In aula tornano i crediti per il turismo, il PS si smarca e chiede un cambiamento

Il mese prossimo in Gran Consiglio giungeranno due importanti crediti quadriennali (per il periodo 2026-2029) in favore del turismo ticinese: uno di 24 milioni per il finanziamento delle attività dell’Agenzia turistica ticinese (ATT, che si occupa essenzialmente di marketing territoriale in favore del turismo); e uno di 16 milioni a sostegno degli investimenti e delle attività per il turismo in base alla Legge sul turismo (LTur).
Ora, come vedremo, tutto il panorama politico è concorde sull’importanza del primo credito destinato all’ATT. Qualche dubbio, invece, verrà espresso in aula dal PS sul secondo credito, quello per finanziare la LTur. I socialisti, con il co-presidente Fabrizio Sirica, presenteranno infatti un rapporto di minoranza per chiedere di utilizzare in maniera differente quei soldi. E questo, in estrema sintesi, poiché una parte rilevante del credito viene destinata alla ristrutturazione o creazione di strutture alberghiere, tra cui figurano anche hotel di lusso o grandi catene che, a mente del PS, non avrebbero bisogno dei soldi dei contribuenti per fare ciò.
Due fronti opposti
Il rapporto di maggioranza a favore di entrambi i crediti (il rinnovo degli stessi è stato proposto dal Consiglio di Stato a maggio di quest’anno) è stato stilato da quattro co-relatori: Alessandro Speziali (PLR), Sabrina Gendotti (Centro), Michele Guerra (Lega) e Tiziano Galeazzi (UDC).
Per Speziali, contattato dal CdT, in sostanza è importante continuare sulla strada tracciata e sostenere con convinzione un settore fondamentale per il territorio. «Da una parte – afferma il presidente del PLR – c’è bisogno di assicurare la funzionalità e i compiti dell’ATT, per continuare a comunicare, raccontare e trasmettere il valore del ‘prodotto Ticino’. E, dunque, fare in modo che chi visita la Svizzera venga soprattutto in Ticino. Ma dall’altra parte sono altrettanto importanti i 16 milioni che vengono poi direttamente investiti sul territorio, a sostegno di chi fa accoglienza». In generale, per Speziali «non possiamo fermarci, soprattutto in un contesto intercantonale e internazionale in cui tutti corrono per rinnovarsi e rilanciarsi». E, quindi, «il motore del turismo ticinese deve rimanere acceso, così come quello degli investimenti, in particolare in un momento in cui avvertiamo segnali di stagnazione economica».
Sul fronte opposto, come detto, Sirica presenterà un rapporto di minoranza, a favore del credito per l’ATT, ma non per finanziare gli investimenti tramite la LTur. «La parte del leone di quel credito – spiega Sirica – la fanno le ristrutturazioni o nuove costruzioni. Ciò poteva avere senso nel 2012 quando il credito è stato pensato. Ma oggi, a distanza di più di 10 anni, lo stimolo è stato dato. E guardando le cifre, di quei 16 milioni quasi 9 sono andati a grandi alberghi di lusso o catene internazionali, che assolutamente non hanno bisogno dei soldi dei contribuenti ticinesi per fare questi lavori». La proposta di Sirica, dunque, «è di bocciare tale credito, chiedendo al Governo di presentare una riforma che vada nella direzione di tenere conto della forza finanziaria dei richiedenti, per non escludere le piccole realtà periferiche che realmente ne hanno bisogno». Quella parte di credito che si risparmierebbe, a mente di Sirica andrebbe poi destinata «alla promozione di servizi turistici, tra cui la creazione di una azienda di navigazione pubblica, poiché è evidente dalla corrispondenza che c’è stata tra il Governo e la SNL che non c’è più prospettiva per quest’ultima». Sirica lancia poi una frecciatina a chi non ha voluto seguire la sua proposta e al PLR in particolare: «Ho imparato che, in tempi di vacche magre in cui si vuole risparmiare su tutto, ci sono vacche sacre che non si possono toccare...».
Su questo fronte Speziali rispedisce le accuse al mittente: «La macchina turistica crea indotto a tutti: quando costruisci un hotel dai lavoro anche alle aziende locali. Poi, va anche detto che non tutti gli hotel hanno dietro una grande catena. Alcuni sono a conduzione familiare o gestiti da singoli privati, che da generazioni investono nel nostro territorio». E adesso – si chiede Speziali – «per alcuni casi vogliamo fermare tutta la macchina degli investimenti legati al turismo? Assolutamente no. Occorre continuare a oliare una macchina che dà tanti posti di lavoro: al personale alberghiero sì, ma anche agli artigiani, oppure ai giardinieri. A tutto un ecosistema». Ecco, chiosa il presidente del PLR, «è importante continuare a stimolare questo ecosistema tramite un credito che serve sì per grossi investimenti che fanno leva economica, ma che serve anche alle piccole realtà che sono il fiore all’occhiello, ad esempio, di una valle o una regione periferica».
