L’analisi

In Vallemaggia economia e residenze da primato

Da quarant’anni Gabriele Maccarinelli dirige la filiale locale di una banca ed è stato testimone dello sviluppo della sua valle: «Qui la qualità di vita è al top»
Una vista panoramica di Maggia, nella bassa valle, comune che negli ultimi anni ha assistito ad un proliferare di abitazioni primarie. (Foto Pedrazzini)
Mauro Giacometti
25.06.2019 06:00

MAGGIA - Altro che zone periferiche soppiantate dai centri urbani, altro che spopolamento e impoverimento delle valli. «Negli ultimi 20 anni la Vallemaggia ha vissuto uno sviluppo economico rilevante». Parola di Gabriele Maccarinelli, per quasi quarant’anni direttore di banca a Maggia, prima dell’UBS e poi, dal 1985 fino al prossimo 30 giugno alla testa della Banca Raiffeisen Vallemaggia, sede recentemente al centro di una fusione regionale con le Banche Raiffeisen di Losone e Verscio. Maccarinelli, prossimo al pensionamento, è dunque un osservatore privilegiato per tastare il polso dell’economia di una «valle viva» come le lastre di pietra che l’hanno portata recentemente a conquistare il gotha dei gioiellieri zurighesi che hanno scelto il marmo bianco di Peccia per ristrutturare la propria cattedrale del lusso. «Le dico solo un dato: quando arrivai a Maggia la Banca Raiffeisen aveva un unico conto corrente e una somma di bilancio di 10 milioni. Oggi lascio con una sede nella quale sono impiegati 18 collaboratori e che ha superato i 530 milioni di bilancio. In tutti questi anni la valle è passata da un’economia prevalentemente rurale a uno sviluppo artigianale, industriale, commerciale e naturalmente residenziale. Qui si vive bene, c’è la straboccante natura, un clima più che favorevole, con i comuni che, nel corso degli anni e anche grazie alle aggregazioni, sono stati capaci di favorire degli insediamenti commerciali e di servizio, come ad Avegno-Gordevio, a Maggia e a Cevio. Chi risiede in questa valle non ha bisogno di recarsi in città a fare acquisti quotidiani e chi lavora sul piano trova qui un piccolo paradiso dove ritirarsi la sera e godersi un po’ di pace in famiglia, respirando aria buona a pieni polmoni. E anche per gli anziani si stanno realizzando abitazioni su misura, oltre a strutture socio-assistenziali e ambulatoriali di primo livello, come a Cevio», spiega il bancario valmaggese.

Classe 1956, trasferitosi a 10 anni da Locarno, dov’è nato, a Maggia, nella casa della famiglia materna, Maccarinelli ha un rapporto viscerale con la sua valle e i suoi abitanti. «Ci si conosce tutti e naturalmente il mio lavoro m’ha aiutato», dice mentre è impegnato a salutare uno per uno gli avventori del ristorante dove lo incontriamo. Ma, chiediamo, quali sono le peculiarità di questa sorta di miracolo di sopravvivenza della valle? «Lo spirito imprenditoriale, la voglia di lavorare e di crescere, di sfruttare ciò che la natura offre, insomma. In altre regioni alcuni mestieri, soprattutto artigianali, si stanno perdendo, qui ci sono le nuove generazioni che invece continuano volentieri, aggiornandola, l’attività dei genitori e dei nonni. E poi c’è l’agricoltura, l’allevamento, la produzione casearia, attività rurali che sono al centro di una vera riscoperta da parte di tanti giovani, non solo della Svizzera interna, ma anche della valle», sottolinea. E di terra da coltivare o da utilizzare come pascolo ce n’è ancora. «Non solo, anche per costruirvi la propria casa. Sempre negli ultimi anni c’è stato uno sviluppo dell’edilizia residenziale non indifferente. Gente del posto che aveva dei terreni di famiglia che ha deciso di costruirsi la propria villetta indipendente. Anche in questo, devo sottolinearlo, s’è vista la lungimiranza degli amministratori comunali che hanno concesso licenze edilizie e urbanizzato vaste aree. C’è ancora spazio per costruire, però ora non bisogna esagerare, perché la Vallemaggia è pur sempre un territorio subalpino, quindi da preservare e averne cura», dice il quasi ex direttore di banca.

Che, tagliato il traguardo della pensione, non si trasferirà in località esotiche a godersi la quiescenza. «Resterò qui, con la mia famiglia, almeno per dieci mesi l’anno. Come ho già detto questa valle rimane un luogo ideale e invidiabile per qualità di vita e bellezza del territorio. Gli altri due mesi l’anno, però, li passerò con mia moglie in California, non lontano da San Francisco, nel ranch che giusto un secolo fa ha avviato un mio pro-zio, emigrante dalla Vallemaggia. Lì ci sono altri numeri rispetto ai nostri allevamenti: nel ranch ci sono 500 mucche che producono 13 mila litri di latte al giorno. Nonostante ciò sono riuscito a portare in California un po’ di spirito imprenditoriale della Vallemaggia, facendo trasferire un nostro casaro che ha insegnato agli americani a fare il formaggio», conclude con un certo orgoglio di vallerano doc.