Viabilità

«Inaccettabile e scellerata»: uniti contro la corsia dei Tir

Mendrisio, Novazzano, Balerna, Coldrerio e la CRTM annunciano un’opposizione congiunta contro il progetto che include la creazione di un’area di stazionamento per i camion lungo l’A2 – «Faremo di tutto per ostacolare il disegno»
La gestione dei Tir in transito verso la dogana è un punto centrale della discussione. ©CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
14.06.2022 18:27

«Vado avanti perché sono carico». Il presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (CRTM) Andrea Rigamonti è un fiume in piena. I motivi per cui dal suo punto di vista – e non solo suo – la corsia dedicata allo stazionamento dei Tir tra Coldrerio e Balerna non deve essere realizzata sono molti e presentandoli, oggi nel corso della conferenza stampa organizzata in Palazzo comunale a Mendrisio, si è anche trovato nella situazione di richiedere la parola dopo aver terminato da poco il suo intervento. Perché aveva altri punti da esporre: «Questa è una battaglia centrale per il Mendrisiotto e il Consiglio di Stato deve capire che non può dimenticarsi di una regione in un modo così lampante».

Fronte comune

Per capire appieno le sue parole occorre fare un passo indietro. A convocare la stampa per esprimere contrarietà assoluta al progetto della Confederazione sono stati i Municipi di Mendrisio, Novazzano, Coldrerio e Balerna (i quattro Comuni toccati direttamente dal progetto in pubblicazione da inizio settimana). Un progetto da oltre 55 milioni di franchi che include, con un investimento di una ventina di milioni, la realizzazione di un’area per la sosta dei camion in attesa di sdoganamento lungo la corsia d’emergenza dell’A2 tra l’area di servizio di Coldrerio e il viadotto di Bisio a Balerna.

I quattro Municipi hanno deciso di fare fronte comune contro il progetto e – sostenuti dalla CRTM – hanno annunciato l’intenzione di inoltrare opposizione contro il disegno. Un’opposizione che potrebbe essere solo il primo di molti passi per cercare di ostacolarlo: «Faremo di tutto contro questo progetto».

Le alternative

«Inopportuno», «scellerato», «inaccettabile», «che lascia allibiti», «improponibile», «vecchio e che mette solo un cerotto a un problema più grande». Il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, i suoi omologhi di Novazzano e Balerna Sergio Bernasconi e Luca Pagani, il municipale di Coldrerio Michele Piffaretti e Rigamonti hanno utilizzato parole molto dure per definire il progetto dell’Ufficio federale delle strade (USTRA). Perché le intenzioni della Confederazioni sono ritenute «assolutamente fuori luogo», come si legge anche in un comunicato congiunto. «Questo progetto, la cui realizzazione è prevista tra il 2025 e il 2028, mira di fatto a formalizzare, ampliandola, una situazione priva di base legale che persiste da diversi anni». La situazione a cui si fa riferimento è lo stazionamento dei camion sulla corsia di emergenza dell’A2, di cui ha parlato anche Pagani: «L’USTRA ha sempre detto che questa situazione era provvisoria, in attesa delle aree di attesa per camion di Giornico e Roveredo, ma ora vuole renderla definitiva».

I quattro Comuni hanno deciso di coalizzarsi in questa battaglia. Ela coalizione avrebbe anche potuto essere più ampia, perché la contrarietà al progetto nella regione è piuttosto diffusa e trasversale: «Essendo gli unici Comuni autorizzati a inoltrare opposizione ci sentiamo anche un po’ responsabili nei confronti dell’intero distretto», ha detto Cavadini. Il tema è infatti stato affrontato in ottica distrettuale. «Il Mendrisiotto è già sottoposto a una forte pressione del traffico di transito autostradale e dei pendolari frontalieri, con croniche e quotidiane congestioni e colonne di veicoli, che danno adito a forte inquinamento fonico e atmosferico», si legge nella nota. Il concetto è quindi semplice: «Basta sacrificare il Mendrisiotto. Non è accettabile che una regione si faccia carico di un simile fardello», così Cavadini. Anche perché le alternative a questo progetto ci sarebbero, è stato sottolineato. «Lo sdoganamento telematico dei Tir, che consente di effettuare le pratiche doganali senza scendere dal veicolo, funziona già altrove e può essere introdotto anche a Chiasso, soluzione da affiancare al Centro di controllo veicoli pesanti di Giornico che sarà pronto entro fine anno e a quello già aperto a Roveredo. Questo fluidificherebbe il traffico», ha spiegato Bernasconi. «Con l’area di Giornico attiva e l’automatizzazione delle procedure di sdoganamento questa corsia è superflua», gli ha fatto eco Piffaretti. Ad avvalorare le loro ragioni, i quattro Municipi hanno anche le conclusioni di uno studio allegato all’incarto in pubblicazione fino al 12 luglio: «Nel caso di gestione normale del traffico merci è possibile garantire condizioni di sicurezza adeguate lungo il segmento autostradale in avvicinamento alla dogana commerciale di Chiasso senza il supporto della corsia di dosaggio di Balerna». Non vale lo stesso discorso, quando il traffico è «molto intenso» (circa 35 giorni l’anno).

Silenzio bellinzonese

La coalizione contro il progetto potrebbe essere più ampia anche perché c’è un attore importante che finora non si è espresso, anzi che ha scelto «un silenzio assordante», è stato ribadito. È il Cantone, che non ha ancora preso posizione sul progetto. «Il Consiglio di Stato non è pervenuto e questa è una gravissima lacuna», ha detto Rigamonti, che ha anche evidenziato una discrepanza tra l’iter che ha portato alla realizzazione del centro di Giornico e quello del progetto della corsia dei Tir: «A Giornico c’è stato un lavoro di concertazione con le autorità locali, il consenso è stato costruito discutendo con Confederazione e Cantone. In questo caso il progetto è stato calato dall’alto».

Un progetto, diverse opere

La realizzazione di una corsia per i Tir di circa 1.700 metri tra Coldrerio e Balerna è un progetto che si inserisce in un disegno più ampio che tocca il tracciato autostradale del Mendrisiotto. Tra le opere all’orizzonte ci sono ripari fonici, un viadotto da ampliare e interventi per la gestione delle acque. «Queste altre opere non sono contestate – ha sottolineato Sergio Bernasconi –, ma lascia perplessi che si mischino interventi di risanamento con nuove opere».

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