In più di cento alla foce della Maggia per una festa clandestina

LOCARNO - Se abitate nella zona del Quartiere Nuovo di Locarno o nelle campagne di Ascona ve ne sarete accorti: nella notte fra sabato e domenica scorsi c’è stato chi ha voluto archiviare i dieci giorni del Locarno Festival in modo molto rumoroso. Diciamolo subito: con i fatti in questione la rassegna cinematografica non ha nulla a che fare, ma per alcuni parrebbe ormai diventata una tradizione quella di congedarsi dal Pardo con un bel goa party non autorizzato nella zona della foce della Maggia. Un paio d’anni fa vi era stato un tentativo, poi andato a vuoto. Lo scorso fine settimana, invece, sul posto si sono dati appuntamento in molti (alla fine i presenti erano oltre un centinaio), festeggiando a più non posso. Inevitabili, dunque, le lamentele del vicinato, con il conseguente intervento della Polizia comunale di Locarno, che si è limitata a controllare la situazione, invitando gli organizzatori a più miti consigli. Non si tratta, comunque, di un caso isolato: il fenomeno delle feste semi clandestine a base di musica «psychedelic trance» ha vari precedenti anche nel Locarnese e, per quel che è dato di sapere, gli appuntamenti del genere si succedono a scadenze regolari in vari luoghi più o meno discosti della regione.
Ma torniamo ai fatti di sabato notte, facendoceli raccontare direttamente dal comandante della Polcomunale cittadina, Dimitri Bossalini. «Le prime segnalazioni che qualcosa stava capitando alla foce – spiega lui stesso al Corriere – sono arrivate attorno alle 2.30 del mattino. In totale avremo ricevuto tre o quattro chiamate». Verso le tre lo stesso comandante si è recato sul posto. «Per quel che ho potuto vedere – prosegue – vi si trovavano oltre cento persone. Difficile, però, calcolarne il numero esatto, vista l’oscurità». Appena arrivati, gli agenti hanno invitato i responsabili a cessare immediatamente i festeggiamenti (e, soprattutto, a spegnere l’assordante musica). «Ma – racconta ancora Bossalini – senza grandi risultati. Considerata la folta presenza di partecipanti e il fatto che, salvo che per il disturbo alla quiete pubblica e l’occupazione non autorizzata della zona (di proprietà del Consorzio arginature fiume Maggia, ndr.), non abbiamo constatato nessun’altra violazione, abbiamo preferito limitarci a controllare la situazione, senza interventi diretti. Questo anche per la tutela stessa dei presenti». Presenti che, attorno alle 4.30, hanno poi spontaneamente iniziato a lasciare l’area. «Dal canto nostro – aggiunge ancora il comandante – abbiamo segnalato l’obbligo di ripulire adeguatamente il perimetro nel quale si è svolto il party. Cosa che, peraltro, gli organizzatori avevano già previsto di fare e che è stata effettivamente eseguita». Sul posto è stato possibile risalire al responsabile dell’evento, che non la passerà comunque liscia, considerando la violazione di varie ordinanze municipali (quella sulla quiete pubblica e sull’occupazione abusiva dell’area, come si diceva). «Una volta intimato lo stop – conclude il comandante del Corpo cittadino –, visto che non si è ottemperato all’invito, abbiamo segnalato che avremmo dato seguito alla procedura di contravvenzione». Ora il dossier arriverà sul tavolo del Municipio, al quale spetterà il compito di stabilire l’ammontare dell’inevitabile sanzione.
Una multa che potrebbe risultare anche relativamente elevata: di alcune centinaia di franchi sicuramente, o anche più. Com’era successo nel 2015 all’organizzatore di un goa party colto sul fatto in riva al fiume Melezza, poco distante dalla zona di svago del Meriggio. Anche il suo caso era giunto sul tavolo dell’Escutivo di Losone, come conferma al CdT il municipale capo dicastero sicurezza Fausto Fornera. «In effetti – spiega – ci siamo ritrovati a doverci pronunciare sulla sanzione da comminare per disturbo della quiete pubblica nell’ambito di una festa all’aperto non autorizzata». Di 500 franchi l’ammontare dell’ammenda appioppata al responsabile dell’evento semi clandestino. Una sanzione che parrebbe però non aver scoraggiato del tutto il fenomeno, visto che a Losone (e nel perimetro del Meriggio in particolare) si continua a darsi appuntamento per goa party che non sempre hanno poi un riscontro a livello, diciamo così, ufficiale. «Quest’anno – conclude infatti Fornera – non abbiamo avuto alcuna segnalazione in tal senso». E non era finita sul tavolo dell’Esecutivo nemmeno la festa dell’estate 2017, che ha invece avuto, indirettamente, strascichi penali. Ricordate la rissa con accoltellamento avvenuta nell’ottobre di quell’anno alla discoteca Vanilla di Riazzino? Due dei protagonisti dei fatti erano stati coinvolti, assieme ad una terza persona, anche in un pestaggio avvenuto proprio a margine di un goa party, sempre al Meriggio di Losone. Per i fatti in questione i tre erano finiti alla sbarra esattamente un anno fa e condannati a pene varianti fra i 30 e i 16 mesi da espiare, fra l’altro anche per consumo e spaccio di droga. Confermando la fama delle feste semi clandestine, dove capita circolino sostanze tutt’altro che lecite.