sottolineano i due deputati nel comunicato. In conclusione, Durisch e Bourgoin affermano che contesteranno «qualsiasi altro tipo di presentazione che lasci intendere che un modello, e quindi la relativa imposta di circolazione, possa essere rappresentativo di una categoria quando al contrario non lo è assolutamente». Tanto da andare fino al Tribunale federale? abbiamo chiesto a Durisch. «Non possiamo escluderlo, ma nemmeno darlo per certo. Ora attendiamo la risposta del Governo, poi faremo le nostre valutazioni».

Gli scenari ipotizzabili

E ora, a fronte di questi due reclami, che cosa succederà? A fare un po’ di chiarezza è il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri: «Nel merito i reclami saranno trattati dal Consiglio di Stato, quale prima istanza di ricorso, e gli scenari ipotizzabili sono due. Se un reclamo venisse accolto, dovremmo procedere alla modifica dell’opuscolo (che nel frattempo per motivi tecnici e di tempistiche è già stato stampato), probabilmente inserendo una nuova pagina in sostituzione di quella contestata. Se invece i reclami fossero respinti, allora i reclamanti avrebbero la possibilità di ricorrere al Tribunale federale».

Sulle tempistiche, al momento ancora nessuno si sbilancia. Tuttavia, il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali ha spiegato al CdT che l’intenzione del Governo «è rispondere nel più breve tempo possibile».

In merito al reclamo del Centro (PPD), e quindi alle cifre dello sgravio per i cittadini (che secondo gli iniziativisti sarebbe di 25 milioni, mentre secondo il Governo di 15 milioni), il cancelliere Arnoldo Coduri tiene comunque a fare una precisazione: «Noi abbiamo solo corretto alcune imprecisioni presenti nel testo degli iniziativisti, attenendoci alla comunicazione fatta dal Governo il 23 giugno scorso. Per l’Esecutivo con l’adozione dell’iniziativa il gettito sarebbe di 91,5 milioni dal 2024. E quindi la differenza è di circa 15 milioni rispetto al gettito attuale (106,5 milioni nel dicembre 2021) e di cinque milioni rispetto al controprogetto». Infine, Coduri ricorda che «la legge prevede chiaramente che, se ci sono imprecisioni nel testo, il Governo è tenuto a modificarle».

Correlati