In discoteca per divertirsi e rubare collanine

Il programma del sabato sera, per tutto il mese di aprile del 2019, era chiaro: «Ci trovavamo a Genova, partivamo alla volta della Svizzera con l’intento di divertirci in discoteca. E rubare». Ed è per questo motivo che questa mattina davanti alla Corte delle Assise correzionali di Lugano – presieduta dal giudice Siro Quadri – doveva comparire un quartetto di ladri. Doveva, perché in realtà dei quattro convocati se n’è presentato solamente uno: un 22.enne ecuadoregno residente in Liguria. Difeso dalla legale Elisa Lurati, in aula ha sostanzialmente ammesso i fatti ed è stato condannato a 6 mesi di carcere (sospesi per un periodo di prova di 2 anni) e all’espulsione dalla Svizzera per 5 anni. Ripetuto furto aggravato (siccome commesso in banda) il reato per il quale ha fatto, lui per primo, i conti con la giustizia (per gli altri tre seguirà una nuova convocazione al dibattimento). Davanti al giudice, l’imputato ha confermato quanto ricostruito durante l’inchiesta dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier. Un modus operandi consolidato: «C’era un autista con il quale partivamo da Genova. Una volta giunti in Ticino (i ladri hanno agito nelle discoteche del Luganese e del Locarnese), in tre entravamo nel locale. Il mio ruolo era quello di stare dietro al soggetto (la vittima, ndr) e controllare che lo strappo della collana funzionasse bene». Già, perché il loro intento era quello di individuare ignari clienti della discoteca che indossassero collanine di valore e, al momento giusto, strappargliele dal collo e darsi alla fuga (molto simile, dunque, all’episodio avvenuto questo fine settimana). Una strategia – sono almeno 7 i preziosi rubati in quattro serate – che ha pagato fino alla sera del 28 aprile di due anni fa quando, all’interno della discoteca BE a Lugano, una vittima si è accorta e ha avvisato la sicurezza.