Incidente mortale, il ricordo del figlio

LOCARNO - "Era un uomo d'altri tempi. Mentre il mondo attorno a lui cambiava, lui riusciva sempre a rimanere fedele a se stesso. Non retrogrado, integro". È il ricordo di Andrea Rigamonti, figlio di Roberto, 68.enne di Vacallo deceduto sabato sulla Statale 34, la strada che corre sulle rive Lago Maggiore collegando il Locarnese al Piemonte (Vedi Suggeriti). L'uomo, titolare della farmacia Santa Chiara fondata nel villaggio sottocenerino all'inizio degli anni Ottanta, è stato travolto da un enorme masso che si è staccato dalla montagna ed è precipitato sulla strada in località Carmine, tra Cannobio e Cannero Riviera. Nell'istante stesso in cui transitava a bordo della due ruote. «Non c'era settimana in cui non prendesse la sua moto - racconta il figlio - e, insieme agli amici, non partisse per qualche viaggio. Non importava la meta: l'importante per lui era stare in sella».
Intanto, la morte del centauro ha riaperto il dibattito sulla sicurezza del collegamento italo-svizzero. Il sindaco di Brissago, Roberto Ponti, interpellato dal CdT ricorda come "la soluzione migliore, sul fronte elvetico, sarebbe la realizzazione della galleria Cantonaccio-Acapulco", per la quale lui e i suoi omologhi di Ascona e Ronco sopra Ascona, Luca Pissoglio e Paolo Senn, si battono da anni. Si tratta di un tunnel di circa due chilometri e mezzo lungo il tratto più stretto della litoranea che da Ascona porta a Brissago e poi in Italia, la cui costruzione è ostacolata dai costi ingenti (le ultime stime parlano di una novantina di milioni di franchi, tutti a carico di Cantone e Comuni).