Fiscalità

In Ticino ci sono sempre meno «super-ricchi», perché?

Nel biennio 2022-2024 si è ridotto ulteriormente il numero dei «super-ricchi»: saldo negativo di una quarantina di persone – Sale invece il gettito complessivo: lo scorso anno le casse pubbliche hanno incassato quasi 190 milioni – Timori per la concorrenza estera
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
26.09.2025 20:45

Calano i globalisti in Ticino. Dall’ultimo rilevamento biennale (2022-2024) il loro numero è passato da 767 a 725. Una riduzione di una quarantina di persone molto facoltose. Anche se si prende in esame un arco temporale più lungo la situazione non cambia: nel 2016, infatti, erano 910. Insomma, nel nostro Cantone ci sono sempre meno «super-ricchi». Eppure, nonostante i dati in calo, il gettito è aumentato sensibilmente. Sempre secondo dati comunicati dal Dipartimento delle finanze e dell’economia, nel 2016 il gettito totale proveniente dai globalisti era di 118 milioni di franchi mentre nel 2024 è stato di quasi 190 milioni.

Oltre i numeri

Per interpretare questa statistica abbiamo chiesto un commento a Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni. «Il saldo negativo è riconducibile a tre motivi principali», rileva. «Il passaggio dalla tassazione secondo il dispendio alla tassazione ordinaria; la partenza di questo tipo di persone verso altri Cantoni o altri Paesi; il decesso». Gli arrivi negli anni di globalisti, definiti «soddisfacenti» da Macchi, non bastano quindi a sopperire le partenze. Una tendenza, appunto, che si registra rilevamento dopo rilevamento. Ma nonostante il calo, come detto, nelle casse pubbliche ci sono più soldi derivanti dalle imposte forfettarie. Perché? Una delle ragioni riguarda l’adeguamento all’inflazione della tassazione globale minima (400 mila franchi all’anno). «Noi lo abbiamo fatto», osserva Macchi. «Di conseguenza l’importo minimo della globale è salito a 429.100 franchi nel 2024». Un altro motivo è da ricondurre alla decisione di Governo e Parlamento federali di alzare l’importo minimo della tassa forfettaria: entrata in vigore nel 2021, la nuova legge ha da subito prodotto effetti positivi sul gettito dell’Ente pubblico.

La flat-tax italiana

In generale, in materia di globalisti, Ticino e Svizzera si muovono in un contesto di forte concorrenza estera. L’Italia, dal 2017, ha ad esempio introdotto un nuovo regime fiscale per i «super-ricchi», la cosiddetta flat-tax. Dopo alcune modifiche, oggi queste persone godono di una tassazione forfettaria di 200 mila euro l’anno. E, a differenza della Svizzera, i globalisti che scelgono di risiedere in Italia possono lavorare. Nella Confederazione, invece, una delle condizioni per l’ottenimento della tassazione forfettaria prevede di non esercitare un’attività lucrativa in Svizzera. E questo aspetto, sommato alla forte concorrenza proveniente dall’estero, comporta l’impossibilità di attrarre nel nostro Paese una parte dei Paperoni che risiedono all’estero.

Lo spettro dell’iniziativa

Ma c’è un altro aspetto - stavolta puramente interno alla Confederazione - che «pesa» sulla scelta o meno dei globalisti di prendere la residenza in Svizzera (e dunque anche in Ticino): l’iniziativa della GISO denominata «Per il futuro», in votazione il prossimo 30 novembre. La proposta prevede un’imposta nazionale sulle successioni del 50% per le eredità superiori a 50 milioni di franchi. I soldi che ne deriverebbero (si parla di miliardi di franchi) verrebbero destinati al finanziamento della trasformazione ecologica dell’economia. L’iniziativa, spiegano gli specialisti, nel tempo ha limitato l’arrivo dei globalisti in Svizzera, e ha probabilmente spinto alcuni ad andarsene. Una «barriera» psicologica o di percezione, se così vogliamo chiamarla, che ha influenzato la scelta di trasferirsi nella Confederazione. Secondo chi si occupa di fiscalità, la stabilità di un regime fiscale è un criterio molto ricercato da parte dei globalisti e lo «spettro» di un improvviso cambiamento di scenario funge da forte deterrente.