Il retroscena

In strada per la Flotilla, occupazione dei binari evitata con il dialogo

Giovedì sera, a Lugano, «i contatti intercorsi tra manifestanti e forze dell’ordine sono stati pacifici e improntati al dialogo reciproco» – Per le strade c’era uno spicchio variegato di società civile
© CdT/Gabriele Putzu
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
03.10.2025 20:23

Dopo aver bloccato per circa un’ora lo svincolo autostradale di Lugano Sud, i manifestanti scesi in strada giovedì sera per sostenere la Palestina e l’equipaggio della Flotilla volevano occupare anche i binari della stazione FFS, raggiunta dal corteo verso le 21. Ma non ci sono riusciti. «Nei pressi dello scalo ferroviario - conferma la Polizia cantonale - vi è stata una fase di dialogo in cui è stato interdetto l’avvicinamento ai binari per ragioni di sicurezza e ordine pubblico. I contatti intercorsi tra manifestanti e forze dell’ordine sono stati pacifici e improntati al dialogo reciproco». È stato insomma grazie al dialogo tra polizia e attivisti che non si è giunti all’occupazione dei binari, come invece non era successo la notte prima, mercoledì, alla stazione Cadorna FNM di Milano, dove l’occupazione della massicciata ferroviaria non solo era avvenuta, ma era durata anche per circa mezz’ora.

Dialogo, quindi. Da ambo le parti. Forse anche perché a scendere in strada giovedì sera a Lugano sono state molte anime differenti, unite dal desiderio di esprimere la propria vicinanza ideale alla Flotilla e al popolo palestinese. Dai movimenti vicini alla causa palestinese (che hanno organizzato diversi presidi nei giorni scorsi) a quelli antagonisti, dai semplici cittadini – lungo il corteo c’erano anche alcuni insegnanti della scuola media di Viganello che nei giorni precedenti hanno scritto una lettera aperta a favore del popolo palestinese – ai politici locali, passando per gli studenti. Insomma, in mezzo ai manifestanti giovedì sera, c’era uno spicchio variegato di società civile. Una società che sembra non esitare a manifestare quando di mezzo ci sono questioni e diritti fondamentali. Ma è anche orientata al dialogo. Se è vero come è vero che dal confronto con le forze dell’ordine alla stazione FFS «avvenuto in modo pacifico» non sono emerse reazioni violente. Qualche fumogeno lungo il corteo è stato sparato. E certamente ci sono stati disagi alla circolazione stradale. Ma la Polizia non ha segnalato fermi.

Dopo aver rinunciato a occupare i binari, azione che in linea teorica sarebbe dovuta seguire al precedente blocco dello svincolo autostradale, i manifestanti si sono quindi spostati nuovamente verso il centro, percorrendo via San Gottardo e viale Franscini fino a piazza Molino Nuovo, dove sono giunti poco prima delle 22.

Nonostante ciò, per oltre 4 ore la circolazione stradale a Lugano (e non solo) ha risentito degli effetti della manifestazione, a cui hanno preso parte, secondo la Polizia, circa 600 persone. Per questo, «per garantire la sicurezza e la fluidità del traffico è stato necessario procedere con alcune deviazioni e fornire istruzioni ai conducenti», fa notare la Polizia cantonale. Che però giovedì sera non ha emanato alcun avviso o comunicato stampa per avvisare gli automobilisti e i pendolari degli intervenuti disagi al traffico, lasciando l’incombenza ad Alert Swiss, il canale d’allarme e d’informazione della Confederazione e dei Cantoni.

«Il comando dell’impiego per il presidio (a favore della Palestina e della Flotilla, ndr) di giovedì sera a Lugano – specifica la municipale responsabile del Dicastero sicurezza e spazi urbani della Città, Karin Valenzano Rossi – era della Polizia cantonale».

Tornando a giovedì sera, dopo essere arrivati in piazza Molino Nuovo gli ultimi manifestanti rimasti, circa la metà di quelli partiti da piazza Dante alle 18, hanno rotto le righe.

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